Cittadini attivi, Terzo settore e pubblica amministrazione
Il Partenariato speciale pubblico privato in campo culturale e l’amministrazione condivisa
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Cittadini attivi, Terzo settore e pubblica amministrazione

7 Gennaio 2025

“Credete che sarà felice quest’anno nuovo?” chiede il passeggero al venditore di almanacchi nel celebre brano di Giacomo Leopardi. Inizia un nuovo anno e, come ogni volta, speriamo che il domani possa essere migliore del presente. Se alla speranza è dedicato il Giubileo, nel messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, essa diviene una virtù civica che deve caratterizzare “il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”.  Sono quelle caratteristiche che riconosciamo nei cittadini attivi che scelgono in maniera autonoma, quindi libera, di assumere un impegno attraverso la cura di un interesse generale. “E allora? Non vi piacerebbe che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?” chiede sempre il passeggero al venditore di almanacchi che risponde: no, non mi piacerebbe perché, conviene il passeggero, quello che ci rende felici non è quello che già conosciamo. Quindi non la vita passata, ma la futura. I cittadini attivi…

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L'associazione

Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha un obiettivo ben preciso, fondato sulla certezza che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità.

I Progetti

Il principio di sussidiarietà è la piattaforma costituzionale sulla quale costruire una società di cittadini autonomi, responsabili e solidali, che si alleano con la pubblica amministrazione per curare insieme i beni comuni.
Promuoviamo progetti e iniziative di divulgazione, elaborando idee, raccogliendo esperienze e materiali, segnalando iniziative.

L'Italia dell'amministrazione condivisa

Le esperienze di cura dei beni comuni attraverso, in particolare, i Patti di collaborazione continuano a crescere in numero e qualità tanto da legittimare l’Amministrazione condivisa non tanto e non solo come un processo amministrativo – in verità non lo abbiamo mai considerato solo questo – ma come un modello politico.
Le diverse comunità di pratica diffuse in tutto il Paese diventano consuetudine, l’attenzione alla cura del territorio, del proprio quartiere, paese, città piccola o grande un modo per superare l’individualismo e la cultura della delega.
Uno dei principi di fondo intorno alla cura dei beni comuni li ritiene essere funzionali all’esercizio di diritti fondamentali e al libero sviluppo della persona. È la città lo spazio in cui si sviluppano nuove aggregazioni funzionali al riuso e alla rigenerazione di spazi così come di beni comuni immateriali. Interventi di gestione condivisa di aree verdi abbandonate al degrado, rigenerazione di luoghi che hanno smarrito la loro vocazione originaria, recupero a fini sociali di beni confiscati sottratti alle mafie, la ridefinizione di spazi culturali chiusi perché poco funzionali.

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