Il testo dell ' intervista al presidente di Labsus, pubblicata su Vita il 23 dicembre 2011

Un movimento sempre più forte, grazie ai portafogli sempre più vuoti

Per comprendere la ragione per cui la mobilitazione per l’acqua pubblica sta sopravvivendo” alla vittoria del suo stesso referendum bisogna guardare nelle tasche sempre più vuote dei nostri giovani. Un paradosso. Ma se a sostenerlo è Gregorio Arena, presidente di Labsus, forse c’è da credergli.

«Questa è solo la punta dell’iceberg di una generazione che finalmente sta superando il paradigma dell’individualismo proprietario per la consapevolezza ormai piena che nel futuro prossimo il loro potere d’acquisto andrà  sempre più in calando ». La conseguenza dunque «è un rinnovato interesse per il territorio e lo spazio pubblico », e in questo senso, «il tema dell’acqua è certamente una formidabile bandiera ». L’attesissima partecipazione referendaria è stata la prova del nove, ma anche un trampolino di lancio.

«La pressione verso un più alto grado di democrazia partecipativa sarà  sempre maggiore », aggiunge Arena, «e i decisori pubblici dovrebbero accettarlo invece di interpretarlo come un’intrusione che accresce la conflittualità  sociale ». Del resto la voglia di esserci, di farsi sentire, emerge anche dall’uso con cui questo movimento continua a presidiare internet e i social network. Paradossalmente l’acqua ha acceso una miccia che, prevede Arena ,esploderà  sempre più spesso. Anzi il processo è già  in corso. Gli esempi non mancano. «In questo periodo mi capita spesso di essere a Roma », è sempre Arena che parla, «dove sto assistendo alla nascita di un numero impressionante di comitati per il decoro urbano contro quella che definiscono “cartellopoli”: è sorprendente, ma in fondo quella è semplicemente una battaglia contro il brutto, inimmaginabile fino ad un paio di anni fa ».

Secondo il professore i prossimi territori di conquista saranno la legalità  e la cultura. Anche qui i primi sintomi sono già  visibili: «In particolare sul versante dell’arte, il volontariato sta davvero assumendo un ruolo cruciale, l’idea del museo diffuso si sta davvero espandendo a macchia d’olio ». Una sorta di fiume in piena. Lo si potrebbe definire anche così. «In effetti tutto è partito dall’acqua », chiosa Arena.

di Stefano Arduini, su Vita 23 dicembre 211



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