Tra solidarietà  e amicizia i nuovi rapporti di vicinato oltre la rete

"L ' obiettivo non è mai economico- precisa un residente- qui non si dà  per avere in cambio, si dà  e basta."

Il 5 settembre 2013 Federico Bastiani creava un gruppo chiuso sul social network oggi più popolare: Facebook. In poco tempo l’iniziativa si è tradotta nella nascita della prima social street italiana a Bologna in via Fondazza. L’esperienza bolognese ha destato curiosità  e ammirazione in Italia e nel mondo: è emersa prepotente la rivalutazione di quei rapporti oggi quasi dimenticati, come   i rapporti di vicinato. Com’è possibile, infatti, si chiedeva Bastiani, ignorare per anni le persone che ci circondano, non conoscendone il nome, il volto o la voce? La ” strada sociale ” diviene cosìil luogo in cui si delineano i tratti di una nuova socialità  che recupera la genuinità  delle relazioni passate col supporto dei moderni mezzi offerti dalla tecnologia. ” L’obiettivo non è mai economico – precisa un residente – qui non si dà  per avere in cambio, si dà  e basta. Non siamo la banca del tempo. E neanche la Caritas. Tutto nasce dal concetto di conoscere chi ti sta attorno: quasi banale nella sua virtuosa semplicità  ” .

Una socialità  tutta italiana

Dal successo emiliano si è cosìdiffusa la ” social street mania ” : sono più di 150 le strade sociali presenti sul territorio nazionale e tante ancora quelle che potrebbero sorgere. A Bologna se ne contano più di trenta, numerose anche le milanesi e quelle capitoline: ed ancora a Brescia, Brindisi, Cagliari, Siracusa, Catania, Firenze, Ferrara, Udine, Mantova, Genova, Alessandria, Ancona, Livorno e tante altre. Sul sito dell’iniziativa, oltre all’elenco completo delle social street, si legge che ” L’obiettivo del Social Street è quello di socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame, condividere necessità , scambiarsi professionalità , conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre quindi tutti i benefici derivanti da una maggiore interazione sociale. Per raggiungere questo obiettivo a costi zero, ovvero senza aprire nuovi siti, o piattaforme, il Social street utilizza la creazione dei gruppi chiusi di Facebook ” . Cosìin tutte le città  coinvolte si dà  il via alle mille iniziative: dai coupon riservati ai residenti agli spettacoli teatrali, dal babysitting alla rivalutazione degli spazi di quartiere inutilizzati, dagli scambi di consulenze agli eventi condivisi per socializzare e conoscersi ancora. Cosìa Tricase, piccolo comune in provincia di Lecce, si preannuncia una prossima raccolta di olive davvero speciale: il ricavato sarà  infatti un ” olio social ” .
Tante sono le esperienze che coinvolgono il nostro Paese, in realtà  piccole e grandi, dal nord al sud, alimentate dal comune desiderio di essere tutti un po’ meno estranei.

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