Nella periferia di Milano un bene privato diventa comune, all’insegna dell’ambiente e dell'inclusione

Il quartiere Adriano è un luogo di espansione urbana: un quartiere “giovane” eppure diventato molto presto un quartiere dormitorio dell’area nord-est di Milano. Nonostante alcune criticità, come la mancanza di infrastrutture e della scuola media, alimentino la “fiamma” di accezione periferica, sono numerosi i processi di rinascita, che intrecciano luoghi e protagonismo dei cittadini.
È il caso del Real Giardino di Via Brambilla, una vecchia trattoria, trasformata in luogo di comunità. Uno dei tanti tasselli verdi di Adriano che – secondo Marino de Stena, presidente dell’associazione Viviadriano – “Poco per volta rinasceranno, mettendo in relazione i cittadini, generando un dialogo attivo e propositivo anche con chi gestisce gli spazi pubblici”.

Scorcio del Real Giardino

Responsabilità, anche quella, condivisa

Il quartiere Adriano è pieno di ampi spazi dove la natura è protagonista, eppure la Società Sportiva Real Crescenzago e la Fondazione A. Abriani “Casa della Carità” hanno deciso insieme all’Associazione Viviadriano, all’Associazione “Amici Casa della Carità” e ai cittadini attivi Ugo Talese, Rosalba Redaelli e Angelo Zanetti di aprire al quartiere uno spazio abbandonato di Via Brambilla. Un luogo mappato e scelto, tra le varie costellazioni di spazi di diverse dimensioni, durante uno dei laboratori di Luoghicomuni del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo, azione coordinata da noi di Labsus in collaborazione con Italia Nostra Nord Milano.
Un bene privato, in concessione al Real Crescenzago, che si apre alle dinamiche socioculturali di Adriano”, commenta Eugenio Petz, funzionario dell’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Milano. “Di beni privati resi al pubblico ce ne sono vari nel panorama italiano e mondiale, ma ciò che contraddistingue il Real Giardino è la modalità di dialogo tra pubblico e privato. Solitamente avviene tramite comodato d’uso, mentre il Patto di collaborazione mette in gioco il proprietario stesso. Esso, insieme ad atri attori del territorio,  si assume la responsabilità di curare e rendere vivo lo spazio verde”.
Simonetta, Maurizio, Rosalba, Ugo, insieme agli ospiti di Casa della Carità, hanno scavato, diviso e smaltito tutte le stratificazioni di materiali che si erano accumulate nel tempo: plastica catramata, macerie di ogni tipo, ortiche, cemento, plastica, reti, tubi, legno e tanto altro. “L’abbiamo fatto perché ci crediamo, ci teniamo a far vivere uno spazio partendo dalle relazioni di vicinato e di quartiere, nel rispetto dell’ambiente”, racconta Simonetta Banfi di Viviadrianomentre serve la torta a chi è venuto alla firma collettiva del Patto del Real Giardino.

Uno dei momenti di pulizia del Real Giardino

Fare, includere, apprendere 

Un giardino che viene vissuto come luogo di riscatto per il quartiere e per chi se ne sta prendendo cura. “L’abbiamo fatto perché siamo matti! aggiunge Simonetta ridendo.
C’è un piacevole vociare di sottofondo, interrotto da qualche pallonata dei giocatori nel campo da calcio, quando Maurizio Azzolini di  A. Abriani “Casa della Carità” racconta il ruolo degli ospiti della Fondazione: “Per loro, collaborare alla pulizia e alla riqualificazione del Real Giardino è un impegno di tempo costruttivo. Per i ragazzi e le ragazze di Casa della Carità, partecipare a un processo come questo, permette loro di dialogare e integrarsi nel tessuto sociale del quartiere Adriano. Parliamo di persone provenienti ad esempio dal Marocco, alcuni da anni in attesa di permesso di soggiorno, dei cosiddetti “esodati” che al Real Giardino trovano uno spazio di espressione, rigenerando con gli attori del territorio un luogo, per viverlo insieme durante riti, feste ed eventi serali estivi”.
Il Real Giardino è anche un luogo dove insegnare reciprocamente, sensibilizzando alle tematiche ambientali e di rispetto reciproco. Uno spazio di educazione dove si terranno lezioni di giardinaggio, letture e percorsi laboratoriali in cui verrà coinvolta la vicina scuola primaria.

Scoprendo il Real Giardino alla firma collettiva

L’idea di sviluppare nuovi dialoghi e connessioni si è concretizzata anche nella scelta dei semi che abitano il giardino e dei tronchi usati da Italia Nostra Nord Milano per fare panchine e tavoli. Questi elementi, che qui hanno trovato “nuova vita”, provengono da altri spazi verdi di Milano, rendendo il Real Giardino parte di un sistema circolare e sostenibile che fa da legante tra quartieri e tessuti sociali differenti della città metropolitana.

Un luogo nuovo dove coltivare relazioni

Uno dei primi ad arrivare al Real Giardino è stato il sig. Ugo: aveva il desidero di creare un orto di quartiere, per mostrare ai bambini la vita di campagna e condividere con i cittadini il raccolto. Nella sua visione ha creduto sin da subito il Real Crescenzago, che con i suoi 280 – 300 iscritti, è uno degli spazi di aggregazione giovanile più grandi del quartiere Adriano. “Per noi il Real Giardino ha significato unione, coinvolgimento di altre persone, innesco di nuove dinamiche di quartiere. Siamo contentissimi” – dice Carlo Di Gioia, presidente del Real Crescenzago – “Chi viene abitualmente al campo ha percepito il cambiamento e ci ha chiesto di poter usare lo spazio”.

Realizzazione delle sedute e dei tavoli

Mi è sempre piaciuto poter avere un pezzo verde da coltivare”, continua Rosalba Redaelli, residente nel quartiere Adriano da pochi mesi. “Sul mio terrazzo non è possibile far crescere delle piante. Al Real Giardino posso arare, seminare, togliere l’erbacce, innaffiare nei momenti giusti, per aiutare la crescita delle piante e del luogo, nel modo migliore”. Il sig, Ugo, suo vicino di pianerottolo, le ha spiegato cosa stava accadendo. Grazie al Real Giardino, lei e Angelo Zanelli hanno conosciuto i cittadini e le realtà del territorio.
Il Real Giardino ha tante sfaccettature, passando dall’inclusione all’educazione ambientale ma è soprattutto un luogo di incontro dove coltivare piante, interessi comuni e crescere insieme come cittadini.

*Il team Luoghicomuni è composto da: Elisa Cianciabella, Chiara De Grandi, Gloria Gusmaroli ed Elena Taverna