Rinnovato a Bagheria (PA) un Patto per la sua esperienza positiva di sviluppo sociale di un bene confiscato che offre servizi ai cittadini

A fare la differenza nel passaggio da beni confiscati alla mafia a beni comuni sono i processi innescati sui territori in cui questi si trovano. Un esempio è il rinnovato patto di collaborazione per la gestione condivisa del Centro aggregativo polivalente Don Milani di Bagheria (PA), un tempo chiamato Villa Castello di proprietà di un boss di Cosa Nostra. Ci concentreremo sul significato del processo ancora in atto e indagheremo lo strumento del Patto come ulteriore chiave di sviluppo di positive esperienze di riutilizzo sociale di beni confiscati.

Genesi e finalità del Patto

Il percorso che ha portato alla sottoscrizione del patto di collaborazione per la gestione condivisa di un bene sottratto alla mafia a Bagheria, meglio descritto in un articolo pubblicato nel 2022, prende avvio già nel 2017 con una co-progettazione fra Amministrazione comunale ed enti del terzo settore, mediata e coordinata dal CesVoP, che ha portato alla definizione di un progetto vincitore dei fondi europei PO FESR 2024/2020 – Azione 9.6.6 per la riqualificazione dei beni confiscati alle mafie, necessari alla realizzazione di un centro aggregativo e di service learning (cioè una proposta pedagogica che coinvolge gli studenti in un’attività che intreccia il servizio alla comunità e l’apprendimento scolastico). Il rinnovo del patto per la gestione del Centro aggregativo polivalente Don Milani, per ulteriori due anni, avviene a gennaio 2024, dopo circa due anni e mezzo dallo svolgimento della prima attività. Le sue finalità sono, da una parte, realizzare un centro polivalente in un territorio dove vi è una scarsissima presenza di servizi rivolti alla persona ed una assenza totale di spazi di aggregazione per la comunità, e dall’altra rispondere a una visione risarcitoria e di sviluppo comunitario in termini di inclusione sociale, di miglioramento della qualità della vita e di partecipazione attiva. Il Centro è una struttura aperta alla partecipazione di minori, giovani e famiglie del territorio e realizza interventi di socializzazione ed educativo-ricreativi, come laboratori per i giovani con autismo, scacchi, una banca del tempo, cine-rassegne, eventi, feste, all’interno di un processo di cambiamento volto a pensare e progettare con i giovani un futuro migliore per il territorio.

Attività di scacchi al Centro Don Milani

Attività di scacchi al Centro Don Milani (Fonte: CeSVoP)

Gli attori e la governance del Patto

Un percorso di follia, cosi lo definisce Antonio Tozzi, referente di Bocs aps: un Patto attualmente stipulato da una rete di ben 17 associazioni e un gruppo informale di ragazzi e ragazze, il cui coordinamento è affidato a due delle realtà sottoscrittrici del Patto, all’Assessore alle politiche sociali e al CeSVoP che, fin dalla prima co-progettazione, ricopre il ruolo di facilitatore della rete e delle assemblee dei pattisti che si riunisce una volta al mese e attualmente sta lavorando per la redazione del regolamento di uso degli spazi interni al Centro. Un percorso di follia proprio perché si manifesta come un cantiere dove imparare a cooperare, condividere progettualità, operatività e responsabilità all’interno di una ampia rete di attori, dove mantenere il focus sul valore collettivo del luogo, l’importanza della sua cura per andare oltre la mera logica di utilità degli spazi.

Centro Don Milani 2.0

Quello che si sta cercando sempre più di fare, raccontano Antonio e Marcella Silvestre, coordinatrice dell’area Animazione di prossimità, progettazione e sviluppo del CeSVoP, è coinvolgere cittadini e cittadine che vivono nei pressi del Centro che ancora non lo conoscono, così, oltre alle attività che lo abitano ogni giorno, una domenica al mese vi si svolgono iniziative di co-progettazione aperte a tutti, con l’obiettivo di sviluppare un senso di prossimità. Inoltre si è dialogato con l’Amministrazione per avere un servizio di navetta che preveda una fermata davanti al Centro, dove una bacheca renderà visibili tutte le attività proposte. È stato presentato un progetto a Fondazione CON IL SUD, volto a rendere i giovani effettivi gestori, così da tendere verso una visione più condivisa del Centro aggregativo giovanile.

Laboratorio Centro Don Milani

Laboratorio a cura dei giovani del Centro Don Milani (Fonte: CeSVoP)

Capisaldi di sviluppo del patto

Il patto sul Centro Don Milani è non solo sperimentazione di un modello di utilizzo di beni confiscati che mira ad essere replicabile, ma anche un’occasione per i giovani di vedere il territorio in modo diverso, dove costruire possibilità di sviluppo anche per il loro futuro. Diviene quindi fondamentale l’impegno di tutti gli attori coinvolti nell’integrare il bene sottratto con la cittadinanza, sia dal punto di vista logistico – ovvero nel facilitarne la fruizione; sia dal punto di vista contenutistico, attivando processi partecipati di ascolto e mappatura dei bisogni, a cui dare seguito con la progettazione e sviluppo di azioni collettive rispondenti a quanto rilevato. Inoltre, anche in questo caso, a fronte di chi si focalizza principalmente sull’opportunità di uso dello spazio, c’è chi coglie in questo strumento una capacità ri-generativa di un bene “di e per tutti”. Nel Patto, inizialmente, entrambe le componenti vengono accolte, ma nel tempo è necessario che il secondo gruppo accompagni il primo nel prendere coscienza che questo fare insieme ha un valore simbolico e trasformativo per l’intera collettività. Già al suo interno, il Patto, è luogo in cui anticipare l’azione di militanza finalizzata all’educazione alla cittadinanza, alla legalità e alla consapevolezza dell’importanza di un ruolo attivo all’interno della comunità.