La sostenibilità come via d’uscita dalla crisi. Questa la soluzione proposta da Giulio Marcon, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico della Scuola del Sociale, che ha introdotto il dibattito sugli aspetti ecologici e sociali che potrà e dovrà avere un possibile piano di sviluppo per risolvere l’attuale situazione negativa globale. La crisi, quindi, come opportunità di crescita è stato il filo che ha tenuto insieme i vari interventi, i quali hanno analizzato i diversi connotati di una realtà bisognosa quanto mai di cambiamenti virtuosi. Per Gianni Palombo, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio, il Terzo Settore ” dovrebbe essere un punto di riferimento unitario in questo momento di crisi, in modo da dare risposte politiche, intese in senso ampio, sotto una prospettiva dello stare insieme ” . Ed è in questo quadro che inserisce il principio di sussidiarietà , definito ” uno stile di vita e di lavoro nonostante le difficoltà ” , per recuperare la centralità della persona e per lo sviluppo locale e territoriale guidato dal paradigma della sostenibilità .
L’aspetto sociale ed ecologico della crisi
Silvano Falocco, ricercatore di Ecosistemi srl, ha sottolineato come la crisi sia una reale opportunità se affrontata con consapevolezza, e per farlo ” serve una lettura unitaria dei fenomeni sociali, ambientali ed economici ” . Questo ha portato il relatore ad una rapida cronostoria dell’evoluzione e delle cause di questa crisi in modo da individuare le conseguenze reali (un’eccessiva pressione sull’ambiente di questo modello capitalistico, una limitazione dei beni comuni, una caduta del livello di felicità ) e gli elementi per una possibile ” rinascita ” . Grande attenzione alla questione energetica, sempre più centrale date le tensioni su questo mercato, che va spinta verso una più intensa lotta all’irrazionalità dell’uso dell’energia disponibile e maggiore utilizzo delle innovazioni raggiunte in questo campo; un recupero della fiducia, tramite la rivalutazione del mercato come luogo di scambio di relazioni e non solo di merci in modo da trasformarlo in ” mercato civile ” ; costruire nuovi modelli che creino una frattura tra i vecchi e le possibilità di espansione, un dovere questo non solo dei singoli ma anche e soprattutto delle istituzioni che ” devono stabilire le regole e dare il buon esempio ” . La crisi del Welfare è stata invece oggetto dell’intervento di Carlo De Angelis, del CNCA Lazio, che ha evidenziato l’arretratezza e l’inadeguatezza di tale sistema di fronte alle questioni attuali, che hanno la necessità di mettere al centro alcune priorità ” per sostenere la promozione della persona e del suo protagonismo ” .
Gli esempi dell’Economia del noi
A chiudere la giornata è stata Roberta Carlini che ha presentato il suo libro ” L’economia del Noi ” (di cui si è occupato Labsus con una recensione). L’autrice ha voluto segnalare la necessità di cambiamento, obbligatoria, dati i risultati portati da un determinato modo di intendere l’economia e la società in generale, presentando varie testimonianze ” eterodosse ” del mondo economico(dall’articolo di Greg Smith alla Ostrom, dal libro di Bowles e Gintis all’ ” economia giusta ” di Berselli). Il messaggio lanciato è che il ” noi ” funziona e che ” la zona intermedia tra Stato e mercato è la più ricca e la più adatta per la valorizzazione dell’individuo ” , come afferma la giornalista.