A Trento, il rinnovo e l'ampliamento di un Patto invita a riflettere sul valore e l’importanza di politiche ambientali condivise e sulla rigenerazione degli spazi in chiave sociale

L’orto come una piazza, uno spazio per coltivare relazioni. Questa l’idea alla base del patto di collaborazione “Orto Aperto” sottoscritto tra il Comune di Trento e un gruppo informale composto da alcuni amici.

Un Patto che si rinnova

In realtà si tratta del rinnovo di un Patto sottoscritto nel 2019 che, a sua volta, prende le mosse da un percorso avviato nel 2017 tra il Comune di Trento, l’Associazione Non Profit Network – Centro Servizi Volontariato e il Museo delle Scienze (Muse), i quali avevano sottoscritto un Patto di collaborazione per la realizzazione di un laboratorio partecipato “Orto come bene comune tra territorio e comunità”.
Diverse tappe, quindi, articolate in più Patti di collaborazione che dimostrano come il modello dell’Amministrazione condivisa metta al centro la forza generativa delle relazioni. Tutto nasce da una esigenza manifestata con una proposta del Centro Servizi per il Volontariato: la necessità di giungere ad una definizione condivisa di orto come bene comune, utile ad allargare il concetto di orto urbano da individuale a condiviso, in un’ottica di sviluppo del territorio e di creazione di reti sociali.

Dal laboratorio partecipato…

La proposta prende la forma di un Patto di collaborazione articolato in un percorso formativo, attraverso la realizzazione di un laboratorio che ha come obiettivo quello di coprogettare un modello di orto sociale comunitario per la città di Trento. Il corso, attraverso la conoscenza di diverse esperienze italiane ed europee di agricoltura urbana, si è rivelato fondamentale per immaginare come potesse essere possibile utilizzare e popolare gli spazi verdi lasciati incolti nelle nostre città.
Un primo elemento importante, in che modo un Patto di Collaborazione rende più efficace un percorso formativo? Cosa aggiunge? Rivolto sia ai cittadini attivi che agli amministratori, tecnici e politici, favorisce l’incontro delle competenze presenti nella comunità con quelle della pubblica amministrazione per arricchire sempre più e trasferire agli altri le conoscenze e le metodologie sulla cura dei beni comuni. Rappresenta il primo passo per arrivare a definire, attraverso la relazione favorita dai Patti, politiche pubbliche che nel caso specifico riguardano la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del verde periurbano.

… alla firma del primo Patto di collaborazione

In risposta alle sollecitazioni nate all’interno del laboratorio, il Comune di Trento ha individuato due aree verdi, nello specifico un’area in via Medici – Clarina e una a Gardolo, da mettere a disposizione dei cittadini attivi, ed ha pubblicato un avviso i cui principi e criteri sono stati approvati con una deliberazione di Giunta comunale al fine di invitare i cittadini attivi a presentare una proposta di collaborazione per la realizzazione di orti comunitari negli spazi individuati.
Nasce così il primo Patto di Collaborazione “Orto Aperto”, una proposta sull’area verde di circa 850 mq sita in via Medici – Clarina, da parte di un gruppo informale di cittadini.
A coprogettare il Patto, il Servizio Beni comuni e gestione acquisti che ha coinvolto, fin dalla fase di predisposizione e costruzione dell’avviso, diversi Servizi comunali: il Servizio Patrimonio, il Servizio Gestione strade e parchi, il Servizio Opere di urbanizzazione primaria, il Servizio Attività sociali al fine di mettere a valore le competenze e le esperienze dei rispettivi settori di intervento – vista la complessità e la trasversalità del progetto.

Nell’Orto non crescono solo le verdure ma anche le relazioni

L’interesse generale tutelato dal Patto viene definito e articolato intorno al principio generale di promuovere buone pratiche di sostenibilità ambientale sensibilizzando i cittadini, le famiglie, i gruppi e le associazioni presenti sul territorio comunale sull’esigenza di salvaguardare e riqualificare il territorio anche attraverso la coltivazione di ortaggi, piante e piccoli frutti destinati alla produzione di alimenti per l’auto-consumo.
Le azioni di cura previste vanno da quelle educative rivolte a giovani e bambini, in rete con le realtà presenti nel quartiere alla promozione ed organizzazione di eventi di formazione/culturali a cadenza programmata sino alle attività di sensibilizzazione e informazione rivolta a tutta la comunità rispetto alle iniziative previste nell’orto comunitario mediante la realizzazione di serate, anche musicali, aperte a tutti per fare dell’orto, un luogo di socialità, aggregazione e condivisione.
Le attività dell’Orto in questi due anni sono state caratterizzate dalla spontaneità. Insieme a pomodori, cipolle, verdure sono cresciute relazioni, idee, progetti nuovi, che la pandemia ha solo rallentato.

L’allargamento del Patto a nuovi sottoscrittori

Sono cresciute anche le collaborazioni e forse proprio in quest’ottica è possibile leggere il rinnovo del Patto di collaborazione che ha l’obiettivo di proseguire nell’impegno di valorizzare e migliorare l’utilizzo dell’orto sociale di Via Medici. Si allarga ad un nuovo cittadino attivo la compagine dei sottoscrittori e sono state individuate due realtà del quartiere con cui collaborare, la Cooperativa Sociale la Bussola e Progetto 92, per svolgere attività autogestite non necessariamente legate all’orto ma finalizzate a promuovere e stimolare una cultura di valorizzazione della terra e dei suoi prodotti.

I Patti di collaborazione per puntare ad un orizzonte più lontano 

Cosa aggiunge la forma del Patto di collaborazione a un progetto di carattere sociale e culturale come quello di Orto Aperto? Certamente la semplicità del processo, che alimenta le relazioni, costruito com’è intorno alla collaborazione invece che alla competizione. Procedure selettive delle proposte avrebbero innanzitutto reso più difficile la costruzione del Patto con un gruppo informale di cittadini e, di conseguenza, anche la possibilità di allargare l’adesione a soggetti nuovi, sempre difficile quando più che lavorare sulla relazione si promuovono interessi contrapposti. Ma quello che emerge con forza è l’idea di come i Patti di collaborazione, partendo da un bene comune specifico oggetto delle azioni di cura di una comunità, portino cittadini e istituzione ad allargare lo sguardo, a puntare l’orizzonte più lontano che nel caso di Trento ci porta dall’Orto Aperto a riflettere sul valore e l’importanza di politiche ambientali condivise e rigenerazione degli spazi in chiave sociale.

Foto di copertina: attività promosse all’interno del patto “Orto aperto” (Fonte: Pagina Facebook “Orto Aperto”)