Il tema della prossimità  declinato in quattro aspetti principali: solidarietà  e accoglienza, economia della condivisione, ambiente e qualità  della vita e rigenerazione urbana

L’evento ha potuto contare sulla partecipazione attiva di oltre quaranta realtà  chieresi che hanno avuto l’opportunità  di raccontarsi, presentarsi e discutere insieme. Il densissimo programma della manifestazione ha visto la realizzazione di un centinaio di attività  fra laboratori per ragazzi e adulti, dimostrazioni gratuite, concerti, dirette radiofoniche, discussioni pubbliche e pasti condivisi. Il tema della giornata, appunto, ” la prossimità  ” , è stato declinato in quattro aspetti principali: solidarietà  e accoglienza, economia della condivisione, ambiente e qualità  della vita e rigenerazione urbana.  L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con i promotori e co-direttori della Rete Nazionale della Prossimità , un network di organizzazioni che ha l’obiettivo di combinare interventi sul tema della prossimità ; fra questi, la Biennale di Prossimità , la cui seconda edizione avrà  luogo a Bologna nel 2017.

I tavoli di discussione

Fra i momenti importanti delle tre giornate i tavoli di discussione svolgono, sicuramente, un ruolo fondamentale. Intanto, essi rappresentano un percorso – cominciato nel marzo 2016 e terminato con l’evento – di confronto fra gli amministratori di Chieri e le associazioni che hanno deciso di partecipare e che si sono volute come protagoniste della manifestazione. Ogni tavolo tematico aveva un coordinatore esperto sul tema, che ha tenuto le fila del discorso e favorito il confronto fra cittadini e amministrazioni. Per l’occorrenza sono state invitate anche alcune esperienze che hanno risposto in maniera positiva e innovativa al tema trattato, le quali hanno contribuito al dibattito con suggestioni interessanti.

Accoglienza e solidarietà 

IMG_20160709_172319Il primo tavolo di discussione, ” accoglienza e solidarietà  ” , si è tenuto il sabato mattina e aveva l’obiettivo di stimolare una riflessione sugli esempi di accoglienza a cui si cerca di dare risposta attraverso strumenti di prossimità . Il tavolo, coordinato da Gianfranco Marocchi, co-direttore della Biennale Prossimità , è partito rappresentando il tema dell’accoglienza attraverso diversi progetti di supporto ai rifugiati presenti sul territorio fra Chieri e Torino. Fra le realtà  associative che si sono presentate, il Comitato gemellaggi di Chieri, attivo su diversi fronti, specialmente nel promuovere attività  di scambio con le città  gemellate. Un progetto particolarmente interessante è stato quello realizzato all’Istituto Monti di Chieri attraverso delle formazioni del CISV – Torino sul Burkina Faso, che hanno consentito a otto ragazzi dell’istituto di vivere un vero e proprio scambio. E ancora, sono stati presentati progetti con i ragazzi in Romania e altre esperienze. Dall’accoglienza al migrante si è, poi, passati all’idea d’inclusione veicolata dai ” beni comuni ” . Interventi speciali in questo senso, sono stati quelli delle Case del Quartiere di Torino e di uno sportello d’ascolto torinese della circoscrizione 6. In questo contesto si è voluto mettere in evidenza il cominciare a pensare alle persone come portatrici non solo di bisogni, ma anche di desideri e che tale spinta porta a costruire, conoscere e sperimentare. Un’immagine molto bella del tavolo è stata quella del ” giardino ” , una metafora che può diventare emblematica per un discorso sui beni comuni: non coltivare il proprio orticello, ma coltivare, insieme, un orto aperto e di tutti.

Economia della condivisione

Il secondo tavolo, ” economia della condivisione ” , si è svolto la domenica mattina ed è stato coordinato da Livia Papi, consigliere di maggioranza del Comune e da anni attivista nelle Banche del Tempo di Chieri e Torino. Tavolo di discussione area di prossimità Il tema, da subito dichiarato e affrontato, è ruotato attorno al dibattito sulla possibilità , attraverso delle buone prassi che avessero l’obiettivo di ” fare sistema ” , di proporre un modello di economia diverso rispetto a quello classico. Sono stati tanti gli esempi di ” economia della condivisione ” che hanno stimolato la discussione: dall’esperienza delle donne di una piccola banca del Tempo torinese, attualmente impegnate in un percorso di microcredito, a iniziative come Net to Share, una piattaforma che mette in comunicazione persone diverse e che, attraverso una micro raccolta di finanziamenti, mette in circolo un sistema di sconti con i negozianti. O ancora, iniziative solidali quali ReciprocaMente, un progetto di ridistribuzione delle rimanenze del mercato o ancora, i progetti di crowdfunding civico o l’esperienza di economia della solidarietà  della cooperativa AgriCoop Pecetto. Nell’elencare tutte queste buone prassi, l’accento si è posto su due concetti fondamentali: la relazione, indispensabile per favorire delle azioni di scambio e il territorio come risorsa. Fra le considerazioni, il fatto che l’ ” economia della condivisione ” , cosìcom’è stata raccontata, non ha la pretesa di sostituirsi in toto ad un sistema macroeconomico, ma lo accompagna, trasformando profondamente l’economia dominante e dandole il volto umano della relazione. Il tavolo si è concluso con la considerazione che, in un mondo che vuole quantificare, forse una sfida interessante sarebbe quella di misurare attraverso degli indicatori l’economia della solidarietà .

Ambiente e qualità  della vita

Quasi in contemporanea si è svolto il tavolo su ” ambiente e qualità  della vita ” , coordinato da Andrea Limone, che da anni si occupa di microcredito e partecipato da tutte le associazioni o enti pubblici che, a vario titolo, si occupano del tema. L’idea di una buona qualità  della vita è stata messa in relazione ad un ambiente sano e ad alcune abitudini che bisognerebbe cambiare per vivere meglio.
Tavolo di discussione area di prossimità Il ruolo della relazione, del non isolarsi e dell’informazione sono stati identificati come valori estremamente positivi per favorire il benessere delle persone, ancor più in caso di patologie. In questo senso, un continuo lavoro di ” cura del sé ” passa anche attraverso attività  ludico ricreative, incontri di mutuo aiuto e un mutamento dello stile di vita che attraversa tutte le pratiche del vivere quotidiano: dalla mobilità  sostenibile a una visione del mondo che aiuti ad alleggerire il carico di stress giornaliero. La qualità  della vita è stata significativamente messa assieme al ruolo dell’ambiente: un ecosistema pulito può diventare indice di benessere. In questo senso, Chieri accoglie la prima associazione di geobiologi del Piemonte che ha l’obiettivo di calcolare le influenze dei fenomeni elettro-magnetici e tellurici sulla salute delle persone. Il tavolo si è concluso con l’ invito, da parte dell’amministrazione chierese a sviluppare l’azione di ” prossimità  ” nell’ottica del benessere comune e delle politiche ambientali.

Rigenerazione urbana

L’ultimo tavolo si è tenuto nel pomeriggio del 10 luglio, presso il cortile del Comune e ha trattato il tema della ” rigenerazione urbana ” . La discussione, coordinata da Daniela Grognardi, urbanista del comune di Torino, è partita dal tema della partecipazione e della progettazione con i cittadini, per concludersi con un confronto fra amministratori locali e cittadini.
Nell’affrontare le tematiche sono state presentate alcune importanti testimonianze, fra cui quella dell’Arsenale Creativo di Pavia, un’esperienza di riqualificazione del basso e di valorizzazione di uno spazio pubblico come bene comune. Nel corso dell’intervento si è riflettuto su come la partecipazione abbia bisogno di professionalità : facilitatori che siano in grado di dialogare con le persone e con le amministrazioni, funzionari attenti e cittadini attivi.
Un altro aspetto importante è stato l’accento sui tempi dei processi partecipati, tempistiche che il comune di Chieri sta sperimentando nel tentativo di rendere l’ex area Tabasso (un enorme ex cotonificio in parte utilizzato come biblioteca, in parte come co-working) un bene comune.
Un bel confronto che ha portato sul tavolo di discussione due tipologie di visioni: da un lato quella comunale, dall’altro quella dei cittadini che, seppur qualificati, si trovano spesso di fronte a delle norme che non consentono una ” partecipazione pacifica ” .

Un paese in movimento

In linea con il tema della prossimità , la manifestazione si è svolta nelle vie chieresi, coinvolgendo il cortile del Municipio, l’area Caselli accanto al Centro Culturale Pachanka, il Chiostro di Sant’Antonio, la cittadella del Volontariato, la Sala Conceria, la Piazzetta Meridiana, Porto Gialdo e l’ex Area Tabasso. Area di prossimità  ChieriIn questi spazi, pubblici, fruibili, disponibili, nelle giornate della prossimità , è stato possibile vedere le associazioni che si sono riversate sulle strade e hanno occupato spazi comunali per svolgere le loro attività . Ad esempio, la mostra ” Libri: storie e memorie ” , situata nella sala comunale, oppure la divertentissima sessione di yoga della risata, che ha visto come protagonisti inaspettati dei bambini (noti maestri di risate), oppure la degustazione di cucina fusion seguita alla tavola rotonda sul cibo e il chilometro zero e sui nuovi consumi, o ancora, il concerto nell’area caselli e i giochi da tavola dell’associazione LudiChieri, o ancora, gli scacchisti che, incuranti del chiasso, giocano sul prato del Municipio. Una città  viva che, per concludere le giornate di prossimità , ha organizzato una grossa tavolata in via Palazzo di Città  per condividere il cibo e gli umori della giornata.

E il prossimo appuntamento? Nel 2017, sempre a Chieri, con la seconda edizione di AREA – Festival Internazionale dei Beni Comuni.

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