L’associazione, presieduta da Elisabetta Arena e coordinata insieme a Erika Fammartino e Antonella Franzè, si propone come soggetto attivo a supporto delle comunità e mira ad interpretare i suoi desideri al fine di ottenere un benessere collettivo tramite il recupero, il riuso e il riciclo del patrimonio edilizio e delle aree urbane degradate e abbandonate.
Dal censimento del patrimonio inutilizzato alla progettazione partecipata
YOUrbanMOB nasce nell’ottobre 2015 ponendo, da subito, particolare attenzione ai percorsi di partecipazione attiva. Attraverso la sensibilizzazione della comunità alla salvaguardia, alla valorizzazione e alla gestione degli spazi in cui vive, sostiene i cittadini quali principale soggetto attivo per far rivivere tali spazi, attraverso progetti legati al mondo della cultura, dell’associazionismo, dell’accoglienza temporanea, dello start-up, dell’artigianato e della piccola impresa.
Per avere una reale conoscenza della quantità di manufatti che potrebbero essere a disposizione sul territorio, si può partire da una contabilizzazione e catalogazione dello stato di fatto di questi ultimi; per questo è stato avviato un censimento dei beni in disuso, sottoutilizzati e obsoleti, inseriti nel territorio calabrese e siciliano. Un censimento, questo, che raccoglie informazioni introduttive e che fornisce indicazioni sulle dimensioni del fenomeno dell’abbandono e sulle potenzialità dell’eventuale riuso. A partire dalla convinzione che i manufatti abbandonati rappresentano il maggiore capitale materiale disponibile in Italia, si cerca di recuperare, riutilizzandoli e considerandoli come un bene comune, tutta l’energia impiegata per la loro costruzione, incrementando in questo modo la creatività individuale e collettiva.
L’obiettivo principale dunque è far dialogare le amministrazioni con i cittadini per costruire insieme un percorso educativo e culturale, che modifichi la percezione per cui i manufatti della città sono dei ” non-luoghi ” , aree pericolose, degradate e nel peggiore dei casi, ricettacoli di criminalità . Il metodo partecipato tende a voler fornire elementi di riflessione e a stimolare, negli abitanti, ragionamenti sulle scelte realmente realizzabili nel proprio territorio. In base alle realtà con le quali ci si confronta, le fasi del processo partecipato mutano, mantenendo comunque delle linee guida principali: osservazione delle modalità con cui i cittadini hanno plasmato i luoghi; un’intervista volta a stimolare una riflessione tra gli abitanti, facendo emergere il legame individuale e collettivo che li lega al contesto; predisposizione di materiali conoscitivi su cui i cittadini possano attuare specifiche scelte che troveranno riscontro nei successivi incontri, durante i quali si andranno a discutere gli esiti progettuali. YOUrbanMOB ha condotto già diverse sperimentazioni, in Calabria e non solo, e dalla risposta avuta dalle amministrazione e dai cittadini appare chiaro che l’esercizio del diritto a partecipare è ritenuto sempre più indispensabile.
Le ferrovie ” sospese ” : patrimonio materiale e immateriale di una comune storia italiana
” Viaggio tra le ferrovie (non) dimenticate ” è il titolo dell’ultimo evento organizzato in collaborazione con gli studenti dell’Università degli Studi Mediterranea, che ha avuto come oggetto l’analisi delle proposte di rigenerazione urbana e riutilizzo del tratto ferroviario in disuso Gioia Tauro – Cinquefrondi (RC).
La giornata ha previsto una passeggiata guidata lungo il tracciato dismesso per effettuare insieme una lettura del territorio, aumentando la consapevolezza sulle potenzialità di sviluppo turistico, ambientale, sociale che le ferrovie ” sospese ” possono generare.
L’evento si è concluso con un incontro al quale hanno partecipato i sindaci dei Comuni interessati dalla linea ferrata, il vicepresidente di Consiglio regionale della Calabria e numerosi cittadini.
Il tema delle ferrovie ” sospese ” è di particolare interesse in tutto il territorio nazionale; si tratta di un patrimonio importante fatto di sedimi continui, stazioni, caselli, officine che si snodano nel territorio, collegando città e borghi di particolare pregio storico e ambientale, che giacciono per gran parte abbandonati, in balia dei vandali e della natura, che se ne sta riappropriando. Un patrimonio da tutelare e salvaguardare, che richiede un intervento progettuale (pubblico/privato) tempestivo.
Il processo partecipato si è svolto in tre tempi: una fase analitica, con la compilazione di un questionario; una seconda fase, di raccolta delle prospettate criticità e delle potenzialità dell’intero tratto ferroviario; e la terza fase, di formulazione di proposte progettuali di riutilizzo della linea ferroviaria e di tutto il patrimonio connesso.
Per mantenere accesi i riflettori su questo importante tema, l’associazione ha lanciato un contest fotografico ” Viaggio tra le ferrovie (non) dimenticate ” .
Per maggiori informazioni clicca qui o scrivi un’email a yourbanmob@gmail.com
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