Arte e cultura come strumento di integrazione sociale e di condivisione: una settimana dedicata al Teatro sociale. Ma sono anche altre le finalità dell’evento

Il 14 settembre parte il progetto G.A.S. (Generare Arte Sociale), con al centro la presentazione del primo progetto Europeo Restore, e l’obiettivo è quello di far conoscere il valore del Teatro sociale, ma anche quello di dare voce agli operatori e alle operatrici di teatro, figure che aspettano da anni un riconoscimento nazionale e internazionale. Sono tre i principali appuntamenti di questa settimana; si inizia con i “Dialoghi tra associazioni, istituzioni, professionisti”, incontri su diversi temi con ospiti direttamente coinvolti sul campo: dopo Un ponte per (buone pratiche per le città); e Voci di donne (l’arte come strumento di mediazione socioculturale, il programma prevede Detenzione e rieducazione; Bambini e giovani (nuove generazioni con nuovi problemi); per concludere con Diversi da chi?. Il secondo appuntamento è con la presentazione del progetto Europeo Restore e si conclude con il convegno per operatori di Teatro sociale. Il convegno, aperto a tutti previa prenotazione, si svolgerà il 19 e 20 settembre con workshop, tavoli di lavoro tematici e di confronto, approfondimenti e ospiti nazionali e internazionali
Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato Giulia Morello, già incontrata in una diversa occasione, presidente di Dire Fare Cambiare – partner del progetto europeo Restore –, che si presenta sul sito con uno slogan forte e a noi caro “La cultura è un Bene comune e sostenibile”, e coorganizzatrice di G.A.S., insieme a Oltre le parole onlus.

Il progetto G.A.S. nasce sulla scia del progetto Europeo Restore dedicato al riconoscimento della figura dell’operatore di teatro. Chi è questa figura, cosa fa e cosa significa prevederne un riconoscimento? 

Gli operatori di teatro sociale sono professionisti che lavorano in contesti a forte rischio di esclusione sociale tramite il linguaggio teatrale. Abbiamo stimato che in Italia ci siano almeno 500 compagnie stabili da almeno 4 anni di teatro sociale, seguiti da altrettanti professionisti.
Prevedere un riconoscimento professionale di queste figure significa in primis riconoscerne i diritti. Al momento esistono molte persone che lavorano nell’ombra, senza riconoscimenti e risorse.

Cosa significa, in concreto, “Arte e Cultura al servizio del Sociale”?

Lo spiega proprio la finalità del Progetto: Restore è l’acronimo di Recognition of the Social Theatre Operator as a professional to tackle the Risk of social Exclusion. Restore mira a promuovere la cooperazione e lo scambio di buone pratiche a livello europeo nonché per aumentare le opportunità e l’occupabilità di professionisti che lavorano nel campo del teatro sociale e di comunità. Capofila del progetto è l’Associazione italiana Oltre Le Parole Onlus, che da oltre 15 anni si occupa di formazione di Operatori di teatro nel Sociale in tutta la Penisola, con l’obiettivo di istruire professionisti che possano operare nei propri territori per l’integrazione sociale, utilizzando le arti e, in particolare, il teatro, come strumento di espressività, relazione, conoscenza e benessere. Il progetto europeo coinvolge principalmente sei paesi europei: Italia, Irlanda, Polonia, Portogallo, Spagna e Slovenia.

Centrale sarà il dialogo tra associazioni, istituzioni, professionisti. Che risposte avete avuto finora delle istituzioni? In che misura le avete trovate pronte un dialogo su questo tema?

Le istituzioni scoprono che esistono dei professionisti in tutta Italia e che non è una attività di volontariato. Si fa difficoltà in Italia a pensare alle nuove professioni che nascono dal peer to peer e dall’educazione non formale, anziché dal mondo universitario. In Europa c’è molta attenzione e abitudine invece a questo. Ecco perché probabilmente abbiamo avuto più attenzioni inizialmente in ambito europeo che italiano.

In quali città siete più presenti?

In Italia sono molte le persone che si avvicinano a questo percorso professionale. Esistono anche diversi master e corsi di specializzazione, oltre a quello promosso da Oltre le Parole: questo sottolinea non solo l’interesse, ma anche la necessità di avere dei professionisti riconosciuti. Nella prossima stagione il corso per operatori di Teatro sociale (O.T.S.), promosso da Oltre le parole Onlus, sarà presente a Roma, Prato, Milano.