Una riflessione sulle dinamiche urbane

" Make the invisible visible - Rendere visibile l ' invisibile "

Il libro trae origine dal ciclo di conferenze ” Urban Age ” , organizzato dalla London School of Economics (LSE) e dalla Alfred Herrhausen Society della Deutsche Bank. Un’ondata di progetti innovativi ha finalmente trovato spazio in questa piattaforma, che si propone di studiare a livello internazionale le dinamiche urbane, e da qui è scaturita l’idea di premiare la creatività , assegnando annualmente il Deutsche Bank Urban Age Award. Handmade Urbanism  è una splendida raccolta dei progetti più significativi e sorprendenti, che dimostrano che per migliorare anche le situazioni più disperate servono solo impegno ed entusiasmo.

Dinamiche urbane

Le città  scelte, Mumbai, San Paolo, Istanbul, Città  del Messico e Città  del Capo, sono interessanti per almeno due motivi. In primo luogo, a differenza di ciò che avviene in molti altri paesi, gli interventi non erano tesi a migliorare l’impatto visivo di un quartiere o a riqualificarne piccole porzioni a scopo meramente decorativo, ma piuttosto a provvedere alla distribuzione di servizi e di infrastrutture di base. In secondo luogo, prendendo in considerazione i mezzi a disposizione di partenza, finanziari e non, è sorprendente constatare la portata dei miglioramenti apportati e l’innovazione anche concettuale che questi veicolano.
L’aspetto pratico non è mai disgiunto dal risvolto sociale. I luoghi e i servizi realizzati sono stati solo l’inizio di un intervento architettonico più ampio che ha restituito alle baraccopoli punti di interazione sociale che hanno valorizzato nel tempo particolari legami comunitari, promuovendo in alcuni casi anche il ruolo delle donne e dei giovani.

Un esempio illuminante è il progetto Triratna Prerana Mandal (TPM). Nello slum di Khotwadi, nella periferia di Mumbai, un gruppo di giovani ha unito le forze per fornire alla comunità  il primo servizio co-gestito di bagni pubblici. Il progetto, finanziato dalla Banca Mondiale, non si è però limitato a questo. L’edificio è diventato un punto di aggregazione sociale importante, al punto da ospitare ai piani superiori un laboratorio informatico, lezioni di inglese e una cucina in cui le donne della comunità  preparano i pranzi per gli studenti delle scuole dei dintorni. Il progetto TPM dimostra in sostanza ” che anche un’infrastruttura di base e uno spazio limitato possono dare impeto ad un più ampio attivismo comunitario e cambiamento urbano ” [1].

Il ruolo delle partnership

La raccolta Handmade Urbanism  è la dimostrazione che i cittadini sono pronti a farsi protagonisti del cambiamento che vogliono operare. Tra le mille difficoltà  che queste storie portano alla luce, quelle burocratiche sembrano di gran lunga maggiori di quelle finanziarie. Le comunità  locali infatti si sono dimostrate perfettamente all’altezza nel reperire fondi e trovare donatori interessati al progetto. Trovare nel governo locale un partner affidabile e superare i vuoti legislativi è tutta un’altra storia.
In molte occasioni, mancano leggi adeguate che sostengano i cittadini nel proprio attivismo, mentre in altre il legislatore è restio a concedere alla società  civile la possibilità  di intervenire materialmente sul territorio. Ciò che sembra essere contato di più in queste storie è quindi la tenacia. La tenacia ha spinto normali cittadini a dimostrare il proprio valore nei fatti, costruendo alleanze importanti con tecnici ed esperti che hanno offerto un valore aggiunto ai singoli progetti. Le amministrazioni comunali sono il tassello finale fondamentale senza il quale il cambiamento non sarebbe stato possibile, ma la strada che ha portato al loro coinvolgimento è stata impervia.

Eppure anche questo fatto ci comunica un dato interessante. L’aiuto materiale o anche il solo beneplacito del governo locale è un dato senza il quale non si può prescindere e che permette davvero di fare il salto di qualità  quando si parla di cambiamento urbano. Ciò che si instaura tra l’amministrazione pubblica e la società  civile è un mutuo e reciproco scambio, da cui tutti traggono vantaggio.

Per dirlo con le parole degli autori, la parola handmade non solo si riferisce ad un qualcosa fatto a mano, ma riflette anche la cura e l’attenzione per il particolare che il più delle volte lo rendono di qualità  nettamente superiore. Si ritrova questa stessa meticolosità  anche in questi progetti che, grazie alla collaborazione virtuosa tra cittadini, architetti ed esponenti del governo locale, hanno dato vita ai sogni e alle aspirazioni di interi quartieri.

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[1] Traduzione a cura dell’autrice dell’articolo.