A Torino, il progetto AURORA2020 persegue l'obiettivo di impostare futuri interventi collaborativi di sviluppo e rigenerazione sociale del quartiere Aurora. Le riflessioni a margine dell'evento organizzato per presentare i risultati di questo processo di ricerca-azione

Il progetto AURORA2020 è stato realizzato dall’Associazione Arteria Onlus, con il contributo di ActionAid Italia e Fondazione Realizza il Cambiamento, in partnership con il Centro Studi Sereno Regis e la Cooperativa Labins. Lo scorso 8 ottobre si è tenuto un seminario conclusivo volto a restituire gli esiti del progetto AURORA2020.

Interventi collaborativi nel quartiere Aurora

Il quartiere torinese di Aurora è un territorio ad alta complessità sociale, caratterizzata da tensioni sempre presenti tra italiani e stranieri, giovani e anziani, legate alla fragilità sociale di gran parte della popolazione residente e a fenomeni di microcriminalità. Il quartiere annovera altresì una fitta presenza di realtà associative che sviluppano diversi interventi socio-culturali, assistenziali e aggregativi, ma che spesso non sono coordinati, quando non sono competitivi o in contrapposizione tra loro.
AURORA2020 ha proposto un percorso di confronto partecipato tra attori sociali (comitati di cittadini, associazioni ed enti no-profit, comunità etnico-religiose) attivi sul quartiere Aurora, per condividere bisogni, approcci, obiettivi, pratiche per l’intervento sociale sul territorio e istanze da portare all’Amministrazione pubblica, agli stakeholder ed agli enti finanziatori, per impostare futuri interventi collaborativi di sviluppo e rigenerazione sociale del quartiere.

Il ruolo del progetto AURORA2020 durante il lockdown

Durante il periodo del lockdown, il progetto si è prestato come Coordinamento operativo per l’emergenza Covid-19 a cui hanno partecipato più di 40 realtà territoriali e che, grazie alla conoscenza puntuale dei bisogni, sperimentando nuove forme di collaborazione e condividendo informazioni, competenze e risorse, ha saputo rispondere alle esigenze emergenziali delle persone più fragili del territorio, in particolare coloro che erano esclusi dalle forme di sostegno pubblico. Il Coordinamento è altresì riuscito ad interloquire con l’Amministrazione pubblica, presentando istanze condivise e sperimentando alcune politiche di sostegno ai bisogni primari delle persone in condizione di marginalità che hanno previsto una compartecipazione innovativa di risorse pubblico-private.

…e dopo la fine del lockdown

A fine lockdown, AURORA2020 ha voluto riprendere la proposta di un percorso partecipativo tra enti con l’obiettivo di condividere idee e visioni per promuovere strategie di rigenerazione sociale che partissero dai bisogni degli abitanti del quartiere. In questa fase, se da un lato i legami consolidati nelle azioni di rete sviluppate durante la primavera hanno favorito un approccio aperto, dialogico e costruttivo tra realtà che prima non si conoscevano, dall’altro le necessità di una repentina e complessa ristrutturazione dei servizi socio-educativi per riavviare le attività e ottemperare alle nuove normative sanitarie, hanno reso più difficile per alcuni enti garantire una presenza costante al percorso di confronto partecipativo. Parallelamente agli incontri di gruppo, sono state pertanto realizzate interviste individuali con lo scopo di raccogliere un’istantanea su bisogni e risorse del territorio, approfondire gli interessi degli enti e le alleanze possibili: sono stati selezionati 23 soggetti che esprimessero i diversi modi con cui si pratica la partecipazione e il lavoro con la comunità locale.

La valorizzazione delle comunanze a dispetto delle differenze identitarie   

Il Coordinamento Aurora è stato luogo di dialettica democratico, che ha sperimentato la compresenza tra equipe professionali e cittadini organizzati, tra comunità autoctone e comunità di migranti, con livelli di organizzazione, identità e visioni del quartiere molto differenti; e che ha fatto emergere un quadro variegato di risorse pronte a spendersi per lo sviluppo del territorio e della sua vivibilità.
L’attivazione e messa in rete (promossa da un’associazione riconosciuta per il proprio impegno sul territorio) è stata da un lato facilitata dall’urgenza di superare il senso d’impotenza nella fase più critica della pandemia, dall’altro è stata sostenuta da un processo di partecipazione aperto e orizzontale che ha permesso la conoscenza e il riconoscimento reciproco tra soggetti tra loro non sempre noti e ha offerto lo spazio a ciascuno di prendere parte ed agire con le proprie specifiche competenze.
Nel percorso, sono state valorizzate le comunanze a dispetto delle differenze identitarie e degli elementi potenzialmente divisivi; ci si è focalizzati su un obiettivo comune: rispondere ai bisogni di chi nel quartiere era rimasto escluso dal supporto istituzionale. Il pragmatismo e la velocità di autoorganizzazione del Coordinamento su specifiche azioni operative è stata la prova di una ritrovata unità di intenti e ha costruito la fiducia per poter proseguire in un coordinamento territoriale che sappia diventare osservatorio di bisogni sul territorio e interlocutore dell’ente pubblico.

Uno sguardo sul futuro

Il progetto lascia aperta la riflessione su come sia possibile mantenere infrastrutture sociali partecipative tra organizzazioni formali e informali, rafforzare la capacità di interazione per soggetti meno strutturati ma molto radicati sul territorio, far dialogare questo patrimonio di relazioni dense e capillari nella comunità con la pubblica amministrazione centrale e decentrata al fine di co-costruire pratiche di welfare di comunità e rigenerazione sociale inclusive e solidali.

Isabella Brossa è parte della Cooperativa Labins.
Ivano Casalegno è parte dell’Associazione Arteria Onlus.

Foto di copertina: Evento conclusivo durante il quale sono stati restituiti gli esiti del progetto AURORA2020 (credits: Caterina Bonora)