All'unanimità  un ' altra amministrazione apre le porte (e le orecchie) ai cittadini

"Partendo dall ' esperienza di Bologna, fino alle più recenti politiche adottate dal Comune di Orvieto, anche Terni si avvia verso una rimodulazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini"

La regione Umbria continua il suo percorso di crescita in un’ottica di partecipazione, amministrazione condivisa, cittadinanza attiva e scambio di buone pratiche: dopo la nascita dell’Osservatorio Politiche Partecipative e la Rete di Amministrazioni Condivise, Terni adotta il regolamento per i beni comuni sotto la direzione scientifica di Labsus.
La città  va cosìad ingrossare le fila dei già  numerosi comuni italiani che hanno deciso di invertire la tendenza secondo cui i cittadini possono veder ascoltate le loro proposte migliorative e soddisfatti i loro bisogni esclusivamente in qualità  di utenti passivi in attesa che la complessa macchina pubblica si metta in moto.
Su Labsus abbiamo già  scritto dell’evento che si è tenuto giovedì26 marzo proprio a Terni in occasione della presentazione della neonata Rete di Amministrazioni Condivise (RAC), promossa da Anci Umbria, di cui la vicesindaco Malafoglia è coordinatrice. In questa sede è stato descritto questo nuovo strumento di coordinamento messo a disposizione di tutti i comuni umbri che vogliono riconoscere i cittadini volenterosi di attivarsi nei loro territori come fonti di risorse preziose e includibili nei processi decisionali. Grazie alla piattaforma online che verrà  attivata sul sito del comune di Terni per la prima volta in Italia, sindaci, assessori e amministratori potranno scambiarsi osservazioni, opinioni, politiche partecipative già  collaudate o potenzialmente attivabili, buone pratiche in materia di partecipazione e beni comuni.
Il presidente di Labsus Gregorio Arena e la coordinatrice dell’Osservatorio Politiche Partecipative Umbria Alessandra Valastro hanno partecipato all’evento e colto l’occasione per ribadire l’importanza storica del processo che si è avviato in Italia a partire dalle amministrazioni locali, che, per la loro vicinanza al cittadino, sono state le prime ad intercettare la necessità  di definire il cittadino ” abitante ” del suo territorio e, quindi, in grado di introdurre risorse nel sistema amministrativo (tempo, competenze, energie, soluzioni) senza chiederne o prosciugarne.

Verso il Regolamento

Il comune di Terni ha iniziato un percorso di riassetto della propria amministrazione in un’ottica di partecipazione e tutela dei beni comuni già  nel dicembre 2014, quando è stata presentata una deliberazione  (vedi allegato) da parte della Giunta Comunale che sollecitava l’elaborazione di una proposta indirizzata al Consiglio Comunale per l’approvazione del Regolamento per la cura dei beni comuni già  acquisito da tanti comuni italiani; la creazione di un gruppo interassessorile e di uno interdirezionale (dal momento che il passaggio ad un’amministrazione condivisa deve essere recepito e vissuto dall’intero organico di funzionari impiegati al Comune di Terni) che innescassero e sviluppassero il percorso disegnato dalla delibera; la collaborazione con enti, agenzie e soggetti che si occupano di partecipazione (come ad esempio il succitato Osservatorio Politiche Partecipative).
Tale deliberazione risulta importante nell’iter che prende avvio con essa perché costituisce un preambolo al Regolamento vero e proprio che verrà  approvato mesi dopo, una sorta di dichiarazione di intenti che ricalca i valori di fondo condivisi da tutti i comuni che lo hanno approvato. Nel documento le politiche sociali attive vengono definite come ” forza strategica per lo sviluppo della città ” perché possono sviluppare e alimentare una relazionalità  virtuosa tra il piano soggettivo di singoli cittadini e famiglie e il sistema sociale. I soggetti sociali portatori di competenze, interessi, disponibilità  ad agire sono “imprescindibili per la promozione di legami comunitari duraturi e il perseguimento dell’interesse generale in un’ottica di sussidiarietà  e reciprocità “, nonché titolari indiscutibili della fiducia dell’amministrazione nell’affidare loro incarichi che volontariamente e gratuitamente essi decidono di assumere. Si individuano beni comuni di natura materiale e immateriale e anche la città  di Terni deve essere considerata un Bene Comune accogliente, solidale, vivibile e socialmente responsabile da preservare in un’ottica di democrazia partecipativa.

L’approvazione all’unanimità 

In questa deliberazione vengono delineati i principi generali che disciplinano il percorso verso l’acquisizione del regolamento, le definizioni delle parole chiave che si riscontreranno anche nel testo del regolamento successivamente approvato, le aree tematiche e di intervento: cura e gestione condivisa degli spazi pubblici; cura e rigenerazione di edifici del patrimonio comunale; promozione dell’ innovazione sociale e dei servizi collaborativi in ambito culturale, giovanile ed educativo; promozione della creatività  urbana; innovazione digitale.
La principale promotrice del regolamento per la cura dei beni comuni, nonché vicesindaco di Terni, Francesca Malafoglia si è espressa con grande soddisfazione rispetto all’approvazione di tale prezioso strumento normativo: ” L’obiettivo è un maggior coinvolgimento  dei cittadini nella cura dei beni comuni, nel recupero e nella manutenzione degli spazi pubblici, ma anche, ad esempio, nella coesione sociale e nella sicurezza urbana. Il regolamento rappresenta il presupposto per una nuova fase di amministrazione condivisa ” .
Intanto presto verrà  riattivata la piattaforma online  Prendoparte.it  del comune di Terni, importante fonte di informazione e agorà  telematica per il cittadino che intende avanzare proposte e attivarsi per salvaguardia dei beni comuni in sinergia con un’amministrazione in ascolto.

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