La città va a scuola

Piazze scolastiche come spazi di socialità e qualità ambientale

Se per piazza scolastica intendiamo lo spazio urbano davanti agli ingressi delle scuole, non fatichiamo a riconoscergli
una potenza narrativa e simbolica unica nel contesto urbano. È il luogo dell’incontro e della crescita che tutti noi
viviamo crescendo. È tra i primi luoghi che viviamo in autonomia e dove iniziamo a imparare cosa è una città bella o
brutta, accessibile o chiusa, rispettosa dei più deboli o solo dei forti.

Quella piazza è un delicatissimo punto di contatto tra il progetto di città e il progetto educativo, ma anche il luogo di
incontro e scambio tra le diverse comunità e i soggetti che gravitano intorno alla scuola. Una piazza che spesso, pur
non ricevendo l’attenzione del pubblico che ne valorizzi la funzione potenziale, da un lato può essere oggetto di
azioni di cura da parte dei cittadini attivi dall’altro lato.

La proposta allora è di generare un ampio catalogo che interpreti e raccolga le tante diverse condizioni di piazze
scolastiche, di comunità e pratiche attive, sulle quali elaborare risposte progettuali per restituirle alla loro missione
urbana, pedagogica e civile.

La scuola rappresenta la principale infrastruttura di welfare del nostro paese, sia per la capillarità con cui gli edifici
risultano distribuiti sul territorio nazionale, sia per la dimensione della comunità educante, fatta di popolazioni diverse (insegnanti, famiglie, bambini) e di una rete fitta di attori sociali – inclusi terzo settore e cittadinanza attiva – a diversi livelli, istituzionali come gruppi formali e informali.

Questi attori sono gli stessi che in molti casi, prima ancora dell’ente pubblico, hanno capito l’importanza di agire sul
rapporto tra spazi urbani, scuola e progetto educativo e pedagogico, nell’ottica dei beni comuni e dell’interesse
generale, mettendo in campo competenze, energie, risorse in azioni di cura e contribuendo inoltre ad espandere lo
spazio della scuola anche al di fuori dei perimetri istituzionali, includendo, ad esempio, il verde urbano di vicinato, ma anche piccole piazzole adiacenti o altri spazi pubblici limitrofi.

L’indagine sociologica sarà dunque rivolta alla mappatura delle popolazioni attive, dei soggetti e delle progettualità
che gravitano intorno al sistema scolastico, con la premessa che ci si occupi di descrivere i caratteri della comunità
educante in senso allargato e di comprendere quindi le relazioni tra aspetti fisico – spaziali e aspetti socio-comunitari.

La ricerca integrerà indagini quantitative, per effettuare un primo screening sulle 150 scuole (tra Torino, Chieri, Collegno, Nichelino e Settimo Torinese) del primo campione di indagine – attraverso analisi socio-demografiche, web ethnography, somministrazione di sondaggi e questionari online -, per poi affondare con indagini qualitative (con interviste a testimoni qualificati, focus groups, ecc.) sulle 10 scuole individuate come casi sperimentali.

Il progetto è il frutto di un percorso di coprogettazione fra Politecnico di Milano e Politecnico di Torino (in qualità di
co-responsabili scientifici del progetto stesso), le associazioni Architettura Senza Frontiere Piemonte, LABSUS, LAQUP (in qualità di coordinatore tecnico), Casematte/Educadora/Innesto/Parco del Nobile/RE.TE. Ong (in rappresentanza della rete Or.Me. Torinesi) e il Comitato Torino Respira.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Associazione Biennale Spazio Pubblico.

L’obiettivo è sensibilizzare gli enti pubblici e le comunità scolastiche/territoriali sullo stato delle piazze scolastiche e
sugli effetti che esse generano su scolari e studenti in termini di percezione urbana attraverso temi come
bellezza/comfort, accessibilità/mobilità, sicurezza, qualità dell’aria/salute/mitigazione, socialità, governance.

Il percorso La città va a scuola è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo.