“Il Regolamento dei beni comuni sarà il seme capace di far germogliare tante iniziative concrete”

Anche Cava de’ Tirreni, la bellissima cittadina nel salernitano, ha da poche settimane il suo Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni (più esattamente: “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani”). Un testo articolato e dettagliato, a breve disponibile sul sito del Comune, e che è stato lanciato, promosso e sostenuto dall’Associazione Finestra Sud. Delle caratteristiche e delle prospettive che oggi si aprono per i cittadini di Cava abbiamo parlato con il presidente dell’associazione, Luigi Senatore, docente di Microeconomia e Economia civile all’Università di Salerno. A cui, piace, tra l’altro, definirsi semplicemente: “un cittadino attivo”.

Professore, qual è stato il percorso che ha portato all’approvazione del Regolamento?

Il percorso è stato contraddistinto dalle caratteristiche tipiche dell’azione di cittadinanza attiva. Un gruppo di cittadini fonda un’associazione chiamata Finestra Sud con lo scopo di confrontarsi e studiare le tematiche attinenti la vita della Città di Cava de’ Tirreni e del territorio di cui fa parte e stimolare non solo le nuove generazioni, ma tutti i cittadini a essere consapevoli del tessuto sociale, economico, politico e ambientale dove vivono. La finalità generale era ed è la creazione di tutte le condizioni atte a far nascere un luogo d’incontro e aggregazione civica assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile dei cittadini. Tutti noi abbiamo deciso di cominciare da proposte concrete e l’idea di proporre un Regolamento sui Beni Comuni Urbani all’Amministrazione Comunale ci è sembrata la scelta più indicata per gettare un seme capace di far germogliare tante iniziative concrete. Per noi il Regolamento è un seme, è l’incipit, è la pietra angolare su cui “costruire” una Città nuova abitata da cittadini consapevoli. Lo schema di Regolamento di Labsus e i preziosi consigli del professor Gregorio Arena sono stati fondamentali. Tutti noi abbiamo iniziato un percorso di apprendimento sulla regolamentazione dei Beni Comuni, abbiamo letto, studiato e tratto ampi spunti dai Regolamenti di altri comuni e infine abbiamo cercato di modellare il Regolamento in relazione alle caratteristiche della nostra Città. Abbiamo organizzato due incontri sul tema per spiegare il nostro progetto e alla fine abbiamo consegnato all’Amministrazione Comunale il Regolamento completo. Dopo aver apportato alcune modifiche alla nostra versione, il Consiglio Comunale ha concluso l’iter amministrativo con l’approvazione dello stesso.

All’art. 7 si parla della Promozione dell’Innovazione sociale: di cosa si tratta?

E’ un concetto difficilmente descrivibile in poche righe. E’ un’attività complessa non facile da ingabbiare con definizioni rigide, ma semplice da descrivere attraverso gli esempi. Questo tipo di innovazione non è legata alla competizione del mercato e al perseguimento del profitto o del vantaggio individuale. Essa nasce da necessità sociali determinate da diverse mancanze come ad esempio l’esistenza di aree urbane marginali e svantaggiate, l’assenza di servizi di assistenza sanitaria adeguati, la presenza di emergenze ambientali. Attualmente il Mercato e le Amministrazioni Pubbliche hanno difficoltà a soddisfare tali bisogni, caratterizzati da specifiche peculiarità. L’innovazione sociale rappresenta una pratica innovativa attraverso la quale i cittadini, l’imprenditorialità dal basso, il privato sociale propongono un metodo nuovo. Il nuovo approccio prevede innovative modalità di decisione e di azione E’ essenziale prevedere, in un Regolamento dei Beni Comuni Urbani, la promozione dell’innovazione sociale che efficacemente possa proporre la soluzione di complessi problemi di natura orizzontale attraverso dinamiche di intervento di tipo reticolare che si fondano su entità basate su coordinamento e collaborazione piuttosto che su strutture verticistiche di controllo. E’ una sfida metodologica importante che deve essere considerata e affrontata per dar maggiore peso specifico alla collaborazione tra Cittadini Attivi ed Amministrazione.

Altro elemento qualificante è la Partecipazione dei cittadini nelle scelte urbanistiche, tema delicato. Come lo imposterete?

Sarà compito dell’Amministrazione Comunale impostare le metodiche per permettere una partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche. La pianificazione urbanistica, in molti casi, ignora le esigenze dei cittadini. Chi vive in un luogo conosce meglio di qualsiasi urbanista le difficoltà strutturali e le limitazioni a cui va incontro e ne soffre. Una pianificazione totalmente esogena, che non tiene in considerazione le reali esigenze dei cittadini, può creare danni gravissimi e irreparabili per lunghi periodi. Pianificare un territorio senza ascoltarlo e senza renderlo partecipe crea squilibri sociali ed economici incalcolabili. L’abusivismo, le periferie degradate, il disagio sociale, l’inquinamento atmosferico urbano molto spesso sono determinati da strumenti di pianificazione urbanistica lontani dai bisogni dei cittadini. Sono consapevole della grande valenza di questo aspetto del Regolamento e spero che serva per rendere i cittadini protagonisti e non figure marginali nelle scelte urbanistiche che in futuro verranno prese nella nostra Città.

Nel Regolamento si punta molto sulla Formazione: quali sono i soggetti coinvolti? Con quali idee?

E’ chiaro che l’obiettivo è quello di coinvolgere i plessi scolastici di ogni ordine e grado presenti sul territorio comunale nella diffusione del rispetto per il Bene Comune. L’articolo dedicato alla formazione, in questo caso, entra nei dettagli, all’Ente viene affidato un ruolo di spinta e stimolo alla diffusione di attività formative che vanno a diffondere e a spiegare la valenza della salvaguardia dei Beni Comuni Urbani. La sensibilità verso questa pratica può essere sviluppata sia attraverso la mera formazione sia attraverso le proposte di patti di collaborazione che coinvolgano gli studenti. L’azione strategica formativa viene caratterizzata, nella fattispecie, sia da aspetti teorici che da quelli pratici. E’ essenziale anche la formazione dei cittadini attivi non più in età scolare e, soprattutto, dei dipendenti dell’Ente, in questo caso è fondamentale, soprattutto per questi ultimi, sviluppare percorsi formativi capaci di renderli efficienti e idonei a supportare i processi amministrativi legati alla stipula ed alla attuazione dei Patti di Collaborazione.

Infine c’è un passaggio molto interessante in cui si parla di promozione dell’identità cittadina. In cosa consiste?

La promozione dell’identità e delle tradizioni è un’azione fondamentale nel processo di progressiva acquisizione della consapevolezza, da parte dei cittadini, di utilizzare uno strumento efficace e immediato per curare, rigenerare e salvaguardare la propria città. L’identità, le radici storiche e il senso di appartenenza sono elementi che contribuiscono alla presa di coscienza che spinge a tale consapevolezza. Cava de’ Tirreni è una città con una forte identità e questa caratteristica deve essere salvaguardata e protetta proprio perché è un aspetto che favorisce il senso di comunità che è un sostrato fondamentale per l’elaborazione di progettualità e azioni rivolte alla salvaguardia, alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni urbani. Identità, territorio e comunità. Il Regolamento rappresenterà uno strumento ulteriore per rafforzare quel senso di appartenenza che caratterizza la nostra città e che la rende palcoscenico di numerose iniziative storico-folkloristiche.