Il Manifesto si apre con una importante riflessione preliminare: “siamo tutti pedoni, chi guida è solo momentaneamente un non pedone”. Un ragionamento che potrebbe apparire semplice ed immediato, ma a giudicare dal comportamento di chi guida non è così. Quindi il primo sforzo da fare per comprendere l’importanza e l’urgenza della questione è quello di capire che la sua soluzione è nell’interesse di tutti, proprio perché tutti pedoni. Il Manifesto continua sottolineando la necessità per una vita sana, nel corpo e nella mente, e quindi l’utilità e necessità di camminare il più possibile. Ma come si incentivano le persone ad andare a piedi se le città sono sempre più a misura di automobilista e non a misura d’uomo? La soluzione proposta a Bologna è semplice, far diventare le città “amiche dei pedoni”.
La città amica dei pedoni
Una Città amica dei pedoni, come le 4 amministrazioni comunali firmatarie si impegnano ad essere, “ripensa la strada con gli occhi di chi cammina” favorendo cosìla mobilità degli abitanti, e non solo. Il Manifesto contiene infatti importanti obiettivi che dovranno essere realizzati: costruire isole pedonali, abbattere le barriere architettoniche, moderare la velocità dei veicoli e reprimere i comportamenti aggressivi dei conducenti. Tutto questo deve essere accompagnato, si legge nel Manifesto, da un’adeguata conoscenza dei diritti e dei doveri sulla strada, cosìda sensibilizzare la collettività all’adozione di atteggiamenti rispettosi delle regole che tutelano i pedoni. Una città cosìorganizzata inoltre, ridona la possibilità ai bambini di recarsi a scuola a piedi, incentiva l’uso di mezzi pubblici e delle biciclette. Il pedone, e non più solo l’automobilista, sarà al centro degli spazi urbani. Il raggiungimento di questi obiettivi sarà utile inoltre per ridare centralità alle piazze e alle strade, luoghi di aggregazione e socializzazione che ritorneranno ad essere i centri pulsanti della vita sociale delle nostre città .