I giardini condivisi, nella capitale francese, si possono trovare davvero ovunque: dai terreni abbandonati all'interno dei parchi pubblici.

L'amministrazione parigina va incontro ai propri cittadini attivi, per migliorare la qualità  della vita in città 

La storia dei giardini condivisi ha inizio negli Stati Uniti, più precisamente a New York, negli anni settanta. I giardini condivisi, chiamati in francese “jardins partagés” e in inglese “community gardens” sono dei giardini o degli orti di quartiere, gestiti dalla comunità  locale. Il terreno è solitamente diviso tra spazi coltivati individualmente e spazi di uso collettivo.

Da New York a Parigi

A Parigi, la “mania” dei giardini condivisi arriva intorno agli anni novanta. Forse sarebbe meglio dire che “ritorna”, perché Parigi aveva già  un’antica tradizione di giardinaggio condiviso che risale all’ottocento, con i cosiddetti jardins ouvriers, o jardins familiaux. Questa buona pratica, tuttavia, ha origini molto diverse da quelle del fenomeno attuale. I jardins ouvriers, infatti, erano delle terre messe a disposizione delle famiglie operaie della Parigi ottocentesca, per favorirne l’indipendenza economica. I giardini condivisi del ventesimo secolo rispondono a bisogni differenti. In alcuni casi, si tratta di un modo per riqualificare zone degradate della città , altre volte rappresenta una modalità  di tutela del verde come bene comune. Gli orti e giardini condivisi sono delle esperienze che vengono portate avanti per rispondere al bisogno di rafforzare il legame sociale con la comunità  di riferimento e rappresentano un’occasione di integrazione sociale e di coinvolgimento nella cura condivisa di un bene comune. Per i cittadini, la cura del verde urbano non è solo un modo per aumentare la qualità  della vita in città , è soprattutto una manifestazione di impegno civico.

Dagli spazi abbandonati ai tetti dei palazzi

I primi giardini sono nati nella zona est di Parigi, su appezzamenti di terreno abbandonati dopo la demolizione di edifici. Oggi se ne possono trovare alcuni all’interno dei parchi pubblici, utili per incoraggiare il senso civico dei cittadini, altri sono parte della gestione municipale di terreni momentaneamente vacanti, destinati ad essere cementificati in futuro. Un’esperienza particolarmente interessante è quella dei giardini sui tetti. L’amministrazione parigina ha infatti programmato di raddoppiare la superficie di tetti vegetalizzata entro il 22.

Dopo l’esplosione autonoma del fenomeno negli anni novanta, l’amministrazione comunale, nel 21, ha deciso di avallare le diverse iniziative e promuoverne di ulteriori. Con la “Charte main verte”, Carta del Pollice verde, il Comune di Parigi ha deciso, nel 21, di inaugurare un programma di sostegno ai giardini condivisi che fornisca consulenze tecniche, consigli di metodo e riconoscimento ufficiale. L’associazione creatrice del giardino condiviso, sottoscrivendo la Carta, si impegna a sottostare alle regole di base: gestione seria e responsabile del sito, apertura al pubblico in date prestabilite e organizzazione di eventi aperti a tutto il quartiere. La Carta del Pollice verde contiene anche una mappa dei giardini e orti condivisi della città : il più noto è il Jardin de l’Aqueduc, creato su un binario dismesso della RER, la metropolitana parigina. Il Jardin de Ruisseau è un giardino pedagogico. I suoi “tutori” si pongono lo scopo di imparare a vivere insieme, in un quartiere socialmente eterogeneo.

A fornire aiuto a tutti coloro i quali hanno intenzione di creare un giardino o un orto condiviso, l’associazione Graine des jardins, con il portale “Jardinons ensemble”. Un sito internet dove si possono trovare tutte le informazioni inerenti il giardinaggio di comunità  e pubblicare annunci. L’associazione fornisce inoltre assistenza nella creazione del progetto, del sito internet, nel mantenimento del giardino, nella mobilitazione della partecipazione civica e nella mediazione con l’amministrazione e gli altri abitanti del quartiere.