Lanciato nel luglio 212 dal vicesindaco del Comune di Parma Nicoletta Paci, “il nuovo welfare di Parma come percorso di comunità di sviluppo” costituisce una scommessa per il futuro della città che avrà come protagonisti i diretti interessati. Come dichiarato dall’assessore ai Servizi sociali Laura Rossi, “i problemi di una comunità come quella di Parma, sono problemi di tutta la comunità , per quanto possibile devono essere risolti facendo leva sulle energie e l’impegno di tutti”. Da qui la necessità di rivedere il ruolo di tutti in una logica di architettura comunitaria costruita insieme ad istituzioni, associazioni, enti non profit e soprattutto a cittadini e famiglie.
Il percorso, volto a fondare un vero e proprio patto tra Comune e cittadini, ha visto una prima fase di incontri con operatori e tecnici per individuare le priorità e le scelte strategiche nelle diverse macroaree. Parallelamente sono stati ascoltati i diversi interlocutori che collaborano alle politiche sociali: cooperative, fondazioni, associazioni. Il passaggio successivo è stato definito dai tavoli dei piani di zona, per la costruzione di una bozza di documento con cui andare a confrontarsi direttamente con i cittadini. L’ultima fase è stata, infatti, l’organizzazione di una serie di incontri aperti nei quartieri, svoltisi tra aprile e giugno, per dare ai cittadini la possibilità di rinegoziare e concordare direttamente gli interventi.
Un piano strategico per attivare i cittadini
Il “patto fondativo con e nella comunità ” è una delle novità del percorso per un welfare di comunità e sviluppo a Parma, e principio cardine della futura erogazione di contributi comunali: chi riceve aiuto dal Comune sottoscrive il patto di responsabilità , ossia ricambia il sostegno mettendo a disposizione alcune ore del proprio tempo e le proprie professionalità per lavori socialmente utili o attività di volontariato. Si tratta di una forma di restituzione verso la comunità , in base alle reali capacità e interessi, secondo una logica di scambio e di reciprocità . Il tentativo dell’amministrazione è creare una comunità capace di mettersi in gioco e farsi carico delle necessità del territorio, ma sempre con al fianco i servizi. Sarà infatti il Comune di Parma a farsi carico della formazione degli operatori, che uscendo dai loro uffici e andando nei quartieri a fare squadra con i cittadini, dovranno imparare a fare un lavoro di comunità .
Un piano, dunque, che ribalta la tradizionale visione dell’intervento sociale, sostituendo al binomio ‘bisogno-offerta di risposte’ un paradigma basato sulla responsabilità e l’impegno comunitario. Mancando fondi e aumentando le richieste, il patto sembra essere, oltretutto, la migliore soluzione per uscire dalla crisi. Anche perchè, come spiega l’assessore Laura Rossi, “i problemi sociali sono problemi di tutti e se questa è la logica di fondo significa che tutti insieme dobbiamo affrontarli. Le risposte non vengono solo dai servizi, ma vanno cercate e costruite insieme all’interno delle comunità locali”.
Le priorità di questo progetto di mutuo aiuto saranno la casa, la povertà e il sostegno alle fragilità familiari. Relativamente all’assistenza domiciliare, l’assessore ipotizza la sostituzione di altre forme di sostegno, quale l’uscita di casa e il coinvolgimento degli assistiti in attività di biblioteca nei quartieri. Sulla casa, in particolare, è prevista la stipula di un patto con gli utenti, i quali, se rispetteranno le case, i pagamenti e si renderanno disponibili a lasciare gli alloggi della prima emergenza nel momento in cui abbiano minor bisogno di assistenza, otterranno una sorta di ‘certificazione di correttezza sociale e di affidabilità ‘ che potrà servire per accedere ad affitti a canone concordato. L’ avvio delle azioni è previsto per questo mese e entro dicembre 215 dovranno essere operativi i progetti prospettati, quali banche del tempo, pratiche di vicinato solidale, servizi di trasporto solidale, gruppi di acquisto solidale e familiare ed esperienze di co-housing.
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