Storie di beni comuni: leggere l’innovazione sociale

A cosa e a chi ci riferiamo quando parliamo di beni comuni? In che senso la loro cura condivisa produce innovazione sociale? Come può generare un impatto positivo in termini di rigenerazione ambientale e socio-culturale? E in cosa consiste, in definitiva, l’innovazione sociale?
Sono queste le domande che guideranno l’incontro Storie di beni comuni: leggere l’innovazione sociale, a cui parteciperemo il 15 settembre a Rieti, dalle ore 11 alle 12.30.

Nell’ambito della decima edizione di Liberi sulla Carta – Fiera dell’Editoria Indipendente, dedicato quest’anno al tema del coraggio, abbiamo radunato esperienze e testimonianze diverse per discuterne insieme, portando per la prima volta a Rieti questo dibattito cruciale per il futuro stesso della nostra democrazia.

Interverranno:

Pasquale Bonasora (Labsus)
Amministrazione condivisa: un nuovo paradigma
Claudia Bonfini (Il Pungiglione Cooperativa Sociale)
I beni comuni visti dalla cooperazione sociale
Pablo De Paola (Postribù)
Acqua, Aria e Ricostruzione al tempo delle tribù
Sandra Giuliani (Donne di carta)
Di Cultura si vive
Alessandro Splendori (OZ – Officine Zero)
Prima e oltre i beni comuni: i processi di commoning

Introduce e modera: Elena Taverna (Labsus)

Cos’è Liberi sulla carta

La decima edizione di Liberi sulla Carta si terrà a Rieti, presso la biblioteca Paroniana, il suo chiostro e il Teatro Vespasiano, dal 14 al 16 settembre 2018.
Il Festival nasce nel 2009: “L’idea – si legge sul sito – era quella di incentivare la lettura quale strumento di libertà. Per farlo, abbiamo scelto di riconoscere la specifica importanza dell’editoria indipendente, in un Paese in cui si accentua la tendenza a leggere un numero sempre più ristretto di autori, editi da un numero ancor più esiguo di editori. Anche la distribuzione del libro vede realizzarsi gravi squilibri territoriali, concentrando nei grandi centri urbani la maggioranza delle librerie, riducendo ad un numero esiguo quelle indipendenti e mortificando con ciò lo stesso ruolo del libraio. In questo contesto la bibliodiversità – la diversità culturale del libro – è messa gravemente in discussione”.

Ma Liberi sulla Carta è principalmente una festa, nella quale l’amore per la lettura e la scrittura si contaminano con la musica, il teatro e tutte le forme d’arte che possono contribuire a narrare una storia. Uno spazio per chi scrive, chi legge e chi edita, perché la Letteratura non diventi uno strumento di pochi, regolato esclusivamente dalle pur comprensibili logiche del mercato.