Tra gli argomenti chiave scelti dalla Fondazione "Lelio e Lisli" Basso, quello della sussidiarietà 

" La democrazia, per realizzare l'effettività  dei poteri popolari su cui si regge, richiede una forte maturità  e consapevolezza da parte dei suoi cittadini "

Le sfide della ” nuova politica ”

 

Si parla sempre più spesso di nuova politica. Chi per propaganda, chi per pura retorica. Eppure c’è chi vuole sinceramente cercare nuove strade, per cambiare il volto delle istituzioni e dell’amministrazione. Il problema sta però  nel non cadere nel nuovismo, e chiedersi cosa vuol dire davvero cercare il nuovo. Senza cadere in discorsi anti-politici e populisti, e senza dimenticarsi che la politica di oggi è anche specchio di una cultura, uno stile di vita, un modo di pensare. Insomma una strada in salita, per la quale servono tempo e impegno.

 

La Fondazione Basso: la ” nuova politica ” come ” buona politica ”

 

Due valori che dal 27 mette in campo la Fondazione “Lelio e Lisli Basso”, attraverso un suo progetto ormai consolidato. Partono infatti da venerdìprossimo (e fino al 19 dicembre) le iscrizioni alla settima edizione della “Scuola per la buona politica”, curata da Laura Pennacchi. Il progetto, aperto ai primi 6 che vorranno aderire via mail (compilando il modulo allegato a un bonifico per l’iscrizione), si apre a   tutti. Semplici cittadini che vogliono capire di più, e quella classe dirigente che si mette in discussione.

Cos’è la ” Scuola della buona politica ”

 

Quanto alla formula, la stessa di sempre: un incontro seminariale mensile per sei mesi, presso la sede della Fondazione (Via Dogana Vecchia 5), dalle 14,3 alle 19.. Al centro di ogni incontro un tema, e tre relazioni con diversi “punti di vista”. Poi il momento clou della discussione, a cui i partecipanti verranno preparati con dispense e altro materiale.

 

I temi: una Scuola che parla dell’individuo

 

Ma se il soggetto è chiaro, di cosa di parla? Del soggetto per definizione, giocando con le parole: l’individuo. E con esso di tutte quelle teorie (individualiste, appunto) che fanno perno sulla persona, la sua cultura, la sua identità , come chiave per spiegare i rapporti umani. Quindi anche tutti i risultati, di questi rapporti. Risultati che, guarda caso, saranno un pò i concetti di volta in volta affiancati a quello dell’individualismo.

 

Così, di volta in volta, uomini parleranno dell’uomo a confronto con i suoi prodotti, attraverso la storia. Si partirà  quindi dalla scienza, le tecnologie, e l’economia: realtà  sempre più globalizzate, e che portano tutti noi a rivedere i concetti di cittadinanza, democrazia e libertà . Si passerà  poi al rapporto con il concetto di comunità : quanto l’individuo è libero di fare ciò che vuole, e quanto la comunità , o l’altro in genere, può imporre l’individuo a fare determinate cose? E’ il bivio fra diritti e doveri, nella collettività . Già , le collettività . Ma come cambiano a loro volta con l’esplosione dell’Internet dei Social Network, e la nascita delle cosiddette Comunità  virtuali o Società  in rete? E’ davvero tutto a portata di persona in questi nuovi ambienti? Saranno le domande del giro di boa.

 

A metà  del corso: tra globalizzazione, bene comune e sussidiarietà 

 

Perché se nella prima parte si parla di processi e di nuove tendenze che cambiano le carte in tavola, nella seconda troviamo più gli effetti di questi processi su quello che c’era prima. Le istituzioni collettive ed amministrative, per esempio, oppure le relazioni interpersonali, che sono sempre più sospese fra le ansie della privacy, le logiche emergenti della trasparenza, e quelle innovative della sussidiarietà . Il tutto nella “prospettiva di rottura” del bene comune, che inquadra gli individui come cittadini consapevoli, e che gli individui possono cercare in autonomia, come nuovo terreno per una diversa passione politica.

 

Ed è questo in effetti l’obiettivo della scuola: darci un discorso coerente, nei punti di partenza, e che abbia tanti snodi interessanti. E gli spunti, in effetti, non mancheranno.