Collaborazione nel comune in provincia di Asti per far fronte a un ' emergenza

Decine di volontari si sono mossi a beneficio di migliaia di visitatori, dando prova di partecipazione civile, passione e conoscenza

Dopo l’abbandono della chiesa di Vezzolano da parte del custode-casiere a inizio giugno, l’associazione ” In Collina ” , nella veste del suo presidente Paolo Aiassa, ha lanciato un appello per garantire nei mesi cruciali estivi l’accesso al pubblico alla chiesa, ricevendo risposte positive e muovendosi in prima persona per far fronte all’emergenza. Grazie alla tempestiva collaborazione del Polo Museale del Piemonte è stata scritta e firmata una convenzione in tempo record di 15 giorni, dando il via a un’esperienza di collaborazione inedita, dopo il decreto sui poli museali della Legge Franceschini.

Partecipazione civile, passione e conoscenza

Un cantiere in atto quindi, che vede come attori protagonisti i volontari, in totale 35, che dall’11 luglio al 18 ottobre hanno effettuato ben 194 turni per garantire l’ingresso. Si tratta principalmente di guide, dirigenti e staff dell’associazione ” In Collina ” , seguiti da membri di altre associazioni locali, titolari di attività  e amministratori comunali. E la chiesa di Vezzolano durante questo periodo può vantare circa 9000 presenze fra turisti italiani, europei e da tutto il mondo.

Le attività  che sono state possibili grazie a questo accordo sono state molteplici: apertura e chiusura dei locali, accoglienza personalizzata ai visitatori, pulizia e manutenzione del verde, la creazione di nuovi materiali in più lingue, gestione del bookshop, cura continuativa del frutteto, grazie anche all’associazione ” Frutteto di Vezzolano ” . Il suo presidente sostiene: ” Decine di volontari si sono mossi quindi a beneficio di migliaia di visitatori dando una grande prova di come sostenere la fruizione di beni con persone, lavoro, partecipazione civile, passione e conoscenza ” .

Il respiro internazionale

Il bilancio non può quindi che essere positivo, con molti punti di forza quali aver garantito pulizia e decoro di tutto il complesso monumentale e nel suo intorno, avere curato rapporti con il pubblico internazionale e aver tratto beneficio dalla fruibilità  della chiesa, dando un’immagine positiva dell’area in generale. Una grande opportunità  da cogliere, quella del respiro internazionale di questa esperienza, con una più ampia comunicazione in lingue straniere e una gestione omogenea dei rapporti con i visitatori.

Il caso della chiesa di Vezzolano ha suscitato non poca curiosità  e la sua rassegna stampa vanta articoli su Stampa Asti, Gazzetta d’Asti, Nuova Provincia e Corriere di Chieri. Come afferma il Prof. Rei: ” Ci auguriamo fortemente, il presidente Aiassa ed io, che questa esperienza di percorso sperimentale si possa trasformare da un caso di risposta a un’emergenza all’ordinarietà , aprendo cosìla strada alla novità  di un servizio che abbiamo constatato che può dare qualcosa in più, proprio grazie alla sua natura associazionista. Saremmo soddisfatti di vedere che superata l’emergenza si possa non disperdere questo patrimonio, facendo tesoro di ciò che si è fatto ” .

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