Dopo mobilitazioni e proteste la nuova fase dei cinema come beni comuni

"Vogliamo proporre la progettazione partecipata come strada valida per il recupero dei cinema urbani"

E’ passato un anno da quando il professor Silvano Curcio ed i suoi studenti, al primo anno del corso della Facoltà  di Architettura dell’Università  Sapienza di Roma, hanno censito i cinema abbandonati della città  e realizzato un docufilm su quindici di quelle strutture.
Allora lo scopo principale del docente e dei suoi studenti, come pure quello dei ragazzi che dal 2012 occupano il Cinema America, era quello di sensibilizzare la proprietà , la cittadinanza e le istituzioni. Quella prima esperienza è stata un grandissimo successo catalizzando l’attenzione su un problema sociale fortissimo nella capitale: la chiusura di molti cinema storici e la conseguente perdita di valore culturale e aggregativo.

Quarto potere: la gestione partecipata

Oggi altri studenti del professor Curcio, questa volta al terzo anno di studi, si stanno invece applicando in un laboratorio per proporre nuove progettualità , ovvero un possibile modello alternativo alla speculazione che preveda la gestione partecipata di quei presidi di forte valore sociale e culturale. Ne nascerà  un nuovo docufilm, questa volta carico di propositività , per dimostrare come si possano contemperare gli interessi privati con quelli della comunità . I cinema possono cosìvedere integrate le loro funzioni, che alla principale ne affianchino altre di valore sociale, ma anche commerciale.
” Vi è stato uno studio propedeutico che ha analizzato il ruolo e le funzioni dei cinema oggi, in un quadro Roma-Italia-Mondo ” aggiunge il professor Curcio: se è vero che le norme esistenti sotto il profilo dell’edilizia urbanistica nel Lazio sono molte e contrastanti, tali da creare confusione e difficoltà  d’analisi, e che anche i problemi che hanno portato alla chiusura del Cinema America, come di molti altri, permangono e non sono facilmente risolvibili, il professore ed i suoi studenti sembrano non volersi rassegnare.

L’Impero colpisce ancora

Un altro cinema storico di Roma, il cinema Impero situato nel quartiere di Torpignattara e chiuso dagli anni ’70, sta vivendo un’esperienza simile grazie al ” CantiereImpero ” che ha voluto caricare di progettualità  partecipata la gestione dell’edificio dando vita ad un’esperienza riconosciuta come positiva dalle istituzioni e dalla stessa proprietà .
Dalla comunione di interessi è nato cosìun laboratorio congiunto, ed i ragazzi del professor Curcio che hanno illustrato il proprio lavoro ” sono stati riconosciuti portatori di competenza ” . Ne sta nascendo quindi una partnership che intende proporre la progettazione partecipata come strada valida attraverso una forte sinergia tra livello civico, tecnico ed istituzionale.

La Grande Bellezza

” Si sta lavorando ad un progetto – aggiunge Curcio –  che per ora è un layout ma che intende confluire in uno studio di fattibilità  tecnico-economico ” . Il nuovo docufilm si chiamerà  ” L’Impero dei fantasmi urbani: progetta-stione partecipata ” .
Quella individuata è insomma una via percorribile, che il professor Curcio preferisce chiamare ” meta-proposta ” , perché non si rimanga arroccati su posizioni contrastanti ma si cerchi piuttosto di conciliarle individuando modelli di recupero condivisi.
Il Cinema America insomma è stato ed è un grande esempio, perchè “da quando è iniziata l’occupazione pacifica – rimarca Curcio – gli abitanti del quartiere Trastevere hanno avuto modo di partecipare e quel cinema non è più un ‘fantasma urbano’, ma  è rinato”.
Tutti gli attori coinvolti dovrebbero insomma avere interesse a salvare questi cinema da morte certa, e sembra proprio che si stia aprendo una nuova fase, che quello attuale sia il tempo maturo delle proposte e che finalmente certe esperienze condivise possano davvero riportare il Cinema America, e gli altri, alla loro bellezza.

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