Al centro del secondo modulo della SIBEC, a Forte Marghera, il delicato rapporto tra sostenibilità economica ed inclusione sociale nella gestione dei commons

Tra il 6 e l’8 aprile prende avvio il secondo modulo del laboratorio di formazione itinerante SIBEC, Scuola Italiana Beni Comuni. Nella suggestiva cornice di Forte Marghera, la seconda puntata avrà come tema il delicato rapporto tra sostenibilità economica ed inclusione sociale nella gestione dei commons.
Esiste un nuovo modo di fare impresa in cui si persegue l’interesse generale e non la speculazione di pochi? Come permettere la partecipazione democratica di tutti i soggetti coinvolti senza perdere efficienza ed efficacia? Queste le domande che faranno da perno concettuale al secondo modulo SIBEC, una nuova tre giorni in cui si rifletterà intorno a modelli di pensiero innovativi e casi empirici di successo di gestione dei beni comuni.

Modelli di governance: teoria e prassi

soprall_forte_marghera14flexE per rispondere a queste domande cruciali, prioritaria è l’indagine sulle forme organizzative, i modelli di gestione e i processi di governance più idonei e coerenti con una gestione condivisa e sostenibile dei beni comuni. In questo secondo step i corsisti saranno accompagnati da docenti come Carlo Borzaga e Flaviano Zandonai, che non hanno certo bisogno di presentazioni, oltre che dall’esperto locale Willy Mazzer, che li porterà alla scoperta della Fondazione Forte Marghera e della Cooperativa Controvento. La visita sul campo sarà un’occasione per far emergere i punti caratteristici (sia di forza sia di debolezza) e costitutivi del caso, le prassi operative e le soluzioni adottate per soddisfare, almeno in parte, i principi teorici oggetto di studio, nonché l’eventuale replicabilità delle soluzioni.

Da fortezza militare a polo culturale

eventi-arte-venezia-helicotrema-festival-2015-Forte-Marghera.Come per gli altri moduli SIBEC, anche in questo caso la location non è solo una location. In questo caso si tratta infatti di una fortezza che risale al XIX secolo, divenuta una caserma dell’Esercito nella metà del Novecento, poi abbandonata all’incuria negli anni Ottanta. Si tratta di Forte Marghera: baricentro della storia del Campo Trincerato di Mestre, così come di Mestre stessa e della Venezia ottocentesca. Negli anni più recenti questo luogo simbolico è stato finalmente oggetto di progetti di recupero e valorizzazione, per dargli una nuova anima attraverso l’arte, la cultura, la creatività; per renderlo davvero fruibile per quello che è e che rappresenta: un bene comune materiale che incorpora in sé un bene comune immateriale fondamentale, ovvero la memoria storica dei luoghi e delle comunità.

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