Un progetto europeo per il contrasto della povertà  e dell ' esclusione sociale

Il progetto di ricerca europeo ImPRovE sta selezionando in tutta Europa 30 casi studio di azioni e progetti di innovazione sociale per il contrasto della povertà  e dell ' esclusione sociale

Il progetto ImPRovE è condotto dal Consorzio ImPRovE e finanziato dalla Commissione Europea e sarà  realizzato nel periodo tra marzo 2012 e febbraio 2016.

Il programma parte dalla constatazione della persistenza della povertà  nel contesto europeo e dell’emergere di pratiche e politiche locali che offrono nuove strategie per affrontare e contrastare la povertà , sperimentando modalità  innovative a livello locale o regionale.

L’obiettivo è quello di incoraggiare imprenditori sociali, organizzazioni della società  civile più creative, professionisti impegnati nel sociale ed i responsabili politici a condividere le proprie esperienze di casi di innovazione sociale realizzati nel proprio territorio, che ritengono più interessanti, riusciti o controversi.

Il Consorzio ImPRovE selezionerà  30 casi con lo scopo di analizzare in quali condizioni esse possano contribuire ad integrare, rafforzare o modificare le politiche di welfare di contrasto della povertà .

Caratteristiche progetti

Per procedere al meglio alla selezione dei 30 casi è indispensabile il contributo dei cittadini affinchè condividano il loro sapere sulle iniziative innovative realizzate nei rispettivi territori.

Saranno oggetto di studio progetti che affrontano le seguenti tematiche:

• disoccupazione e attivazione

• istruzione/educazione e minoranze (educativa di strada, ecc.)

• social housing (inclusione abitativa fasce deboli)

Per innovazione sociale i promotori del progetto intendono quelle pratiche locali “orientate all’empowerment di individui e gruppi in condizioni di esclusione sociale, al fine di soddisfare necessità  che il mercato o le politiche di welfare più consolidate non riescono a soddisfare in maniera adeguata”.

Nella presentazione del programma si fa riferimento a modalità  di intervento alternative messe in atto dalla società  civile, dagli imprenditori sociali e/o dai governi locali, che più in generale potremmo definire come contributi di cittadinanza attiva e di tutela dei beni comuni orientati alla produzione di servizi di interesse generale e di welfare. Da anni esaminiamo esperienze più o meno strutturate in cui i protagonisti civici tentano di rispondere a problemi collettivi proponendo strategie condivise e spesso innovative; a volte queste ultime si trasformano in vere e proprie esperienze di governance.

In breve, saranno considerate innovative, le azioni, esperienze, pratiche di innovazione sociale che rispondono ai seguenti criteri:

1) agiscono “diversamente”, adottando nuove (per lo meno nel proprio specifico contesto) modalità , procedure, metodi o strumenti;

2) sono realizzate da organizzazioni della società  civile, imprese sociali o amministrazioni locali;

3) emergono “dal basso”, dunque a cura di attori ed in contesti prossimi alla quotidianità  ed alle esperienze dei cittadini in condizioni di povertà  ed esclusione sociale, ma allo stesso tempo sono in grado di costruire legami con le istituzioni, anche oltre il livello locale.

E’ possibile inviare le proposte alla dott.sa Tatiana Saruis (tatiana.saruis@gmail.com); il responsabile italiano del progetto è invece il prof. Yuri Kazepov (yuri.kazepov@uniurb.it).

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