"Fatti di volontariato!" lo scorso 5 novembre a Trento. Volontariato per la cura dei beni comuni nella relazione di Gregorio Arena

" Da soli non ce la si fa " , dal volontariato alla sussidiarietà 

Come annunciato, “Fatti di volontariato!” è stata l’occasione per accendere i riflettori una volta di più su una ricchezza grandissima dei nostri territori: le attività  di volontariato e i volontari che, numerosissimi, le portano avanti rispondendo a bisogni, spesso altrimenti inascoltati, di persone e comunità . Nessun territorio poteva avere titoli maggiori per ospitare la giornata, dal momento che la Provincia autonoma di Trento con oltre 5 associazioni attive nei più svariati campi è considerata un “luogo ideale e un laboratorio esclusivo”, come ha ben sottolineato l’Assessore provinciale alle politiche sociali Ugo Rossi intervenendo ai lavori, oltre a vantare “una lunga esperienza in tema di volontariato”, come ricordato dal vescovo Bressan nell’intervento di apertura.

Il presidente di Labsus, Gregorio Arena ha posto l’accento sull’opportunità  di integrare nell’impegno sociale delle associazioni di volontariato i principi di sussidiarietà  e cura dei beni comuni. “Da soli non ce la si fa”, ha constatato Arena, sottolineando quanto radicalmente sia cambiato il contesto di sviluppo personale e sociale in cui si trovano a vivere le nuove generazioni. “A differenza delle generazioni precedenti – ha evidenziato – i giovani di questo tempo non potranno accumulare ricchezze private. Invece potranno godere, se verrà  tutelato, di un patrimonio comune da cui partire”. L’attenzione ai bisogni dell’altro nel presente come nel futuro è la forza motrice del volontariato. Il passaggio successivo proposto dal presidente di Labsus è   la convergenza dell’impegno volontaristico con l’impegno degli attori pubblici, attraverso quella che nell’art. 118 della nostra Costituzione altro non è che la sussidiarietà . “Allora – ha concluso – il volontariato incontra la cittadinanza attiva, realizzando in pieno i valori di solidarietà  e responsabilità , in una esperienza piena di democrazia, in quanto partecipazione attiva alla vita della propria comunità “. Il volontariato non include dunque le sole attività  di risposta ai bisogni delle persone ma si apre fino a comprendere le attività  di cura di quei beni indispensabili alla qualità  della vita di ciascuno di noi come di quella delle generazioni che verranno.

In particolare, l’intervento del presidente di Labsus ha evidenziato come la tutela dei beni comuni, attraverso la messa in opera del principio di sussidiarietà , realizzi sul territorio la costruzione di reti sociali che legano insieme nodi fondamentali per lo sviluppo dell’intera comunità , includendo i cittadini attivi e solidali come le amministrazioni pubbliche. Sulla stessa linea Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia del Terzo settore che ha concluso: “La dinamica del volontariato deve essere emergentista piuttosto che additivista“. Spiegando meglio che secondo l’approccio cd emergentista “una volta emersa su un territorio la realtà  del volontariato si integra nel tessuto sociale come il lievito nella farina facendolo crescere”. “E’ necessario – continua Zamagni – rivalorizzare alcuni concetti quali la gratuità , la fiducia e la sussidiarietà  in senso circolare, riferita proprio ad un’amministrazione condivisa delle fasi programmatiche e operative da parte sia degli enti pubblici, che della comunità  di imprese e ovviamente dell’associazionismo”.

E ancora Armando Stefani, presidente della circoscrizione Argentario del Comune di Trento, ha sottolineato come “le nostre amministrazioni non saranno più in grado di assicurarci ciò che ci hanno dato fino ad adesso, ecco allora che entra in gioco la sussidiarietà , che chiama ogni cittadino a fare la propria parte secondo le sue competenze e le sue possibilità “.