E’ ufficialmente aperto Macao. Questo il nome scelto dagli organizzatori per il progetto e per la sede della loro iniziativa. Lo scorso sabato infatti circa 2 persone hanno occupato Torre Galfa, un grattacielo in disuso a pochi passi dalla Stazione Centrale di Milano, per farne un centro per le arti per la città . L’obiettivo è quello di dare alla comunità uno spazio autogestito per la produzione culturale e artistica dal basso, oltre a quello di restituire ai cittadini un luogo che fa parte della storia della città lombarda, e che risulta abbandonato da 15 anni. A promuovere l’evento il collettivo di artisti milanese ” I Lavoratori per l’Arte ” in collaborazione con altre realtà italiane come Cinema Palazzo e Teatro Valle Occupato di Roma e Teatro Coppola di Catania. Come spiegano nel loro comunicato stampa, questa è anche una risposta alternativa all’industria culturale sempre più mirata alla finanziarizzazione: ” proponiamo un’idea di cultura come soggetto attivo di trasformazione sociale, attraverso la messa al servizio delle nostre competenze, per la costruzione del comune. ”
Il progetto in rete
Come spiegato dai promotori, Macao parte da lontano e cresce grazie alla collaborazione e alla partecipazione di tutti coloro che credono nel progetto. E aderire è ancora più facile grazie alle pagine e agli account del movimento su Twitter, Facebook e Tumblr da dove è possibile interagire e conoscere meglio l’iniziativa grazie anche ai numerosi contributi di foto e video. Da aprile è possibile partecipare al bando per la presentazione delle attività da svolgere e l’individuazione di figure desiderose di contribuire alla realizzazione del centro per le arti. Per la consegna del modulo e per maggiori informazioni è stato inoltre allestito un Punto Macao, al momento situato nel cortile dell’Accademia di Brera. Una iniziativa accolta calorosamente dal mondo del web, viste le numerose adesioni sui social network e la partecipazione alla promozione del progetto di importanti personaggi dello spettacolo, della cultura e dell’informazione, come ad esempio Dario Fo. All’assemblea di apertura di Macao ha partecipato anche Ugo Mattei.
La necessità di un cambiamento
Quello che traspare dalle intenzioni dei promotori dell’iniziativa è la necessità di una svolta nel modo di intendere la cultura, e attraverso questa, la società nel suo complesso. L’iniziativa di Macao si inserisce in un contesto economico, politico e sociale molto significativo e che richiede, pertanto, risposte decise. La scelta di ricercare nella tutela e nella valorizzazione dei beni comuni la strada per risolvere alcuni dei problemi più pressanti del nostro periodo, si pone come alternativa alla dicotomia pubblico (stato) e privato, un argomento ampiamente trattato anche dagli editoriali Labsus. Una soluzione che offre la possibilità di riconsiderare alcuni degli elementi più trascurati da entrambe nell’ultimo periodo. L’innovazione, la cultura, l’arte. Considerarli beni comuni e coinvolgere tutti alla loro evoluzione ed espressione è necessario per riconquistare gli spazi persi o mai avuti. E l’esempio più immediato è proprio il progetto Macao. La voglia di riconquistare uno spazio perso, che vuole essere rivalutato e offerto all’intera comunità .