Con l'impegno per la riapertura dello stadio comunale, i cittadini dimostrano di volersi riappropriare dei loro spazi

"E' la voglia di partecipare della popolazione che ha funzionato, si è voluto lavorare nella convinzione di essere utili alla comunità "

Lo stadio comunale di Casal di Principe, il cui piazzale antistante è stato recentemente dedicato a Domenico Novillo, un imprenditore vittima della camorra, ospitava negli anni Novanta la scuola di calcio Albanova, che giocava in serie C2. Successivamente la società , scemando l’organizzazione criminale che la sosteneva, è fallita e i cittadini hanno iniziato a utilizzare lo stadio come luogo di aggregazione sociale e per praticare sport vari. Quando Casal di Principe finisce in amministrazione giudiziale, lo stadio, ormai in stato di totale degrado, viene chiuso: è il 2012 e il Commissario straordinario prende questa decisione a seguito dei continui furti che lo stadio subisce. Certamente, per i cittadini è un duro colpo, considerata anche la grande distanza che c’è tra i commissari e il vissuto degli abitanti di Casal di Principe.

Lo stadio come simbolo di una nuova cultura dei beni comuni

La nuova amministrazione, che si insedia a giugno 2014, già  dalla campagna elettorale pone lo stadio come simbolo di una nuova mentalità  e una nuova cultura di riappropriazione degli spazi dei cittadini. Nonostante il dissesto finanziario, su pressione della cittadinanza, si cerca almeno di riaprire lo stadio. Un sabato pomeriggio, dopo un mese dalle elezioni, si decide la riapertura: si presentano circa quattrocento persone che, entusiaste, trovano però lo stadio in uno stato di totale incuria. In un paio di ore, si mobilitano tutti per tagliare l’erba e per pensare a a come fare per riaprire e rendere di nuovo agibile lo stadio.

Due associazioni locali (Centenario e Noi insieme), su autorizzazione del Comune, si mettono a pulire. Il territorio ha molte maestranze edili che si trovano senza lavoro: cercano cosìdi riappropriarsi di un luogo che è un bene di tutti. Si uniscono alle associazioni anche i cittadini con le loro maestranze: si innesca un circolo virtuoso, un tam tam che fa arrivare anche i materiali. Cavi di elettricità , sanitari, pittura vengono regalati da cittadini che vogliono contribuire. A fine ottobre, i lavori sono completati. Lo stadio non è ancora agibile, però il tecnico del Comune afferma che lo stadio può essere utilizzato per occasioni di aggregazione sociale, per attività  ludico-motorie: insomma, le passeggiate si possono fare.

La voglia di partecipare dei cittadini

Tra manodopera volontaria e materiali sono stati donati tra i 20 e i 25 mila euro: ” è la voglia di partecipare della popolazione che ha funzionato, si è voluto lavorare nella convinzione di essere utili alla comunità  ” afferma l’assessore allo sport Ludovico Coronella. Anche nel caso di alcuni problemi con la raccolta differenziata, è stata un’associazione di ragazzi (San Pio) che si è impegnata a pulire una strada lasciata da anni nell’incuria.

Lo stadio è dedicato a Don Giuseppe Diana, il parroco barbaramente ucciso dalla camorra all’inizio degli anni Novanta, amico del primo cittadino di Casal di Principe che allora ebbe il suo primo, breve mandato. Nella cerimonia di riapertura dello stadio, il Comune ha preparato circa 100 pergamene di ringraziamento per i cittadini che si sono dati da fare. Così, si è innestata una catena virtuosa per cui ora alcuni esercenti si prendono cura di aiuole pubbliche vicine ai negozi e ci sono persone che spazzano strade pubbliche e potano le piante. Il Comune interviene di volta in volta protocollando le esigenze e cercando di regolamentare tutto: è ormai operativo, per tutte queste attività , il Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, che è passato all’approvazione in Consiglio comunale. Inoltre, si sta cercando anche di regolamentare le sponsorizzazioni: progressivamente, il progetto è di reinventarizzare tutte le proprietà  comunali e i beni in possesso del Comune cosìda poterli affidare ai cittadini attivi sapendo come interverranno.

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