E’ stato approvato il 23 maggio il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni di Roma Capitale. Un brevissimo commento in attesa della nostra NL speciale, in uscita il prossimo 6 giugno

Poteva dare più fiducia ai cittadini e quindi essere più snello, con meno passaggi burocratici per arrivare alla sottoscrizione dei patti. Poteva prevedere un ufficio presso il Gabinetto del Sindaco per promuovere e coordinare l’amministrazione condivisa dei beni comuni di Roma (ma a questo, volendo, si può rimediare). Poteva prevedere un utilizzo più intenso di app e social media per facilitare il rapporto fra cittadini attivi e amministrazione comunale (ma anche questo, volendo, è rimediabile).
Complessivamente, però, tenendo conto di quanti passaggi ha subito il testo originario ispirato al Regolamento di Labsus, tenendo conto di quanta fatica è costata ottenerne l’approvazione da parte del Comune di Roma e di quanto tempo c’è voluto (otto anni!) … tenendo conto di tutti questi e di molti altri fattori, complessivamente si può dire che è un buon testo normativo.
Del resto, al di là delle valutazioni astratte sul testo del Regolamento, l’unica cosa che conterà nei prossimi anni sarà la sua efficacia nel disciplinare la collaborazione fra cittadini e amministrazione comunale, mobilitando per la cura dei beni comuni urbani le tante energie nascoste nella nostra città. La prova del budino si fa mangiandolo, dicono in Inghilterra. E la prova delle leggi e dei regolamenti si fa applicandoli. Anche perché in questo regolamento romano ci sono alcune novità che non sono presenti nei regolamenti di altre città e dunque anche noi di Labsus siamo curiosi di vedere come funzioneranno concretamente (per saperne di più leggete la NL speciale di martedì 6 giugno, tutta dedicata al Regolamento di Roma).

C’è un’alternativa al cinismo

Negli anni scorsi, oltre a mobilitarci insieme con altre associazioni per ottenerne l’approvazione, ci siamo molto impegnati nel preparare il terreno nei quartieri in vista dell’entrata in vigore di questo nuovo Regolamento. Continueremo quindi a fare formazione ai cittadini ed ai dipendenti pubblici con le Scuole di cittadinanza, cercando come già abbiamo fatto in altre città di accompagnare il comune di Roma nell’attuazione di una normativa così innovativa. Ma soprattutto vigileremo per impedire che la burocrazia capitolina utilizzi la collaudata tecnica della resistenza passiva per fiaccare l’entusiasmo dei cittadini attivi per la cura dei beni comuni, cercando di stancarli a forza di rinvii. Come facciamo da 18 anni, da quando cioè è nato Labsus, metteremo tutte le nostre competenze al servizio dei cittadini attivi per dimostrare con i fatti che c’è un’alternativa al cinismo, alla sfiducia ed al menefreghismo che ormai da tempo sembrano l’unica cifra distintiva di Roma.