La proposta di legge di alcuni " studenti attivi "

Una proposta di legge per recuperare e mettere al servizio della collettività  i beni pubblici abbandonati, evitando inoltre ulteriori privatizzazioni

I ragazzi dell’I.C. “Caio Lucilio” (classi II e III) di Sessa Aurunca, con la collaborazione di alcuni docenti, hanno realizzato una proposta di legge da porre all’attenzione del Consiglio regionale della Campania in merito alla “gestione di beni disponibili e inutilizzabili, per restituirli alla funzione sociale”.

Questi studenti, che si sono autodefiniti “cittadini attivi della vita democratica”, dimostrano di aver colto l’essenza di quel valore aggiunto che può “invertire la rotta” del nostro Paese.

Non sappiamo se le persone coinvolte in questa iniziativa siano a conoscenza, ed eventualmente in che misura, del principio costituzionale di sussidiarietà  orizzontale o se abbiano approfondito la tematica dei beni comuni ma possiamo affermare con sicurezza che questi cittadini stanno già  operando affinché le problematiche di interesse generale vengano risolte attraverso soluzioni proposte dalla comunità  stessa.

Il lavoro è stato introdotto da una relazione con la quale gli studenti hanno spiegato di aver preso spunto da una semplice domanda: “Cosa fa la Regione per noi ragazzi? Quanto spende per i giovani?”.

Segue una documentazione sul Settore Politiche giovanili della Campania, con particolare attenzione alla Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale che individua alcune direttrici:

sostegno alle attività  socio-culturali organizzate, mobilità  dei giovani (lavoratori, studenti o volontari) mediante politiche di scambi in Europa, realizzazione di progetti ideati da giovani, sostegno alle organizzazioni giovanili che realizzano attività  o forniscono servizi all’interno della comunità , realizzazione di strutture per la partecipazione dei giovani alle decisioni che li riguardano.

Elaborazione della proposta

Le priorità  del Settore Politiche giovanili sono state reinterpretate dai ragazzi alla luce della necessità  di spazi aggregativi per esprimersi:

– informazione; è necessario istituire una rete di collegamento tra scuole della Regione attraverso l’installazione di una rete wi-fi nelle città  e con la creazione di un blog accessibile a tutte le scuole coinvolte. Dovranno inoltre essere scelti dei responsabili in ogni scuola e a livello regionale.

– partecipazione; saranno scelte le scuole già  dotate di aule informatiche e di collegamento internet e saranno reperiti i fondi, in accordo con l’ente locale, necessari per dotare anche le altre scuole di strumenti e mezzi adatti agli obiettivi prefissati.

– progettazione; gli obiettivi sono: “creare spazi in cui i ragazzi possano incontrarsi” ed “esprimersi e favorire l’incontro, lo scambio fra ragazzi di città  diverse”.

Queste le modalità  di azione:

-recuperare immobili in condizioni di abbandono al fine di creare spazi destinati ai giovani, dando loro opportunità  di aggregazione e formazione.

– trasformare questi edifici in centri polivalenti, organizzando ad esempio aule multimediali, sale di proiezione, sale di registrazione, web radio, web tv, internet point, teatro, sale per attività  fotografiche, spazi aperti per attività  ludiche e sportive. Ogni scuola attraverso l’ente locale comunica alla Regione l’immobile da recuperare.

La proposta elaborata riguardo la modalità  di raccolta fondi, per quanto non approfondita, è molto interessante: “ogni scuola raccoglie del materiale riciclabile (carta, plastica, alluminio) che viene venduto ad aziende che lo riciclano. La mediazione è svolta da responsabili della Regione”.

Sono previste inoltre attività  di gemellaggio, incontri reali e non solo virtuali tra studenti di scuole diverse.

Un albo regionale dei beni pubblici abbandonati e inutilizzati disponibili

Il testo vero e proprio della proposta di legge regionale è molto semplice, contiene comunque degli aspetti che potrebbero essere replicati in altre esperienze.

L’articolo 1 stabilisce le finalità  della proposta, che abbiamo già  descritto, mentre l’articolo 2 specifica gli obiettivi: promuovere in ogni ambito la cultura del merito e promuovere e sostenere l’utilizzo dei beni disponibili e inutilizzabili per restituirli alla funzione sociale.

L’articolo 3 invece rappresenta una vera novità : “instituire l’albo regionale dei beni pubblici abbandonati e inutilizzati disponibili e dei soggetti che ne possono fare uso”.

L’intuizione dei ragazzi merita di essere studiata, valutata e di essere portata all’attenzione delle istituzioni. L’idea di un albo regionale concilierebbe infatti la richiesta sempre crescente di spazi pubblici a disposizione della collettività , con la legittimazione di quelle persone che si prenderanno la responsabilità  di riqualificare quegli spazi.

Se la proposta, con le dovute revisioni, venisse accolta ed inserita nelle agende politiche, come auspichiamo, attraverso un confronto partecipato con la comunità , ci troveremmo davanti ad un esempio di sussidiarietà  orizzontale senza sbilanciamento da una parte (cittadini) o dall’altra (istituzioni che “favoriscono” la loro azione di tutela dei beni comuni).

Una legge in tal senso eliminerebbe anche il rischio di un’ulteriore ondata di privatizzazioni (pensiamo alle centinaia di caserme dismesse sul territorio nazionale), gli spazi infatti dovranno rimanere pubblici a tutti gli effetti e verrebbero recuperati e magari anche gestiti con il supporto ed il lavoro spontaneo dei cittadini.

Nell’esperienza realizzata da Labsus con “Rock Your School – Scuola di manutenzione civica dei beni comuni” abbiamo assistito ad una presa di coscienza, ad un atto di responsabilità  da parte degli studenti di due scuole romane che hanno deciso di prendersi cura dei luoghi che frequentano quotidianamente.

Nel caso in questione i ragazzi (come qualunque altro cittadino attivo e responsabile), dimostrando di essere pronti a dare il proprio contributo per la comunità , potrebbero portare il loro entusiasmo al di fuori delle mura scolastiche riconquistando aree che spettano loro di diritto.

L’elemento dei beni abbandonati, spesso “nel mirino” di quei cittadini attivi che in tutta Italia hanno riqualificato parchi, edifici, scuole con, o senza il sostegno degli enti locali, diventa centrale anche nella discussione sui beni comuni.

Una legge regionale di questo tipo, affiancata al principio costituzionale sancito dall’articolo 118 comma 4, aprirebbe nuovi, e soprattutto legittimi, spiragli di partecipazione, migliorando inoltre la qualità  della vita delle persone, che potranno usufruire di nuovi spazi di aggregazione evitando infine una dispersione di risorse ed eventuali nuove costruzioni.