L ' accoglienza dei minori stranieri ricade quasi totalmente sui Comuni. I dati del rapporto dell ' Anci e la presa di posizione dei giuristi di ASGI: le nuove norme sono anticostituzionali

Via terra, salpano nascosti su camion e autobus. Rompono confini e frontiere. Attraversano il mare, sbarcano nei porti italiani seguendo una miriade di rotte e strategie. Li chiamano Msna, acronimo di minori stranieri non accompagnati. Sono bambini soli, in fuga da guerre o povertà , spesso da entrambe. Secondo quanto documenta l’ultimo rapporto di Save the children (dati aggiornati al 15 luglio) sono undicimila e cinquecento i migranti minorenni già  arrivati quest’anno – per lo più provenienti da Eritrea, Nigeria, Costa D’Avorio, Sierra Leone, e dall’Egitto. Vengono ospitati, in particolare, nei Comuni in cui arrivano per la prima volta, perchè in base alla normativa vigente è su questi enti locali che ricade l’accoglienza, in massima parte.
Nei primi sei mesi del 2016 i loro arrivi sono più che raddoppiati. Basti pensare che nello stesso periodo dell’anno precedente erano poco più di quattromila. Nei giorni scorsi, il sindaco di Corigliano Calabro, Giuseppe Ceraci, che è tutore di centinaia di loro, aveva lanciato l’allarme sull’inidoneità  delle strutture di accoglienza. Lo aveva seguito a ruota dalle colonne del quotidiano La Repubblica, il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, anche lui tutore di centinaia di ragazzini che arrivano da soli in aereo. In sostanza, i Comuni italiani, in profonda difficoltà  finanziaria, lamentano di essere lasciati da soli, anche perché il Ministero dell’Interno partecipa a loro dire soltanto con un piccolo finanziamento. E il costo del servizio sembra ricadere cosìinteramente sugli enti locali di prima accoglienza. Ma al di là  dei soldi, delle cifre, dei numeri freddi con cui spesso vengono trattate le questioni che riguardano i migranti, ci sono le storie di vita, di questi adolescenti. Ed è quanto hanno raccolto i ricercatori di Cittalia autori del rapporto: “I Comuni e le politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati” presentato il 27 luglio a Roma presso la sede di Anci nazionale.
Un’ indagine, questa: http://www.cittalia.it/images/2016_MSNA_Rapporto.pdf che prende in esame dieci anni di politiche (2004 -2014) in materia di accoglienza dei minori stranieri attuate dai Comuni; un’ampia ricerca che si focalizza sui percorsi di inclusione, ma che rappresenta anche una denuncia articolata su un sistema di protezione che in questa maniera non può più sostenersi.
In primo luogo, perché vi è particolare complessità , nella condizione dei Msna. Determinata dal loro status, che li situa all’incrocio di appartenenze giuridiche multiple: ” il loro essere minori, stranieri, richiedenti asilo, vittime di tratta allo stesso tempo, rende problematico il rapporto e la relazione fra i diversi rami del diritto ” si legge nel rapporto. In evidenza sono messe, infatti, le numerose difficoltà  che si incontrano durante la presa in carico, momento che richiederebbe la collaborazione tra molteplici attori sociali, amministrativi, politici e giuridici – tutti livelli compartecipi del percorso d’integrazione del minore. Invece, ciò che si sconta è proprio la mancanza di un sistema di accoglienza e inclusione strutturato. Si avverte l’urgenza di un intervento pubblico correttivo ed è l’associazione dei comuni italiani (Anci) a segnalare quali dovrebbero essere. In primis c’è bisogno di aumentare i posti nelle reti strutturate di prima e di seconda accoglienza, poiché la disponibilità  complessiva di posti risulta non commisurata all’entità  degli arrivi. Ma c’è di più.  C’è di sicuro un’emergenza profonda legata all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano. C’è un sistema di protezione quasi al collasso, le cui criticità  sono ben evidenziate dal centro studi di Anci: ” risulta purtroppo ancora frequente il collocamento immediato da parte delle Prefetture o dei Comuni nei luoghi di sbarco al di fuori dei circuiti istituzionali ” si legge nel rapporto. E ancora: ” a tal proposito è necessario segnalare che negli ultimi mesi molti minori stranieri non accompagnati giunti attraverso gli sbarchi sono stati trattenuti nei centri di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa, Pozzallo e Taranto, oggi trasformati in Hotspot, in attesa di essere trasferiti in strutture loro dedicate“. Su ciò che produce l’approccio hotspot si legga qui: http://www.meltingpot.org/Crisi-dei-migranti-Europa-hotspot-La-fabbrica-della.html#.V6YtrvmLTIU http://www.dinamopress.it/news/hotspot-respinti-lungo-la-frontiera italiana. Si fa inoltre riferimento – nel paper di Cittalia – all’eccessivo ritardo con cui sono stabiliti gli interventi di tutela, a fronte dell’inserimento (in numeri elevati) dei minori in strutture inadatte.

La terapia del governo

Il governo italiano, intanto, proprio in questi giorni è corso ai ripari. Ma la terapia da adottare rischia di aggravare la situazione. Infatti, convertendo in legge il decreto n.113 del 24 giugno del 2016, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali (già  approvato dalla Camera dei deputati il 21 luglio) l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ha previsto riguardo le ” Misure straordinarie di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati ” una modifica al terzo comma dell’articolo 1 del decreto legislativo n.142 del 18 agosto 2015 che sinora aveva disciplinato in materia. In particolare, si legge nel testo della disposizione, denominato d’ora in poi comma 3 bis, che: ” in presenza di arrivi consistenti – qualora l’accoglienza non possa essere assicurata dai comuni – l’attivazione di strutture ricettive temporanee esclusivamente dedicate ai minori non accompagnati è disposta dal Prefetto, con una capienza massima di 50 posti per ciascuna struttura ” .

L’incostituzionalità  delle nuove misure

E’ quanto ha denunciato lo scorso 28 Luglio l’Associazione di studi giuridici per l’immigrazione (ASGI) con una lettera indirizzata a diverse istituzioni, tra cui: alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonchè sulle condizioni di trattenimento dei migranti, l’Autorità  Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza; il Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e alla stessa Anci. Perché ” con queste norme si rischia un trattamento di forte svantaggio dei Mnsa collocati nelle strutture ricettive temporanee rispetto ai minori italiani ” ; lamentano i giuristi: ” tale previsione si pone in netto contrasto con la normativa nazionale e regionale sulle strutture di accoglienza per minori, che prevede il superamento degli istituti di grandi dimensioni a favore di comunità  con dimensioni ridotte ” . Non soltanto. Cosìcome avviene per gli adulti inseriti nei Centri di accoglienza straordinaria è presumibile che i minori collocati nelle strutture ricettive temporanee vi resteranno per periodi molto lunghi, o addirittura potranno non essere mai trasferiti nello SPRAR; cosìsi legge nella lettera firmata dal presidente Asgi, l’avvocato Lorenzo Trucco: ” tali strutture saranno caratterizzate da standard significativamente inferiori rispetto a quelli previsti dalla normativa nazionale e regionale in materia di strutture per minori ” . Già , perché la legge italiana prevede strutture per minori con una capienza massima di 16 posti e l’attivazione di percorsi di inserimento scolastico, formativo, lavorativo a loro favore. Quel che è certo è che i minori che resteranno nelle strutture ricettive temporanee da 50 posti, per molti mesi o addirittura anni – come la tendenza del sistema di governo sembra confermare – non potranno essere mai inseriti in percorsi di inclusione sociale, con gravi ripercussioni in termini di disagio psichico e marginalizzazione.

Auspici e riconoscimento di soggettività 

Perciò ciò che Asgi auspica è che la norma in questione venga stralciata dal disegno di legge che ha convertito il decreto legge n. 113 e che ” si adottino politiche volte a rafforzare e a rendere più efficiente il sistema di accoglienza ordinario dei minori stranieri non accompagnati”. E’ necessario, dunque, che si aumentino i posti per Msna attivati nell’ambito del sistema Sprar. E’ opportuno – cosìsi conclude la lettera: ” che si affronti la questione connessa alla protezione degli Msna”. Ed è urgente, altrettanto, una più equa distribuzione dei soggetti migranti in tutte le regioni italiane. Basti pensare che ad oggi soltanto la Sicilia accoglie circa un terzo dei minori stranieri non accompagnati arrivati nel 2016 lungo la Penisola. Resta doveroso, infine, riconoscere le loro soggettività , cioè il diritto primario di profughi politici ed economici di essere accolti come essere umani dagli stati ricchi. Perché di questo si tratta, banalmente. Perché talvolta la fuga è una necessità  e nessuna considerazione di realpolitik demografica può nascondere il fatto che l’accoglienza è un dovere cui fa riferimento il nostro ordinamento costituzionale.

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