Una iniziativa in deroga allo ius sanguinis

Cittadinanza in automatico per chi ne fa richiesta al diciottesimo anno di età 

Al compimento del diciottesimo anno di età il giovane potrà rilasciare al comune di residenza una semplice attestazione in cui sia specificato di aver risieduto stabilmente sul territorio italiano fin dalla nascita. L’attuale legge però prevede che la dichiarazione sia fatta tra i 18 e i 19 anni di età. Non sarà più possibile una volta compiuti 19 anni.

Quest’arco temporale di 12 mesi può essere considerato come una sorta di deroga allo ius sanguinis (cittadinanza in automatico a chi nasce da genitori italiani). Per questa ragione l’assessore al welfare della Regione Toscana Salvatore Allocca ha dato il via ad un’operazione di ampio respiro per informare tutti i giovani possibili interessati.

Grazie ad un accordo con Anci Toscana, è stata inviata una lettera “Anch’io sono toscano” per far conoscere a tutti i giovani residenti sul territorio toscano il breve e semplice iter per richiedere la cittadinanza. Inoltre, la lettera contiene informazioni e chiarimenti sulle possibilità di accesso ai bandi del servizio civile regionale e alle agevolazioni per il diritto allo studio universitario anche per i giovani che non possiedono la cittadinanza. Mentre coloro che non sono nati in Italia ma vi risiedono da almeno dieci anni potranno presentare richiesta di cittadinanza presso la prefettura della Provincia di residenza. In questo caso, si chiarisce nella lettera, saranno necessari ulteriori requisiti indicati sul portale immigrazione Regione Toscana.

E’ lo stesso assessore sulle colonne de Il sole 24ore a spiegare le ragioni dell’iniziativa: “Abbiamo deciso di dare questa informazione perché molti non ne sanno nulla e perché volevamo dare un segnale di accoglienza delle istituzioni”.

Il caso della Toscana non è isolato. Infatti, anche il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, ha deciso di scrivere ai 39 giovani figli di immigrati residenti sul territorio reggiano per spiegare loro l’iter previsto per la richiesta della cittadinanza (legge 91 del 1992).
Un segnale positivo e di apertura dalle istituzioni ma anche “un atto dovuto per un diritto esigibile” , afferma il primo cittadino reggiano.