A Firenze, lo scorso 15 luglio, si è tenuto un "dialogo a quattro voci" per riflettere sul futuro dei contesti urbani e sull'importanza della loro rigenerazione

Lumen è l’acronimo di Laboratorio Urbano Mensola: è un’area concessa a titolo gratuito, dal Comune di Firenze, all’associazione Icchè ci vah ci vole. È uno spazio che, sulla base di un programma di riqualificazione e rigenerazione culturale, ambisce a divenire un nuovo polo di sperimentazione culturale per progetti innovativi e di comunità. Ed è qui che lo scorso 15 luglio si è svolto un incontro per riflettere sul futuro dei contesti urbani e sull’importanza della loro rigenerazione.
All’evento hanno preso parte il sindaco di Firenze, Dario Nardella, la presidente di Lama, Francesca Mazzocchi, il presidente di Icché ci vah ci vole, Antonio Bagni, e l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che ha presentato il suo nuovo libro “Attraverso Napoli. 10 anni di passione“.

Un polo attrattivo per aggregare la comunità

Lumen vuole essere un hub di sperimentazione e produzione culturale legato alla formazione delle associazioni più giovani che fanno capo a Icchè ci vah ci vole. Il complesso spazio associativo culturale, che sorge nell’area del Parco del Mensola, punta ad essere un vero e proprio polo attrattivo per associazioni e realtà del territorio e incubatore di dinamiche economiche autonome e sostenibili oltre a un luogo di ri-aggregazione degli abitanti della zona. Grazie alla partecipazione attiva di numerose realtà del Terzo settore, di associazioni culturali e di soggetti privati attenti al social business, Lumen si candida a essere una realtà innovativa, capace di conciliare responsabilizzazione e partecipazione civica, formazione personale e professionale nel rispetto dell’ambiente e della comunità a cui afferisce.
Nel corso del suo intervento, il sindaco di Firenze ha richiamato il Regolamento adottato a ottobre 2017 dall’Amministrazione locale sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la ri-generazione dei beni comuni urbani, e quindi la sensibilità e l’apprezzamento per un progetto di rigenerazione e riqualificazione di un’area che versava in condizioni di degrado, ribadendo quanto già aveva affermato l’assessore Guccione, ossia che questo è: «uno dei progetti centrali delle politiche giovanili del proprio mandato».

La rigenerazione deve essere accompagnata dall’innovazione sociale

Il tema della rigenerazione e della riqualificazione è stato poi oggetto del contributo portato da Francesca Mazzocchi, presidente di Lama, un’impresa sociale nata nel 2007 come cooperativa di lavoro e nel 2013 fondatrice di The HUB s.r.l., gestore del coworking Impact Hub Firenze e poi, nel 2019, di MIM (Made In Manifattura), società di gestione temporanea degli spazi di Manifattura Tabacchi.
All’osservazione sui rischi che possono conseguire in esito ad interventi di recupero di aree non solo urbane, ma anche extraurbane, con possibili effetti di gentrificazione, cioè di “chiusura” di spazi cittadini riqualificati destinati alla nuova borghesia, che escluderebbero dall’uso di questi le classi meno agiate precedentemente presenti su tali contesti, la presidente ha rilevato la necessità di distinguere la riqualificazione edilizia di interi comparti o quartieri urbani, dalla rigenerazione che deve essere, ed è, sempre accompagnata da una “innovazione sociale”. La rigenerazione è quindi una valorizzazione dell’esistente che, anche ove finalizzata al miglioramento della componente edificatoria – unitamente a opere pubbliche –,  è accompagnata da interventi mirati a riparare i danni sociali ed economici che uno sviluppo disordinato ha, o può avere, prodotto negli anni precedenti.
La rigenerazione urbana si integra quindi con le attività/azioni di interesse generale aventi per oggetto i beni comuni sia materiali che immateriali. Sappiamo bene, anche dagli articoli pubblicati su questa Rivista, che vi sono virtuosi esempi di come un quartiere possa essere rigenerato nelle sue componenti sociali anche, se non soprattutto, con attività di carattere culturale finalizzate a restituire l’ambiente urbano al vissuto quotidiano degli abitanti del quartiere stesso.

Attraverso le Città. Da Napoli a Firenze, dialogo a quattro voci sul futuro dei contesti urbani che ci stanno a cuore, 15 luglio 2022. Da sinistra: Luigi de Magistris, Massimo Mannoni, Dario Nardella

Attraverso le città: da Napoli a Firenze

Infine, nel presentare il proprio libro, l’ex sindaco di Napoli de Magistris ha toccato argomenti e questioni rilevanti che possono essere di stimolo ed esempio per cittadini e amministratori. Qui, solo in sintesi, riferiamo dell’attenzione e delle procedure seguite dall’amministrazione arancione per prendersi cura e gestire i beni comuni, tra i quali: la gestione pubblica dell’acqua, di cui si fa riferimento nel capitolo “La Città dei beni comuni”; e l’esempio, per certi versi originale nel panorama italiano delle modalità di riconoscimento e gestione dei commons, che viene dall’esperienza attuata con l’ex Asilo Filangieri.
Un’esperienza sviluppatasi lungo un percorso diverso, in quanto non segue – come generalmente auspicato da Labsus – la preliminare approvazione di un Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni, ma con importanti e fecondi punti di convergenza che in altre sedi abbiamo avuto modo di sottolineare.

Per le foto, inclusa quella di copertina, si ringrazia Donato Spadola