Social PA: come se la cava la PA sui social network

Facebook e Twitter: una buona cassa di risonanza se utilizzati correttamente

Presentazione dell’evento

Il convegno si è aperto con la presentazione di Pier Carlo Sommo (Segretario Generale – Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale) che ha introdotto il problema del costo della comunicazione digitale nelle Pubbliche Amministrazioni Italiane, analizzando in particolare il caso del settore sanitario, già  aggravato da problemi di costi molto onerosi e che fatica a trovare spazio per le innovazioni nella comunicazione. Sul sistema sanitario gravano alcune carenze, prima fra tutte la paradossale inaccessibilità  di alcuni siti delle amministrazioni sanitarie ai disabili. Non si può prescindere dal fatto che l’informatizzazione dei sistemi comunicativi, e più in generale lo sviluppo dell’e-government, pagano il dazio della spending review, senza dimenticare il digital divide: all’assenza di molti cittadini dalle piattaforme on-line (3%), è presente anche una forte ” sperequazione di competenze ” interna a coloro che hanno accesso alla rete. Vi è dunque la necessità  di adeguare una comunicazione istituzionale al minimo comune denominatore.

La parola agli ospiti…

La prima parte del dibattito ha riguardato l’analisi di alcuni concetti chiave della comunicazione istituzionale e del rapporto di questa con i social network. E’ stato sottolineato da Annamaria Buzzi   (Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Ministero per i Beni e le Attività  Culturali) l’aspetto della ” sintesi ” .  A suo avviso il problema della PA sui social network ha radici non quantitative (dovute cioè ad un problema di frequenza della comunicazione) ma qualitative, vale a dire che la comunicazione istituzionale non è adeguata alla ” brevità  ” richiesta da questi strumenti. Dal dibattito è anche emerso il tema dell’open government (ispirato ai temi della trasparenza, partecipazione e collaborazione), cavallo di battaglia dei riformatori della PA. Come sostenuto da Salvatore Marras (Area e-government e open government – – Formez PA) questo concetto è finalizzato alla diffusione un impegno di co-progettazione con i cittadini che sia frutto di una partecipazione, attiva, volontaria e anche conveniente per entrambi i soggetti. Il focus oltre che sull’inclinazione della PA all’apertura verso il cittadino, è passato anche all’analisi del flusso di comunicazione ” in entrata ” . Sono state presentate delle cifre su questo tema (da Elena Zuffada , Direttrice divisione Public Management dell’Alta Scuola Impresa e Società  – Università  Cattolica del Sacro Cuore): è stato stimato che solo il 3% delle amministrazioni comunali fornisce una risposta immediata agli utenti; mentre cca il 15% si rivolge alla struttura politica cui afferisce; e ben il 65% dà  inizio ad un processo di comunicazione interna per individuare le responsabilità  ” di risposta ” .

Le PA su Facebook e Twitter

Giovanni Arata (Collaboratore, – Centro Nexa su Internet & Società  – Politecnico di Torino, autore della ricerca #socialPA) ha presentato un’analisi sull’utilizzo dei social network da parte di Comuni e Regioni. Lo studio ha rilevato che c’è una forte proporzionalità  diretta tra la dimensione dei Comuni e l’utilizzo dei social media da parte di questi. Per Arata il problema   della comunicazione istituzionale su Facebook e Twitter non deriva dalla frequenza di utilizzo, ma scaturisce da un insieme di altri aspetti come l’uso poco ” social ” che se ne fa (ad esempio la mancanza di feedback o di interazione). Un altro elemento che crea complicazioni è l’assenza di un addetto alle comunicazioni, anche aldilà  delle ore di apertura degli uffici, che mantenga aperti questi canali comunicativi in ogni momento.

Nel successivo intervento, di Vincenzo Cosenza (Social Media Strategist e responsabile della sede romana, – BlogMeter), si sono presentati i risultati di uno studio sulla qualità  dell’utilizzo dei social netowrk da parte delle autonomie territoriali. A livello comunale la top five, considerando il numero di followers su twitter, è composta da Torino, Napoli, Firenze, Roma, Milano (mentre se si considerano le menzioni i primi tre sono Milano, Firenze, Roma). Per quanto riguarda il grado di coinvolgimento (quindi lo strumento del ” like ” spontaneo) Milano è il comune più ” virtuoso ” . Guardando alle Regioni, invece, sul podio sul per il grado di coinvolgimento troviamo Abruzzo, Marche, Puglia.

 

Conclusioni

Rosanna Giovedì(Responsabile Servizi dedicati del contact center integrato SuperAbile, – INAIL) ha presentato le attività  di SuperAbile struttura afferente all’INAIL che offre un servizio di call-center per persone disabili. L’ospite ha brevemente descritto le peculiarità  e le difficoltà  di questo tipo di comunicazione certamente più complessa e delicata da molti punti di vista. I servizi offerti da questa struttura sono relativi a una molteplice gamma di interessi, dallo sport alle possibilità  di riqualificazione nel mondo del lavoro. Il sistema di SuperAbile è inoltre da poco entrato in rete. L’obbiettivo primario è quello di affrontare il digital divide che affligge i soggetti con disabilità ; un risultato del genere è possibile, ricorda la Giovedì, solo qualora si utilizzino effettivamente le potenzialità  di ” far comunità  ” che i social network possiedono.

Infine Caterina Policaro (Docente blogger) che ha delineato le nuove prospettive e sfide della ” didattica tecnologica ” . Negli ultimi anni la Docente Policaro ha avuto il compito di spiegare agli altri insegnanti le potenzialità  offerte dalla digitalizzazione applicata alle tecniche di apprendimento. La sua attività  ha anche portato ad un esperimento pilota svolto in una scuola media della Basilicata che ha previsto la dotazione, per alunni e docenti, delle ultime tecnologie informatiche.