Labsus seguirà  i lavori di Democrazia Deliberativa in corso nel Comune terremotato dell ' Abruzzo

Lo Statuto partecipato dei Luoghi è qualcosa a metà  strada tra un Piano Regolatore e una dichiarazione di volontà 

Cos’è la Democrazia Deliberativa?

La Democrazia Deliberativa indica un sistema politico nel quale le scelte pubbliche sono pienamente legittime solo se passano attraverso un pubblico ragionamento svolto dai cittadini in condizioni di uguaglianza formale e sostanziale. Il pubblico ragionamento consiste, essenzialmente, in una discussione argomentata nella quale vengono analizzate tutte le ragioni, le necessità  e gli obiettivi di un’azione politica da intraprendere e vengono accolte o smentite eventuali obiezioni. In termini istituzionali essa non indica un modello diverso dalle democrazie di oggi, quanto un metodo per migliorarne la qualità : una democrazia è tanto più deliberativa quanto più vi sono condizioni favorevoli per l’espressione, il dibattito ed il confronto sulle scelte da pendere. Nei modelli di Democrazia Deliberativa più diffusi oggi, le deliberazioni avvengono prima in alcune sfere pubbliche diffuse nella società  e poi sono riprese nelle istituzioni politiche competenti per essere approfondite e trasformate in decisioni di valore legale. Le sfere pubbliche di cui si parla sono spazi di discussione svolti mediante assemblee “faccia a faccia”, ma anche rubriche di giornali, trasmissioni televisive, incontri informali o workshop tematici, nelle quali si dibattono singole questioni al fine di arrivare ad una soluzione ragionata delle scelte pubbliche. Nella letteratura sull’argomento esiste una diversificazione su come le sfere pubbliche possono funzionare. La parte dei teorici che segue l’impostazione di Jurgen Habermas, ritiene che esse debbano essere autonome dalle istituzioni e totalmente spontanee nei modi di organizzarsi, per avere piena capacità  di critica alle amministrazioni esistenti. Gli esiti di molti recenti studi hanno mostrato, tuttavia, che la spontaneità  delle sfere pubbliche è un un’eventualità  alquanto saltuaria. Le interazioni comunicative nelle sfere pubbliche sono difficili se non regolate da metodi e procedure prefissate; di conseguenza, negli ultimi anni è sorta una vasta pubblicistica sulle modalità  attraverso cui organizzare gli spazi di discussione affinché siano produttivi. “Sondaggi deliberativi”, “Giurie Cittadine”, “Bilanci Partecipativi”, “Town Meeting” e infine le procedure del cosiddetto “Village Design Statement” sono alcune delle modalità  con cui procedure di Democrazia Deliberativa vengono oggi sperimentate in molte parti del mondo; il metodo del Village Design Statement, nello specifico, è il metodo scelto per il percorso di democrazia deliberativa del progetto Borghi Attivi.

Il progetto Borghi Attivi

 Il progetto “Borghi Attivi, Statuto partecipato dei paesi d’Italia” nasce sullo spunto del metodo inglese del “Village Design Statement” (VDS) che – promosso dalla Coutryside Agency nelle aree rurali britanniche – ha interessato, negli ultimi dieci anni, centinaia di centri rurali di questo paese. Il Centro di Educazione al Paesaggio “Torre del Cornone” di Fontecchio – fra i promotori del progetto Borghi Attivi – aveva promosso nel 24 e nel 25 alcuni corsi per lanciare il metodo in Italia con la presenza di Jeff Bishop di DBOR, ideatore del VDS nel Regno Unito. Nel 21, a seguito del terremoto Aquilano, l’Associazione delle Casse di Risparmio (ACRI) ha lanciato un bando per la progettazione sociale nelle aree colpite dal sisma. Una rete di cinque piccoli comuni dell’Abruzzo interno – Fontecchio, Santa Maria del Ponte (Frazione di Tione), Pescomaggiore (frazione dell’Aquila), Civitella Casanova e Fano Adriano – assieme a numerose associazioni e cooperative locali, coordinate dal WWF di Teramo e dal suddetto Centro di Educazione, hanno ottenuto un finanziamento per sviluppare tale metodologia – opportunamente adattata al contesto Italiano – nel territorio del “cratere del terremoto”. Collegando lo spunto inglese del VDS con l’idea di “Statuto dei luoghi” promossa da Magnaghi in Italia, è nata una “via Italiana al VDS” che è ora in fase sperimentale col progetto “Borghi Attivi”.L’obiettivo del progetto è coinvolgere i cittadini in percorsi di progettazione partecipata per elaborare un documento programmatico nel quale siano riportate alcune linee guida per indirizzare lo sviluppo locale verso un futuro desiderabile. Borghi Attivi è, dunque, un progetto che incoraggia le comunità  locali ad elaborare, in maniera partecipata e con un adeguato supporto metodologico, una sorta di autodescrizione della propria identità  ed anche una serie di idee per rendere migliori i luoghi del vivere quotidiano: qualcosa a metà  strada tra un Piano Regolatore – che indica con freddezza solo cubature e destinazioni d’uso – e una dichiarazione di volontà  ed idee sul valore della propria identità  e sul futuro del proprio paese.
Per il suo svolgimento, il progetto ha previsto la creazione di cinque gruppi di locali – corrispondenti ai cinque comuni coinvolti – con diversi tempi e modi di azione.

In questo spazio noi descriveremo i percorsi seguiti a Fontecchio – piccolo Comune abruzzese situato nella media valle dell’Aterno – nel quale, grazie al forte sostegno dell’amministrazione locale, il progetto è in una fase più avanzata e sta facendo da apripista per gli altri comuni coinvolti.

A che punto siamo? Lo stato di avanzamento dei lavori nel Comune di Fontecchio (AQ) a novembre 211

Per maggiori info visitate il sito www.borghiattivi.it o scrivete a Marco Polvani info@borghiattivi.it