"Parole nuove per partecipare"

"Cittadinanza attiva " si configura come una di quelle nozioni che ben si legano ai mutamenti attuali della politica, verso un futuro che dovrà  confrontarsi con cittadini che sempre più vogliono prendersi cura direttamente dei beni della comunità 

Nei diversi interventi, si parla di come la comunicazione politica sia cambiata nell’era dei social media, di come, da una parte, le parole-chiave ” ricerca ” , ” apprendimento ” e ” innovazione ” siano la cornice del mutamento politico costruttivo, mentre dall’altra si faccia ancora ampio uso di slogan svuotati di senso, proprio come svuotata di senso è ormai la parola ” riforma ” .

Ecco quindi che, tra le altre, quella di ” cittadinanza attiva ” si configura come una di quelle nozioni che ben si legano ai mutamenti attuali della politica, verso un futuro che dovrà  confrontarsi con cittadini che sempre più vogliono prendersi cura direttamente dei beni della comunità . E’ questo in particolare il tema dell’intervento di Valentina Grassi caporedattrice Beni comuni di Labsus, ” Parole nuove per partecipare ” , che traccia un panorama della storia politica dell’Italia dal dopoguerra a oggi, per concludersi appunto su quelli che sono i segnali del mutamento in corso.

Se l’Italia degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta era un paese sostanzialmente bipolare, in cui dominavano i due grandi partiti di massa della DC e del PCI, successivamente l’era denominata ” Tangentopoli ” cambia radicalmente il volto politico del paese. Se la ” Prima Repubblica ” era caratterizzata da partiti di massa che rappresentavano interessi di classe, con ideologie ben delineate e fortemente radicati sul territorio, la cosiddetta ” Seconda Repubblica ” è caratterizzata invece dalla prevalenza di una leadership personalizzata e della comunicazione mediatica, in particolare televisiva: il volto di tale epoca è proprio un imprenditore del settore dei media, Silvio Berlusconi. E’ questa anche l’era della crisi dei partiti e la forte personalizzazione dei leader non riesce a supplire a un irreversibile crollo della partecipazione, di cui esempio evidente è il sempre maggiore astensionismo elettorale.

Il sistema e le istituzioni democratiche, tra le quali anche i partiti, entrano in una crisi profonda che non è solo nazionale, e che è anche aggravata dalla crisi economica mondiale del 2008. In questo contesto, a soffrire maggiormente della situazione, e quindi a dimostrare sempre maggiore sfiducia nelle istituzioni della rappresentanza politica, sono i giovani e gli strati sociali svantaggiati, con disoccupazione e povertà  che crescono a dismisura. Intanto, i movimenti politici cercano di richiamare un certo consenso attraverso soprattutto gli strumenti della comunicazione on line, ma anche attraverso la mobilitazione off line, e il Movimento Cinque stelle emerge come uno dei partiti che raccoglie maggiori consensi in un quadro politico di stanchezza e sfiducia.

In questo clima, iniziano a diventare sempre maggiori, tali da configurarsi come un vero e proprio fenomeno sociale, le iniziative dei cittadini che, insieme all’amministrazione o da soli, vogliono prendersi cura di beni comuni generalmente presenti nel loro territorio, oppure diffusi. Si tratta di un vero e proprio mutamento politico, verso quella partecipazione diretta dei cittadini che diventa un elemento chiave per comprendere l’Italia di oggi. Ed è soprattutto Labsus a dare voce e a raccogliere le testimonianze di queste forme di partecipazione, ed è sempre Labsus a redigere il ” Regolamento per l’amministrazione condivisa ” , che mette in condizioni le amministrazioni pubbliche di lavorare costruttivamente, in modo sinergico, con i gruppi dei cittadini attivi. E’ insomma Labsus a essere protagonista di un mutamento politico fondamentale che sta caratterizzando il paese Italia, esprimendo l’esigenza sempre più sentita dai cittadini di una democrazia partecipata.

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