Nelle ultime settimane da più parti ci sono arrivate richieste di informazioni riguardanti l’iter e la sorte finale della proposta di delibera di iniziativa popolare presentata al Comune di Roma il 30 aprile 2018 dalla Coalizione per i beni comuni, volta ad ottenere anche a Roma l’adozione del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni che Labsus promuove ormai da anni in tutta Italia (e non solo….).
Abbiamo dunque ritenuto di offrire un servizio utile ai tanti cittadini interessati alle sorti della nostra città, così come alle tante associazioni che ogni giorno si impegnano nel curarne il verde, gli spazi pubblici, le scuole, etc., ricostruendo in questo articolo le vicende riguardanti tale proposta, dai primi momenti fino alla sua bocciatura finale il 25 gennaio scorso. Pur avendo vissuto in prima persona tutte le vicende narrate abbiamo cercato di mantenere il più possibile l’atteggiamento dello storico, limitandoci a descrivere i fatti e lasciando al lettore i commenti e le conclusioni.
Inoltre, desiderando essere il più possibile esaurienti e completi nel raccontare vicende che rappresentano comunque pur sempre un pezzo di storia della nostra città, abbiamo sottoposto la bozza dell’articolo ad amici che avevano vissuto anch’essi questa esperienza ed alla Coalizione per i beni comuni, che a sua volta ha coinvolto le associazioni che ne fanno parte nell’integrare e completare i fatti narrati.
Ringraziamo tutti per la loro disponibilità e per il loro contributo. Naturalmente l’articolo finale è il risultato dell’editing svolto da Labsus e dunque, come si dice in questi casi, la responsabilità di eventuali omissioni od errori è soltanto nostra.

La bozza del 2015

La prima puntata della storia del Regolamento a Roma risale al 2015 e l’abbiamo raccontata su Labsus in un articolo intitolato appunto La storia del Regolamento per i beni comuni a Roma. Prima puntata, in cui davamo conto del lavoro svolto nel 2015 con la collaborazione di Labsus da un gruppo di valenti funzionari comunali per redigere una bozza di Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni per Roma. Faceva infatti parte di quel gruppo di lavoro un unico esperto esterno, il Presidente di Labsus che, su incarico della Giunta presieduta dall’allora Sindaco Marino, a titolo del tutto volontario lavorò per diversi mesi alla redazione di una bozza che era di fatto già pronta quando la Giunta Marino cadde nell’ottobre 2015, vanificando il nostro lavoro.
O almeno, vanificandolo per quanto riguardava il Comune. Perché l’allora Assessora comunale Marta Leonori, una volta eletta, tre anni dopo, nel Consiglio della Regione Lazio, si potè avvalere con ottimi risultati anche di quella bozza come punto di partenza per la stesura della legge regionale n. 10/2019, intitolata Promozione dell’amministrazione condivisa dei beni comuni, la prima legge regionale di questo tipo.

La seconda puntata

La seconda parte di questa storia inizia invece due anni più tardi, nell’agosto del 2017, quando alcune realtà decisero di non accettare passivamente la determina dirigenziale n. 624 del 3 agosto 2017 che poneva condizioni giudicate estremamente restrittive, quasi vessatorie, dalle tante associazioni che a Roma si prendevano (e si prendono) cura del verde pubblico, quali l’obbligo di stipulare ben due polizze assicurative con massimali più alti rispetto a quelli già in vigore, comportando inoltre procedure burocratiche molto pesanti per ottenere l’autorizzazione ad occuparsi degli spazi verdi.
Il Comitato Parco Giovannipoli e il Comitato di Quartiere Grotta Perfetta presentarono un ricorso al TAR contro la determina in questione, ma era evidente che il problema nei rapporti con il Comune per quanto riguardava le attività dei cittadini per la cura del verde pubblico andava risolto in modo strutturale. In quell’estate, dunque, i due comitati promotori del ricorso al TAR riunirono tutte le associazioni e comitati che a vario titolo operavano sul verde pubblico per discutere il futuro della gestione del verde a Roma. Venuta a conoscenza tramite Labsus dell’esistenza del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni e della sua adozione da parte di centinaia di comuni in tutta Italia, l’assemblea decise allora di mobilitarsi per ottenerne l’adozione anche a Roma.
Il 12 gennaio 2018 le diverse associazioni, compresa Labsus, diedero vita alla Coalizione per i beni comuni, una rete informale di associazioni il cui obiettivo era appunto ottenere l’adozione del Regolamento da parte di Roma Capitale.
Per raggiungere tale risultato, dopo aver riscontrato l’indisponibilità dell’amministrazione comunale nei confronti di qualunque soluzione alternativa, la Coalizione decise di utilizzare lo strumento, previsto dallo Statuto comunale, della proposta di delibera consiliare di iniziativa popolare. Labsus predispose la relazione illustrativa e il testo della delibera, coincidente in sostanza con il testo del Regolamento, dopo di che nei primi mesi del 2018 la Coalizione diede il via alla raccolta delle firme necessarie per la presentazione della proposta di delibera.

15 mila firme!

A norma di Statuto sarebbe stato sufficiente raccogliere in tre mesi 5 mila firme, ma la Coalizione, di cui a quel punto facevano parte 130 associazioni, ne raccolse nel corso di un’entusiasmante campagna ben 15 mila, a riprova dell’interesse che il tema suscitava fra i cittadini. Il 30 aprile 2018 la proposta di delibera e le 15 mila firme furono consegnate dalla Coalizione in Campidoglio. Gli uffici ne convalidarono circa 12 mila, ma il successo dell’iniziativa dal punto di vista politico rimase comunque indubbio.

8 agosto 2018, prima riunione con le Commissioni consiliari

Per mesi non ci fu alcuna reazione dall’amministrazione, finché l’8 agosto i rappresentanti della Coalizione furono invitati a partecipare ad una riunione congiunta delle Commissioni consiliari Bilancio e Patrimonio.
Questo primo incontro servì soprattutto a conoscersi e a far capire meglio ai rappresentanti dell’amministrazione i contenuti e gli scopi della proposta di delibera presentata dalla Coalizione. In quella occasione emersero alcune perplessità riguardanti l’identificazione dei beni comuni oggetto dei patti di collaborazione, l’utilizzo dei patti complessi per la gestione dei beni immobili, il ruolo dei dirigenti nella stipula dei patti di collaborazione e altri aspetti della delibera. Si decise dunque di rivedersi dopo l’estate per approfondire meglio le varie problematiche emerse e cercare di elaborare una proposta congiunta e condivisa con tutte le forze politiche, di maggioranza e di minoranza.
Riunione commissioni Comune 8 agosto 2018[1]

31 ottobre 2018, seconda riunione con le Commissioni consiliari

La Coalizione e le Commissioni Bilancio e Patrimonio si incontrarono quindi di nuovo per la seconda volta il 31 ottobre 2018. In questa riunione emerse con chiarezza che la preoccupazione principale dei consiglieri della maggioranza riguardava l’utilizzo dei patti di collaborazione complessi per dare in gestione ai cittadini associati immobili abbandonati o sottoutilizzati. Per affrontare nel modo migliore questa e altre problematiche si decise che la maggioranza avrebbe elencato in un documento quelle che riteneva fossero le criticità della delibera, insieme con le proposte per superarle. Inoltre, su richiesta della Coalizione, si decise di creare un tavolo di lavoro con una tempistica precisa, composto da tecnici e funzionari con i quali discutere nel merito dei diversi punti.
Riunione commissioni Comune 31 ottobre 2018

30 novembre 2018, terza riunione con le Commissioni consiliari

Il terzo incontro si tenne il 30 novembre 2018. In quella occasione, constatato che il lavoro non era andato avanti né per quanto riguardava il documento della maggioranza, né per quanto riguardava il tavolo tecnico, ci fu una lunga discussione al termine della quale, su proposta di Labsus, si decise di provare a redigere due Regolamenti complementari ma distinti, uno per la “cura della città”, dove usare i patti ordinari, l’altro per il recupero, la rigenerazione e la gestione di beni immobili mediante patti complessi. La proposta fu accettata e nelle settimane successive la Coalizione, con il supporto tecnico di Labsus, elaborò un nuovo testo di delibera che fu inviato alla Commissione Patrimonio.
Riunione commissioni Comune 30 novembre 2018

31 maggio 2019, quarta riunione con le Commissioni consiliari

Sei mesi dopo, il 31 maggio 2019 ci fu il quarto (e di fatto ultimo) incontro con la Commissione Patrimonio, nel corso del quale la Presidente della Commissione sostenne che neanche la seconda proposta di delibera presentata dalla Coalizione era accettabile e comunicò che la Commissione avrebbe elaborato un proprio testo più semplice per la gestione condivisa degli immobili. A quel punto la Coalizione chiese che la proposta di delibera presentata il 30 aprile 2018 fosse portata in votazione nell’Assemblea Capitolina, come previsto dalla normativa vigente.
Riunione commissione patrimonio 31 maggio 2019

Labsus esce dalla Coalizione

Nel frattempo si era sviluppato all’interno della Coalizione un confronto riguardante le sue modalità di gestione ed il suo ruolo, al termine del quale il 23 giugno 2019 Labsus inviò una mail comunicando che sarebbe uscito dalla Coalizione, pur continuando ovviamente ad impegnarsi per ottenere l’approvazione anche da parte del Comune di Roma del Regolamento di cui Labsus è autore e promotore. Successivamente, condividendo la posizione di Labsus, anche altre associazioni uscirono dalla Coalizione.

11 luglio 2019, riunione con i capigruppo

L’11 luglio 2019, dopo diversi solleciti da parte della Coalizione ci fu una nuova riunione con tutti i capigruppo dell’Assemblea Capitolina, a cui parteciparono sia la Coalizione, sia Labsus, nella quale, vista l’inutilità dei precedenti incontri, chiedemmo di nuovo formalmente di portare in Aula la proposta di delibera per votare su di essa, come previsto dallo Statuto capitolino.

4 giugno 2020, incontro con Commissione Trasparenza

Da quell’ultimo incontro trascorse circa un anno, fino a quando il 4 giugno 2020 la Coalizione, dopo ripetute pressioni, ebbe un incontro con il Presidente del Consiglio comunale e con la Commissione Trasparenza nel corso del quale non solo chiese ancora una volta la calendarizzazione della proposta di delibera in Aula, ma anche che questa avvenisse in tempi rapidi nel rispetto della volontà popolare.

15 ottobre 2020, prima votazione in Aula

Infine, anche grazie all’aiuto di alcuni consiglieri, le insistenze della Coalizione per i beni comuni ottennero che la proposta di delibera riguardante l’adozione del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni fosse portata in Aula e votata il 15 ottobre 2020, insieme a molte altre delibere popolari, ottenendo 20 voti a favore e 20 astensioni.
Ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale di Roma la parità di voti significa che la proposta di delibera è stata respinta, ma il medesimo Regolamento prevede anche che “In caso di parità tra i voti favorevoli e quelli contrari, la proposta si intende non approvata e la proposta può essere rimessa in votazione nel corso di altra seduta” (art. 79, comma 3°). La Coalizione richiese pertanto che la proposta di delibera fosse nuovamente sottoposta al voto dell’Assemblea Capitolina.
Prima di tale votazione vi fu un incontro informale della Coalizione con la maggioranza capitolina alla presenza del presidente del Consiglio Comunale De Vito, il presidente della Commissione patrimonio Ardu e l’Assessora al Patrimonio Vivarelli a cui parteciparono un rappresentante del Comune di Torino e Cristina Leggio, Assessora del Comune di Latina e componente del Direttivo di Labsus, con l’obiettivo di far illustrare ai consiglieri della maggioranza i “patti di collaborazione” da chi li stava già applicando da anni con successo, nella speranza che ciò potesse convincerli a cambiare il proprio atteggiamento nei confronti della proposta di delibera.

2 dicembre 2020, seconda votazione in Aula

Il 2 dicembre 2020 vi fu la seconda votazione, conclusasi anch’essa con un pareggio (e dunque una bocciatura), 18 voti a favore e 18 astenuti. La Coalizione, sempre ai sensi dell’art. 79, 3° comma del Regolamento del Consiglio comunale chiese e ottenne che la proposta di delibera venisse nuovamente portata in Aula.

25 gennaio 2021, terza votazione in Aula

Il 22 gennaio 2021 la proposta di delibera fu dunque portata di nuovo in discussione in Aula per la terza volta, ma la maggioranza fece mancare il numero legale. Si arrivò così il 25 gennaio 2021 all’ultima e definitiva votazione, in cui la proposta di delibera di iniziativa popolare presentata il 30 aprile 2018 dalla Coalizione per i beni comuni con il sostegno di 15 mila firme e riguardante l’adozione del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni a Roma fu definitivamente bocciata con 24 voti contrari e 18 voti a favore.

Si apre una fase nuova

Finisce qui la “seconda puntata” della storia del Regolamento a Roma, ma non finisce certo qui l’impegno di Labsus e di tanti cittadini ed associazioni per consentire anche ai cittadini romani, come a milioni di altri italiani, di prendersi cura della propria città all’interno di un quadro di regole chiare e semplici.
E’ evidente tuttavia che ora si apre una fase del tutto nuova, in cui dovremo fare tesoro dell’esperienza di questi quattro anni di battaglie per impostare in modo nuovo il tema dell’Amministrazione condivisa dei beni comuni a Roma, nella consapevolezza che tutto ciò che abbiamo fatto negli anni passati in altre città, a Roma è più complesso da realizzare, per mille motivi, dalle dimensioni della città alla sua storia, dalle incrostazioni burocratiche alla debolezza della politica.

[1] I resoconti degli incontri con le Commissioni sono stati redatti da Labsus per conservare memoria degli avvenimenti e sono fonti di informazioni molto precise e attendibili, ma naturalmente non hanno valore ufficiale come verbali. I verbali ufficiali degli incontri con le Commissioni redatti dall’amministrazione  sono allegati in fondo all’articolo.