Il riutilizzo dei beni invenduti aiuta a combattere la povertà 

Trasformare un rifiuto in risorsa crea benefici per la collettività 

Secondo i dati della Commissione Europea, all’interno dell’Unione ogni anno si sprecano 89 milioni di tonnellate di risorse (175 kg pro-capite); la responsabilità  maggiore per i rifiuti alimentari è attribuita alle famiglie, il cui 6 per cento dei prodotti scartati è in realtà  ancora utilizzabile.

Ma trasformare gli scarti in risorse è possibile e vantaggioso: a Bologna una concreta alternativa allo spreco dimostra come consumare in modo responsabile convenga a tutti.

Last minute market

Il progetto Last minute market nasce nel 1998 come attività  di ricerca che coinvolge docenti e ricercatori dell’Università  di Bologna con l’obiettivo di quantificare gli sprechi legati alla grande distribuzione del settore alimentare.

Dalle ricerche effettuate, si è stimato che ogni anno in Italia vengono smaltiti 1,5 milioni di tonnellate di prodotti ancora consumabili, con un valore di mercato pari a quattro miliardi di euro.

L’idea innovativa di Lmm, quindi, è stata quella di creare un mercato parallelo che utilizza i beni prossimi alla scadenza o in via di dismissione per metterli a disposizione dei cittadini indigenti, dei senza tetto, delle Onlus o di altre associazioni di beneficenza.

Nel 2003 il team di Last minute market si costituisce come società  spin-off e si attiva sul territorio nazionale, promuovendo progetti di ritiro e donazioni di prodotti riutilizzabili in comuni, province e regioni italiane, collaborando con gli assessorati alle attività  produttive, alle politiche sociali e culturali degli enti locali, con le Asl e diversi attori imprenditoriali e istituzionali.

I progetti in corso

Dal 1998 ad oggi il modello Last minute market si è esteso ad altre tipologie di beni e di attività  commerciali e produttive, includendo, oltre i prodotti alimentari, anche quelli ortofrutticoli non raccolti, libri e beni editoriali destinati al macero, farmaci prossimi alla scadenza e molti altri beni non alimentari con l’obiettivo di incentivare e divulgare un uso responsabile delle risorse.

Spreco zero è un marchio rilasciato da Last Minute Market, che ” certifica ” l’adozione di una serie di strumenti, procedure e sistemi di controllo, che garantiscono un uso razionale ed efficiente delle risorse e una gestione dei rifiuti ispirata ai principi di prevenzione, riutilizzo e riciclo dei materiali, rivolto a   chiunque sia direttamente o indirettamente responsabile del consumo di risorse e di emissioni nell’ambiente.

Dichiarazione Congiunta contro lo Spreco Alimentare, il cui scopo è quello di sensibilizzare e attivare le istituzioni europee affinché la lotta allo spreco alimentare diventi una priorità  nell’agenda della Commissione e venga ridotto del 5% entro il 2025. La Dichiarazione è stata presentata alla conferenza Transforming Food Waste into a Resource presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.

Un anno contro lo spreco nasce con l’intenzione di sensibilizzare e responsabilizzare l’opinione pubblica ad un consumo consapevole delle risorse disponibili. L’iniziativa, ormai alla sua quarta edizione, si è occupata di affrontare il tema dello spreco di cibo e le sue conseguenze a livello ambientale, economico, sociale; le risorse idriche, il loro utilizzo, l’accessibilità  e gli sprechi; il risparmio energetico, la gestione equa, intelligente e sostenibile delle risorse, per orientarsi all’uso delle energie rinnovabili.

La quarta edizione 2013 è in fase di allestimento, ma come negli anni precedenti, non mancheranno iniziative, contenuti ed eventi volti a tenere vivo l’interesse e il coinvolgimento pubblico.

I risultati

Con le sue azioni di prevenzione dei rifiuti ed estensione del ciclo commerciale, Lmm genera effetti positivi di vario tipo: al beneficio sociale (grazie al recupero a favore delle fasce più deboli della popolazione), si affianca quello ambientale per la diminuzione del volume dei rifiuti nelle discariche, quello economico, in quanto si risparmia sullo smaltimento, quello relazionale ed educativo. Grazie a questo sistema di riutilizzo e valorizzazione dei beni invenduti, infatti, si creano reti tra imprese, istituzioni e cittadini che lavorano insieme per il bene della comunità  intera e si sviluppa, inoltre, un’opinione pubblica più critica e più sensibile al consumo responsabile.

Uno dei risultati più soddisfacenti per l’attività  Lmm è stato conseguito nel territorio di Bologna e Ravenna, con un progetto che ha coinvolto ventisette amministrazioni comunali e oltre sessanta aziende. Dal 2007, anno di partenza del progetto, al 2010, i prodotti recuperati e donati alle Onlus sono più che triplicati: da 4mila kg a 176mila kg di beni alimentari, per un totale di oltre 818mila euro. In tre anni, inoltre, il progetto ha saputo coinvolgere quaranta associazioni caritative, dieci farmacie e molte altre aziende agricole e supermercati.

Dal 2010, poi, è stato attivato a Ferrara un nuovo servizio chiamato “Ancora Utili”: lo scopo è quello di raccogliere e utilizzare farmaci non ancora scaduti provenienti dalle donazioni di privati cittadini e di strutture ospedaliere a favore di enti no-profit.

Il successo del lavoro svolto da Last minute market, unito all’importanza della causa che esso sostiene, ha spinto il Parlamento europeo a promuovere la campagna portata avanti proprio da Lmm e da  Andrea Segrè a livello europeo. Il 2014, infatti, sarà  l’ “anno contro lo spreco”, come riconoscimento delle istituzioni della necessità  di imporre dei limiti al consumismo esagerato e irrazionale della nostra società  e, nello stesso tempo, dell’urgenza di aiuti alle fasce deboli della comunità .

Un consumo responsabile

Per Andrea Segrè, presidente di Last minute market, il risultato più interessante dell’attività  portata avanti, è stata la “creazione di relazioni tra le persone”.

Già , perchè dalla collaborazione per la lotta allo spreco, nella quale sono coinvolti senza gerarchie cittadini, imprese, farmacie, ospedali, enti locali e associazioni, risalta come e quanto sia fondamentale la solidarietà  tra i vari attori della società  per conservare quest’ultima nel migliore dei modi, preservandone le risorse e rendendone i servizi aperti a tutti.

Lo spreco è un prodotto non tanto dell’egoismo, quanto del vizio: il surplus che da esso deriva non beneficia né gli altri né sè stessi, anzi, danneggia entrambi. Bisogna allora entrare in un’ottica diversa, positiva, alternativa: consumiamo per vivere, non viviamo per consumare.



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