Rappresentanza femminile e progetto BES

Un progetto per il benessere, equo e sostenibile deve necessariamente nutrirsi di partecipazione

Il progresso è stato fino ad oggi identificato soprattutto con il successo economico, che si trattasse di una nazione, di un’impresa o del singolo. Qualsiasi cosa era giustificabile in nome del progresso, ma oggi c’è una consapevolezza maggiore che nel passato rispetto alla sostenibilità  del progresso. Il fine non giustifica più i mezzi: il progresso deve essere sostenibile perché diventi una ricca eredità  per le generazioni future e non un pesante fardello, una sorta di peccato originale con cui fare i conti. Benessere, equità  e sostenibilità  devono diventare i nuovi termini di riferimento.

Questo lo scopo del progetto Bes, nato da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat e che s’inquadra nel vivace dibattito internazionale sul superamento del Pil, stimolato dalla diffusa convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società  non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale e corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità .

Il comitato di indirizzo del progetto Bes è composto da rappresentanze delle parti sociali e della società  civile e vede, anche, la partecipazione di tre regioni, Lazio, Puglia e Piemonte. Il dato interessante è che ognuna delle tre regioni ha scelto, come loro delegato al comitato d’indirizzo, tre rappresentanti delle consulte femminili regionali: Giovanna Loiudice Abrescia per la Puglia, Federica De Pasquale per il Lazio e Marilena Bauducco per il Piemonte.

Partecipazione femminile

Da parte di queste regioni c’è un chiaro invito alla popolazione femminile a partecipare a questo progetto, ad essere protagoniste nel presente del cambiamento futuro. Sicuramente è necessario dare conto di come sia cambiata la vita delle donne che devono misurarsi con vite precarie, con le difficoltà  della conciliazione, con il persistere di stereotipi di genere e con un mondo lavorativo creato ad uso e consumo degli uomini. Non si tratta di retorica femminista, ma i dati sull’occupazione femminile nel terzo settore e nel servizio civile sono decisamente confortanti con i loro rispettivi 6 per cento e 67 per cento. Nel campo della partecipazione sociale sembra, quindi, che le donne siano cittadine attive, in grado di fungere da barometri sociali e percepire sensibilmente ogni sintomo del cambiamento sociale, economico e politico.

Un’opportunità  per tutti

Bes offre un’opportunità , un’opportunità  per tutti, non solo donne. Infatti un progetto per il benessere, equo e sostenibile deve necessariamente nutrirsi di partecipazione. Per questo, Bes, nel suo approccio condiviso, apre, ora, una fase di consultazione pubblica allargata ai cittadini, per raccogliere contributi soggettivi sulla percezione del grado di benessere sociale attraverso la definitiva delimitazione delle dodici dimensioni del benessere. Come sottolinea Marchetti “Se sul piano soggettivo la percezione del benessere è alquanto difficile da misurare, sembra invece che possano essere individuati alcuni parametri che concorrono in maniera oggettiva alla sua determinazione”. Si tratta di un gesto di sussidiarietà  quotidiana che richiede pochi minuti e nessun sacrificio, ma da cui potrà  trarre beneficio l’intera comunità .

E’ attivo il sito www.misuredelbenessere.it al quale tutti possono accedere e che consente di condividere commenti e, soprattutto, di intervenire attraverso proposte e approfondimenti. I risultati della consultazione consentiranno la scelta definitiva dei domini del Bes, per poi selezionare gli indicatori statistici più significativi della realtà  italiana. Intanto un’indagine Istat, su un campione di 45mila italiani, ha sorpreso per l’omogeneità  delle risposte sui domini del benessere. Vedono al primo posto la buona salute e al secondo il garantire un futuro sicuro ai figli e un lavoro dignitoso. Seguono: reddito adeguato, buone relazioni con amici e parenti, felicità  in amore, sicurezza nei confronti della criminalità , presente e futuro dell’ambiente, un buon livello di istruzione, potersi fidare degli altri, istituzioni pubbliche efficienti, buoni servizi di pubblica utilità , tempo libero, poter influire sulle decisioni dei poteri locali e nazionali, partecipare alla vita della comunità  locale attraverso strutture politiche e associazioni.