L’auspicio dell’assessore Agnoli è che il progetto di via Siracusa sia solo “l’inizio per la costruzione di una Casa della Cultura”: nella città e per tutta la città di Lecce

A pochi giorni dall’inaugurazione della biblioteca prende già il via il laboratorio itinerante di scrittura, il primo degli incontri per “resistere leggendo”. E la resistenza ha come filo conduttore la cultura, intesa non come attività d’elite deputata ai soli luoghi vivi del nucleo centrale cittadino, ma come attività da scoprire e da riscoprire nella sua più alta accezione popolare e nella sua capacità aggregativa di tenere insieme uomini, donne, bambini, anziani, stranieri nei luoghi della vita quotidiana di tutti.

Leggere per conoscere e per conoscersi

Simona Cleopazzo, Presidente di Lecce Bene Comune, sottolinea la vocazione politica e socioculturale dell’associazione, con la volontà di trovare un filo conduttore che riavvicini, unisca e fornisca occasioni di dialogo, per stare insieme, tornare a parlarsi, a conoscersi, per prendersi cura delle “relazioni umane” di un quartiere che accoglie circa metà della popolazione leccese. L’attività di reading di comunità per il piacere di leggere per conoscere e conoscersi attraverso i libri proseguirà con alcuni incontri – già in calendario fino al mese di aprile – in diversi luoghi del quartiere, dalla scuola Stomeo Zimbalo alla pizzeria I Paladini, dalle Chiese alle associazioni, fino a coinvolgere un atrio condominiale.
I laboratori di scrittura e lettura sono finanziati dai fondi previsti per il progetto, mentre le altre attività sono autofinanziate: la biblioteca è stata allestita grazie alla donazione dei libri e da circa tre mesi un gruppo di volontari – studenti universitari o professori, alcuni in pensione – offre in forma gratuita il servizio di doposcuola a 15 bambini che frequentano le scuole primarie del quartiere. Renato Vernaleone, responsabile del progetto doposcuola sociale “Pomeriggi in biblioteca” mette in evidenza che basterebbero pochi semplici servizi per rivitalizzare il quartiere in cui ha scelto di vivere.

Le biblioteche: catalizzatori di energia sociale

In un quartiere come la zona periferica 167/B, quartiere dormitorio carente di servizi, attrattive culturali o punti di aggregazione, una biblioteca può essere snodo funzionale nello svolgimento di finalità che vanno ben oltre la semplice consultazione dei libri. A tal proposito l’assessore alla Cultura Antonella Agnoli, esperta di biblioteche e collaboratrice di amministrazioni locali, presente all’inaugurazione della biblioteca sociale in via Siracusa, invita a riflettere sul cambiamento che, negli ultimi anni, ha investito luoghi come le “tradizionali biblioteche”, non più depositi di libri né depositari simbolici di cultura, ma spazi polifunzionali che fungono da “catalizzatori urbani e sociali” per le esigenze della comunità e al servizio della comunità. L’impegno per la realizzazione della biblioteca sociale nel quartiere matura all’interno di un rinnovato interesse per le biblioteche in linea con il nuovo modello di biblioteca – ma soprattutto all’interno di Lecce Città del Libro 2017, il progetto che propone la promozione e la lettura come esperienza diffusa nel territorio urbano della città di Lecce, prendendo in considerazione anche l’allarmante calo dei lettori. Merita particolare attenzione il progetto innovativo “LecceOpenLibraries” che prevede la realizzazione di un sistema di piccole biblioteche sociali contemporanee “che possano avviare ad una visione della biblioteca pubblica come luogo di incontro e servizio, socialmente innovativo, di livellamento delle classi sociali, per tutti e utile a tutti e soprattutto a quel numero straordinariamente elevato di persone che non leggono, per il longlife learning, accessibile e che garantisca accessibilità a tutti i cittadini, luogo dove circolano i saperi, fabbrica di innovazione sociale, officina di creatività e di condivisione della conoscenza, luogo di libertà urbana”.

Cultura è partecipazione

L’auspicio dell’assessore Agnoli è che il progetto di via Siracusa sia solo “l’inizio per la costruzione di una Casa della Cultura” nella città e per la città, nel tentativo di ridare vitalità agli spazi pubblici, riconquistando anche quei cittadini che normalmente preferiscono le cittadelle dello shopping ai luoghi di cultura, ripensando spazi e soluzioni sulla base delle esigenze dei cittadini. Ecco allora che i luoghi potranno tornare ad essere abitati da persone che condividono momenti culturali, nelle più svariate forme di partecipazione, assumendo un ruolo attivo nella lotta ai fenomeni di marginalità e disagio.
L’ISTAT definisce la partecipazione culturale “una delle dimensioni fondamentali nello studio delle diseguaglianze e dell’appartenenza ai gruppi sociali”. Ogni forma di partecipazione culturale è indicatore di una società capace di produrre benessere, conoscenza, capitale sociale: garantire forme di partecipazione culturale presuppone che ne sia garantita l’accessibilità a tutti. In questo senso misurare la salute del settore culturale nelle periferie, fuori dalle porte del centro urbano di Lecce, è una grande sfida da accogliere.
Benvenuti, luoghi diffusi di socialità e di cultura.

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