Nuove sfide, nuovo sito!

Il sito è la nostra casa sul web, ma anche il nostro strumento di lavoro quotidiano. Lo rinnoviamo per lavorare meglio, con più efficacia e meno fatica

A distanza di oltre sei anni possiamo dire che questa interpretazione si è affermata molto al di là  delle nostre aspettative ed è oggi ampiamente accettata sia in generale, sia dai soggetti del Terzo settore. L’arrivo della grande crisi globale ha mostrato poi come la sussidiarietà  cosìintesa, legittimando i cittadini a prendersi cura dei beni comuni, sia cruciale per affrontare la crisi mantenendo anche nei prossimi anni una buona qualità  della vita.

Nella nostra riflessione c’è stata un’evoluzione per quanto riguarda il concetto di sussidiarietà , affatto scontata all’inizio del nostro lavoro. Nei primi anni, infatti, ci siamo concentrati soprattutto sui cittadini, che sono i soggetti dell’art. 118 ultimo comma. Non a caso nel primo editoriale, il 21 maggio 26, ci rivolgevamo con un’ideale lettera aperta al neo-Presidente del Consiglio Romano Prodi spiegandogli come fosse “possibile ‘ripartire dai cittadini’, usando la sussidiarietà  come fondamento per un’inedita alleanza fra istituzioni e cittadini. Se infatti migliaia di cittadini, in tutta Italia, si mobilitassero prendendosi cura dei beni comuni insieme con le amministrazioni, in una sorta di quotidiana ‘manutenzione’ del Paese, l’effetto complessivo sarebbe straordinario, sia in termini di crescita del livello della convivenza civile, sia in termini pratici, di miglioramento della qualità  della vita di tutti”.

Dai cittadini ai beni comuni

 

Abbiamo continuato a battere e tuttora battiamo su questo punto perché siamo convinti che, come dicevamo allora, l’intervento dei cittadini per la cura dei beni comuni “Sarebbe come un’iniezione di ricostituente per un organismo debilitato, perché una società  con una forte presenza di cittadini attivi è una società  in cui tutti vivono meglio ma è anche una società  più competitiva, in quanto la cittadinanza attiva è un fattore potente di innovazione dell’intero sistema”.

Ma nel 21 abbiamo affiancato all’interesse verso i soggetti della sussidiarietà  quello per l’oggetto del loro intervento, cioè i beni comuni. Il motivo lo spiega Carlo Donolo nel primo dei suoi editoriali su questo tema: “siamo convinti che i beni comuni stanno assumendo un valore centrale per la nostra vita comune e per le prospettive della nostra società  nel contesto globale … i beni comuni sono centrali per ogni processo sostenibile, per lo sviluppo locale, per la coesione sociale, per i processi di capacitazione individuale e collettiva … la stessa sussidiarietà  è in primo luogo capacitazione al governo di beni comuni”.

Ma Donolo sostiene anche che è inevitabile il “conflitto sullo statuto dei beni comuni, un tema questo che – tanto per capirci – ha oggi lo stesso rilievo che potevano avere a metà  Ottocento la lotta di classe e il socialismo”.

Ecco perché abbiamo ritenuto non solo doveroso, ma addirittura urgente, occuparci di beni comuni oltre che di cittadini attivi.

Un sito nuovo per nuove sfide

Ed ecco perché, di conseguenza, abbiamo rinnovato la grafica del sito, soprattutto nella home page, mantenendo però la struttura originaria fondata sulle sezioni. Se la manutenzione civica dei beni comuni è destinata a diventare, come noi crediamo, uno dei temi centrali della vita del Paese e quindi anche della prossima legislatura, dobbiamo attrezzarci nel modo migliore per affrontare le prossime sfide.

Da questo punto di vista il sito per noi è tutto. Per scelta, fin dall’inizio abbiamo deciso di non gravarci delle spese fisse di una sede, anche perché essendo tutti noi volontari non sapremmo proprio come pagare un affitto!

Il sito dunque è la nostra “casa” sul web ed al tempo stesso è la rappresentazione della nostra identità  e del nostro progetto. E soprattutto è lo strumento con cui entriamo in comunicazione con il mondo, cercando di convincere il maggior numero possibile di persone che prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali dei luoghi in cui vivono conviene, anzi, è indispensabile.

 

Curare i beni comuni conviene!

Perché la grande crisi sta già  producendo una diminuzione della ricchezza privata, quella fondata sul possesso di beni di consumo e in genere di beni privati. Se vogliamo mantenere una qualità  della vita simile a quella di cui abbiamo goduto finora (e degna di un paese civile) dobbiamo investire sulla produzione, cura e sviluppo dei beni comuni, materiali e immateriali, presenti sul territorio italiano.

Per far ciò, non essendoci abbastanza risorse pubbliche, cioè dello Stato, bisogna far emergere le risorse nascoste nei 6 milioni di persone che vivono e lavorano in Italia, compresi gli stranieri ed i giovani di seconda generazione. Idee, esperienze, competenze professionali, capacità  di innovazione, tempo, reti di relazioni e altre “capacità ” simili a queste sono presenti in abbondanza nel nostro Paese, si tratta di farle emergere e convergere nella cura dei beni comuni.

Il nostro sito rinnovato dovrebbe servire esattamente a questo, proseguendo il lavoro iniziato nel 26.

Non solo bug….

 

Come sempre, quando si mette mano ad un sito, nei primi tempi ci saranno inevitabilmente dei difetti, delle disfunzioni, insomma quelli che in gergo informatico si chiamano bug. Se ce li segnalate attraverso l’account Contatti ci fate un favore.

Se poi usate lo stesso account per segnalarci esperienze, iniziative, convegni, libri, etc. meglio ancora, saremo lieti di accogliervi nella piccola ma combattiva comunità  di Labsus.