L'Osservatorio Isnet ha pubblicato il suo XV Rapporto annuale. Collaborazione e co-progettazione: sono queste le due parole chiave per governare i cambiamenti già in atto e rilanciare lo sviluppo dell'economia sociale

«Il cambiamento tanto evocato è già in atto», ha affermato Laura Bongiovanni, responsabile dell’Osservatorio e Presidente di Associazione Isnet, in occasione della presentazione della XV edizione del Rapporto a cura dell’Osservatorio Isnet, a fine dicembre scorso. «Lo testimoniano», ha aggiunto, «le esperienze innovative e le buone pratiche realizzate dalle imprese sociali sui nostri territori affinché si realizzi il processo di collaborazione e co-progettazione pubblico-privato sociale. È una sfida che interpella in egual misura tutti gli attori in gioco».

Come e perché nasce l’Osservatorio

Isnet è una Associazione costituita nel 2007 con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia sociale, realizzando nell’anno vari focus di indagine dedicati all’analisi dell’impatto sociale, ma anche percorsi di apprendimento condivisi tra diverse imprese in tutta Italia. In accordo con il ministero del Lavoro, che patrocina l’Osservatorio Isnet, si è deciso di focalizzare l’approfondimento della XV edizione dell’indagine su PNRR e l’impresa “ad impatto sociale” per capire i livelli di esperienza maturata e la consapevolezza delle stesse imprese sociali. La top five della classifica indica che sono molto diffuse le esperienze nei diversi ambiti: occupabilità dei giovani; servizi socioassistenziali; servizio civile orientato all’apprendimento; sostegno alle capacità genitoriale delle famiglie vulnerabili; imprenditoria femminile.

Ma qualcosa con la pandemia è cambiato: cosa?

Dopo le varie chiusure dovute al virus Covid-19, si evidenzia un rimbalzo dei valori economici ed occupazionali che tornano sui livelli precedenti l’emergenza sanitaria: un +4,7% di aumento del volume delle entrate e un + 5,5% di aumento dei posti di lavoro, valori che aumentano per le imprese sociali attive negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria. Anche gli indicatori di capacità innovativa registrano importanti incrementi: è il caso degli investimenti per il miglioramento dei prodotti e servizi esistenti, o il miglioramento dei processi e della organizzazione interna. Il focus sulla capacità di innovazione tecnologica riferisce di un 26,5% di imprese che stanno utilizzando nuove soluzioni e/o hanno avviato sperimentazioni: digitalizzazione dei processi, strumenti e attrezzature automatizzate, rilevatori di presenza, attivatori e gestione da remoto sono tra le principali.

Collaborazione e co-progettazione sono le chiavi del futuro

Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha posto l’attenzione sullo scenario futuro prossimo, nel quale si troveranno ad operare i soggetti dell’economia sociale. «La pandemia – ha detto – ha evidenziato come l’azione della Pubblica amministrazione, per essere realmente efficace, deve svilupparsi in forma integrata con i soggetti dell’economia sociale, che hanno svolto un ruolo fondamentale per la tenuta delle relazioni sociali, in virtù della loro prossimità ai cittadini, che li rende interpreti validi e legittimi dell’interesse generale delle comunità». Una delle strade, dunque, per dare attuazione e rendere concreto il principio di sussidiarietà (art.118 costituzione): i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente nell’interesse generale ed è compito delle istituzioni sostenerne gli sforzi in tal senso.
Questo principio ritorna nelle parole di Laura Bongiovanni, responsabile dell’Osservatorio e Presidente di Isnet: «L’auspicio è che si attui il processo di collaborazione e co-progettazione pubblico-privato sociale». Come? «Efficientare i processi, monitorare le attività, coinvolgere i giovani, sono temi irrinunciabili perché si realizzi il processo di collaborazione e co-progettazione pubblico-privato sociale», chiarisce ancora Bongiovanni. «Va costruita una nuova grammatica, che coinvolga anche le comunità locali che saranno chiamate non solo a recepire ma anche a contribuire ai processi in atto». Ciò significa, nella pratica, che la lettura dei bisogni, la definizione delle priorità e delle strategie di intervento (co-programmazione) e, a seguire, la definizione delle specifiche modalità di intervento da attuare e la loro effettiva messa in opera (co-progettazione), sono frutto di percorsi partecipati, che prevedono il coinvolgimento di una pluralità di attori, pubblici e privati, disposti a condividere le proprie capacità di analisi e le proprie risorse per una finalità comune. Il singolo può ma soprattutto deve agire, affinché l’azione della Pubblica amministrazione sia davvero efficace e definitiva.