A Impruneta l'arte è un bene comune

Una missione compiuta grazie alla partecipazione dei cittadini in un'attività  che poteva sembrare lontana dalle loro competenze

L’Arte in Toscana è un bene comune. à‰ questo il messaggio che sembra abbia lanciato l’iniziativa degli “Amici dei musei di Impruneta e San Casciano Val di Pesa” dello scorso inverno.
L’impresa consisteva nel restauro di un tabernacolo del Desco del XV secolo attraverso un crowdfunding della popolazione residente.
E’ stato proposto ai cittadini e alle associazioni locali di adottare uno o più tasselli, da 30 euro ognuno, dell’immagine del tabernacolo. In cambio avrebbero avuto il proprio nome su una copia personalizzata del libretto realizzato in ricordo dell’intervento.

Imprunetini custodi del patrimonio culturale della comunità 

Una missione compiuta grazie alla partecipazione dei cittadini in un’attività  che poteva sembrare lontana dalle loro competenze. In realtà  questa esperienza ha mostrato quanto li riguardi in prima persona, tanto più in piccole realtà  come quella di Impruneta.
Il restauro che è consistito nel recupero dell’affresco, della parte muraria e del cancello, ha richiesto un finanziamento di 8.200 euro.
A partire da settembre 2011 e per un periodo di circa un anno, sono state raccolte le offerte, mentre il restauro è durato da marzo a luglio 2012. E’ stato possibile non solo recuperare un affresco del ‘400, ma anche attribuirlo, presumibilmente, a Paolo Schiavo un artista che ha collaborato con Masolino a Castiglion Olona e che ha lasciato molti affreschi in tutto il contado fiorentino.

impruneta_tabernacolo_descoCome spiega Maria Pratesi, ex presidentessa dell’associazione che ha curato i lavori: “Malgrado i timori dei soci circa la reazione della popolazione e l’idea che bisognava chiedere pochi euro data la crisi, la risposta è stata molto soddisfacente sia a livello dei singoli che a livello delle associazioni locali che hanno contribuito comprando più tasselli. Certo, ci siamo impegnati nel raccogliere adesioni in tutti i modi, fino a “tassare” la Giunta a livello dei singoli componenti dato che i soldi pubblici non ci sono, ma alla fine direi che c’è stata una soddisfazione generale e condivisa che secondo me è il risultato più importante, al di là  dell’indubbio valore artistico dell’affresco”.

Da sottolineare l’interesse della pubblica amministrazione, pronta a raccogliere la sfida di considerare l’arte in Toscana un bene comune e a dimostrarsi attenta alle esigenze presentate dall’associazione: “L’assessore alla Cultura Marco Pistolesi ci ha sostenuto fin dall’inizio e il Comune ha provveduto all’impianto di illuminazione” ed ha azzerato gli oneri per l’occupazione del suolo pubblico.
Il restauro, oltre a recuperare un bene artistico importante, ha rinfocolato l’orgoglio rionale e cittadino. Particolarmente partecipata la cerimonia di inaugurazione con tutte le signore coinvolte nella preparazione di un ricco buffet, mentre prima i rionali del Pallò oltre a fare l’offerta, hanno scalato il cantiere per lasciare, come ogni anno, un omaggio alla Madonna in occasione della Festa dell’Uva.

Replicabilità  del modello

L’ultima nota va dedicata alla replicabilità  di iniziative simili. Pratesi ritiene “che questa esperienza è replicabile, ma certo occorre superare una certa timidezza e pigrizia” e ci ricorda come la Toscana sia una terra fertile per questo tipo di iniziative. Il problema principale è la scarsa attenzione del grande pubblico, problema legato anche alla scarsa tradizione italiana della gratitudine agli sponsor.
In questo caso gli sponsors principali sono stati l’Ente Cassa di Risparmio, il Lions Club Firenze Impruneta S. Casciano, mentre il cristallo di protezione è stato offerto dalla Banca di Credito Cooperativo.

Fenomeni di questo genere stanno conoscendo negli ultimi anni una sempre maggiore diffusione, anche oltre i confini italiani. Infatti, anche se per altre ragioni, a questo tipo di esperienza è assimilabile la vicenda di una cittadina in Germania che ha utilizzato il crowdfunding per risolvere problemi inerenti alla sicurezza stradale.
Per tornare nella nostra penisola possiamo ricordare la proposta del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Sulla linea di un’oramai consolidata tradizione della città  partenopea, “Acquista una buca” rientra nell’ottica di una forte interazione con la comunità  attraverso l’adozione di pezzi di città .

Queste vicende risultano significative sotto due punti di vista: il primo è quello di un alleggerimento della macchina pubblica attraverso competenze più snelle perchè condivise. Il secondo, ma forse il più significativo, è quello di un reale coinvolgimento del cittadino nella vita della comunità . Il modo più incisivo per applicare il principio di sussidiarietà  nel lungo periodo.