Se per far crescere una pianta c’è bisogno di terra ben concimata, e se per vivere un pesce necessita di acqua salubre, ecco come si spiega il fatto che, a Berlino, si siano inventati il primo acquario in grado di produrre concime per un orto adiacente. Quello appena presentato nella capitale tedesca è un orto da record: quando verrà ultimato, sarà il più grande al mondo con un sistema di acquacoltura installato sotto che, grazie ad un appropriato sistema di filtraggio, sarà in grado di trasformare i rifiuti dei pesci in concime. Ad oggi, il record di orto urbano più esteso al mondo va al tetto di un vecchio edificio della Marina americana a Brooklin, con ben 9mila metri quadrati di estensione. Ma, in quest’ultimo caso, non è prevista l’acquacoltura.
L’ecosistema sul tetto
Nel caso di Berlino, si tratta di un vero e proprio ecosistema: presentato all’opinione pubblica lo scorso 2 giugno da ECF (Efficient City Farming), l’orto sarà allestito nei prossimi mesi sul tetto di un’area industriale della città , sede della stessa società che ha ideato l’orto-acquario. Il luogo prescelto è la Maltzfabrik, un tempo fabbrica di birra, oggi un enorme capannone riqualificato e adattato ad area spettacoli e sede di eventi. Nel sottotetto del’ormai ex birrificio verranno posizionate le vasche che ospiteranno i pesci e, grazie al sistema di filtraggio studiato dall’istituto ingegneristico Leibniz, l’acqua arricchita dai residui organici dei pesci farà da concime al terreno che ospiterà le colture. E proprio sul tetto, comparirà un classico orto, che produrrà una grande varietà di frutta e verdura di stagione.
Altri piccoli orti
Di dimensioni ridotte rispetto al tetto del vecchio birrificio berlinese, esistono già in Europa altri sistemi con acquario e orto da poter installare in uffici, locali e piazze della città . A produrli, tra gli altri, è una società svizzera, la Urban Farmers, ma si possono ordinare direttamente anche dalla stessa Efficient City Farming. In ogni caso, i principi ispiratori sono: nessuna emissione, prodotti a chilometri zero e, ultimo ma non ultimo, risparmio di energia e denaro, visto che si tratta di autoprodurre alimenti importanti per la dieta di ciascuno.