Forum Pa 2007 alla nuova fiera di Roma

L'apertura dei lavori è stata affidata al ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais

L’apertura dei lavori è stata affidata al ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais mentre il Presidente nazionale di Cittadinanzattiva nonché presidente di Labsus Gregorio Arena ha tenuto la relazione introduttiva (che troverete pubblicata sul sito di labsus nei prossimi giorni).

La Pa ha bisogno dei cittadini

“Abbiamo bisogno dell’interazione tra amministrazione pubblica e cittadini.” ha esordito il ministro che ha poi sostenuto come il ruolo della pubblica amministrazione sembri essere ancora in contrapposizione con l’interesse del cittadino, mentre c’è bisogno che le due parti lavorino insieme. L’innovazione, secondo Nicolais, è diventata pervasiva, la tecnologia dell’informazione sta cambiando il modo di essere nella P.A. e nelle aziende.

“Oggi l’innovazione non è più incrementale ma radicale,- ha detto il titolare del dicastero per le riforme, l’organizzazione delle amministrazioni pubbliche è oggi in discussione. Con l’ information tecnology cambia la pubblica amministrazione abbiamo bisogno di governare la tecnologia, fare massa critica. Bisogna raggiungere una collaborazione del privato in cui il privato è pungolo per il pubblico.” Il ministro ha inoltre citato l’art.118 della costituzione che oggi dà la possibilità di cominciare a trasferire prerogative a cittadini e associazioni di cittadini. Nei momenti di cambiamento nasce il bisogno che la mentalità di tutti vada verso questa collaborazione stato-cittadino come verso una pubblica amministrazione amica che anticipi le esigenze dei cittadini.

I cittadini al microfono

Nel corso del seminario sono state presentate esperienze di applicazione del principio di sussidiarietà riguardanti il risparmio energetico, l’istruzione, l’assistenza agli anziani, la sanità pubblica e la difesa della legalità.

Prima ad intervenire è stata Francesca Moccia coordinatrice nazionale del Tribunale del malato di Cittadinanzattiva. L’esperienza da lei raccontata è quella dell’Audit civico, un osservatorio in cui i cittadini in partnership con le aziende sanitarie (Asl) valutano il servizio a loro riservato. Si raccolgono i dati e li si presentano pubblicamente una volta l’anno in modo da segnalare le eventuali carenze ed inefficienze e porvi rimedio.

“Perché preoccuparsi di fare una valutazione così complessa?” è la domanda provocatoria avanzata dalla stessa Moccia. La risposta è che in tal modo i cittadini possono avere servizi sanitari sicuri e libero accesso ai servizi (tempi lunghi, barriere architettoniche): “ Lo scopo – ha continuato la rappresentante del Tribunale del malato – è appunto quello di togliere sofferenza inutile alle diverse comunità. Ad oggi, secondo la relazione presentata, si sono avute 235 azioni di miglioramento del servizio in numerose Asl. 134 Asl (un terzo del totale italiano) si fidano dei cittadini attivi e lavorano con loro, cinque regioni hanno introdotto il sistema dell’audit.

Un altro intervento è stato quello di Daniela Re, vicepresidente dell’associazione Rete di autocostituzione per il solare termico, che ha illustrato il successo dell’iniziativa attivata dal suo gruppo per diffondere l’uso dei pannelli solari realizzati con dei corsi appositi rivolti proprio al cittadino.

Molto applaudita la testimonianza del rappresentante dell’Associazione libera di Don Ciotti. L’associazione, che esiste grazie alla legge 19/96, Rognoni-La Torre, per la confisca dei beni della mafia e il riutilizzo per finalità sociali ha grazie per il loro impegno a prefetti, sindaci e consorzi dei comuni che hanno permesso in questi anni a giovani siciliani di produrre alimenti e vini interamente ottenuti dalla coltivazione dei terreno confiscati. Il tutto attraverso cooperative nate da bando pubblico, quindi con la massima trasparenza, per incrementare forme di corresponsabilità tra cittadini e istituzioni.

Infine c’è stato l’intervento di Emanuele Forlani, segretario generale della fondazione per la sussidiarietà, che ha individuato l’unica via per arrivare alla sussidiarietà nell’esperienza del singolo e dei gruppi.

Prima l’uomo, poi la società

“Partendo dall’esperienza – ha detto Forlani – ci si può rendere conto che si è di fronte ad una rivoluzione culturale. Ci sono alcuni tabù nella sussidiarietà che vengono sconfessati dall’esperienza. Questo concetto non nasce negli ultimi anni. Nel 188 alcuni studenti si sono messi insieme e hanno creato l’Università di Bologna, cioè hanno fatto nascere la sussidiarietà, un’esperienza di valore pubblico. Così sono nati gli ospedali, le scuole..

Alla fine dell’ottocento Francesco Crispi nazionalizza alcune opere pie dicendo che è pubblico ciò che è statale. In realtà non è vero: pubblico non coincide con statale.

Inoltre non è vero che la sussidiarietà ha a che fare solo con il welfare, ma riguarda anche lo sviluppo sociale, politico, economico. La società infatti deve essere in grado di riconoscere ciò che è valido anche in campo imprenditoriale. La sussidiarietà non è uno scopo ma uno strumento.

Noi siamo per uno stato forte che sappia quello che deve fare.La sussidiarietà nasce dal fatto che ciascuno tenta di rispondere ai problemi (rivolgendosi in primis alle persone che ha attorno).”

Per Forlani dunque la P.A. deve fare una rivoluzione di approccio alla persona, riconoscere la libertà del singolo e lasciarlo agire. Gli strumenti possono essere vari, ad esempio strumenti di natura fiscale, come il 5 per mille, che introducono il principio di riconoscimento che dà al cittadino la possibilità di scegliere. "Infine, conclude Forlani, vorrei sottolineare che per la crescita del capitale umano l’esperienza fondamentale è quella educativa".



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