Il presidente di Labsus parla delle problematiche attuali alla piena applicazione del 118 Cost. u.c.

"La sussidiarietà  riconosce i cittadini come parte attiva della soluzione"

Il piano strategico di Urbino

La redazione del Piano strategico della città  di Urbino intervista Arena sul principio costituzionale della cittadinanza attiva e i modelli di gestione di una città . Il Piano strategico della città  si ispira infatti al principio di sussidiarietà  orizzontale e alla partecipazione dal basso per delineare le direttrici dello sviluppo locale. Tre sono gli assi lungo i quali si snoda il progetto di Urbino:

  • Giovani,
  • Creatività ,
  • Innovazione.

La città  è popolata da un alto numero di giovani che rappresentano il capitale umano su cui puntare secondo l’amministrazione. Non solo giovani, ma anche creatività  e ricerca per lo sviluppo e l’innovazione del terriotorio locale sono la chiave per il rilancio urbano. La città  infatti offre un gran numero di istituti di ricerca e un vivace patrimonio culturale e artistico da valorizzare nonché una buona dotazione di infrastrutture digitali che permettono ai giovani di mettere a sistema progetti ed esperienze.

Per realizzare il piano strategico della città  si prevede la nascita del LAP – Laboratorio aperto permanente dove giovani, ricercatori e tutti i cittadini interessati possono confrontarsi e scambiarsi idee per lo sviluppo del terriotorio. Si tratta di uno spazio che punta a favorire la nascita di nuove imprese, spazi di co-working e Fab-Lab.

Il ruolo dei cittadini attivi

Un ruolo da protagonista dei cittadini attivi, dunque, per la concreta attuazione del piano strategico. Allora, come favorire la collaborazione tra cittadini e Pa? Per Arena non ci sono dubbi la soluzione va rintracciata nella Costituzione, forse l’unica al mondo, che parla in modo cosìesplicito di cittadinanza attiva. “L’unico modello possibile e auspicabile da realizzare è quello dell’amministrazione condivisa, secondo il presidente di Labsus, un modello che vede i cittadini alleati dell’amministrazione nella cura dei beni comuni”.

“Si assiste ad una sorta di nuova forma di volontariato, non si tratta di cura di una persona bensìdi cura dei beni comuni”, chiarisce Arena. E’ un processo già  in moto nel paese che non è stato però ancora messo a sistema. Secondo Arena, infatti, il principale problema nella piena applicazione del 118 risiede nella mancanza di una solida rete, “è come sorvolare su un territorio con tante luci accese che non sono però unite tra di loro per fare un’unica luce”, spiega il presidente di Labsus.

Uno degli ostacoli alla realizzazione di questo nuovo modello dell’amministrare è proprio il nostro diritto amministrativo che riflette un rapporto gerarchico tra pubblica amministrazione e cittadini. Un rapporto che, invece, come emerge dai casi raccolti sul sito di Labsus dimostra di andare sempre più nella direzione dell’amministrazione condivisa. “Ecco perché – spiega Arena – Labsus ha dato il via al progetto nella città  di Bologna in cui si sta sperimentando anche la scrittura di un manuale dell’amministrazione condivisa”.

Nella gestione di una città , infine, è necessario non solo che i cittadini e le amministrazioni costruiscano i nodi di una solida maglia di esperienze comuni nella presa in carico e cura dei beni comuni ma è anche decisivo distinguere tra partecipazione e sussidiarietà  vera e propria. “La fase della partecipazione – conclude Arena – prevede il coinvolgimento dei cittadini solo nel momento della decisione, decisione che verrà  poi presa dall’amministrazione. Mentre la sussidiarietà  richiede un passo in più. I cittadini come parte attiva della soluzione”.

Ascolta l’intervista qui

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