L’originalità del progetto consiste nel fatto che sono i futuri proprietari stessi ad impegnarsi nell’attività della costruzione prestando la loro opera manuale per un numero prestabilito di ore.
Il loro lavoro è naturalmente coordinato ed assistito da un gruppo di professionisti ed Organismi di consulenza che si occupano della complessità dei problemi legali e burocratici che comportano le pratiche edilizie.
I vantaggi di una simile operazione, apparentemente giudicabile di difficile realizzazione, sono tuttavia significativi. Si ottiene un notevole abbattimento dei costi – che può arrivare anche al 7% del valore dell’immobile – grazie alla completa assenza di spese di mano d’opera e all’utilizzo di materiali a basso costo e tecniche semplici di costruzione. Senza contare che infine ciascun socio si ritrova con un piccolo capitale immobilizzato, avendo al tempo stesso risolto il problema del disagio abitativo.
In Europa progetti simili hanno già preso piede con successo; in Inghilterra, Germania, Danimarca ed Olanda sono già stati realizzati immobili secondo questa strategia.
Da qualche tempo anche l’Italia ha cominciato ad intraprendere lo stesso percorso. La regione Umbria, insieme ai comuni di Perugia, Terni e Marsciano ha ad esempio già promosso il progetto di autocostruzione Alisei attraverso appositi documenti programmatici.
Lo stesso sta facendo la regione Emilia Romagna che, insieme al comune di Ravenna, ha definito un preciso percorso per rendere operativa l’iniziativa “Un tetto per tutti”.
Percorso intrapreso anche dai comuni di Vergiate e Cremenago, in provincia di Varese.
Un’iniziativa, resa possibile dalla lungimiranza di alcuni comuni, che fornisce un indiscusso contributo al superamento delle non poche difficoltà che tante famiglie – non solo straniere ma anche quelle italiane meno agiate – devono affrontare senza il più delle volte riuscire a trovare una soluzione adeguata alle proprie esigenze abitative.