Il progetto Muovinsieme come best practice collaborativa tra la Scuola, le ASL, le organizzazioni territoriali e le comunità

In questo numero della rivista ospitiamo il lavoro di ricerca di Stefano Cremonese, dal titolo “Partnership tra organizzazioni pubbliche: il progetto Muovinsieme”, che approfondisce il tema della scuola e dell’educazione come bene comune a partire dall’esperienza del progetto Muovinsieme. Ma lasciamo che sia l’autore medesimo a presentare la sua ricerca.

In cosa consiste il progetto Muovinsieme?

Muovinsieme è un progetto finanziato dal CCM (acronimo di Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie), che vede coinvolte le Regioni Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Lazio e Puglia, con l’obiettivo di sperimentare interventi evidence-based sull’attività fisica a scuola, nell’anno scolastico 2021-2022. Questa sperimentazione è un contributo esemplare di costruzione del tessuto sociale, che diviene utile per consolidare relazioni nuove e senso di appartenenza, un perfetto esempio di partnership tra settori apparentemente lontani tra loro. Il progetto prevede infatti la collaborazione intersettoriale tra tutti i protagonisti del territorio: scuola, Aziende Sanitarie Locali e altri stakeholder (genitori, gruppi di volontariato e comune cittadino), che si muovono per la riorganizzazione degli ambienti interni e circostanti l’edificio scolastico. È un progetto che proviene dalle scuole e finalizzato per queste ultime: la pianificazione sociale è utile per realizzare gli obiettivi di educazione in movimento, ovvero una tipologia di didattica innovativa e orientata all’inclusione.

L’implementazione delle best practices

Attraverso la pianificazione e la messa in sicurezza di percorsi pedonali esterni alla scuola, l’insegnante può integrare la lezione didattica, svolta all’esterno delle mura scolastiche, con un’esperienza di attivazione motoria per gli alunni (implementazione della buona pratica Un miglio al giorno intorno alla scuola dell’Azienda Sanitaria Locale Torino 4). Nella pratica, Muovinsieme attiva, quindi, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e li rende protagonisti. Parallelamente, sviluppa l’interazione con la comunità e gli Enti Locali in tutte quelle scuole che intendono promuovere l’attività fisica e il contrasto alla sedentarietà durante l’orario scolastico.

Attività fisica e salute da tutelare da parte degli Enti coinvolti

L’attività fisica è ovviamente il tema e l’obiettivo di salute su cui tutto il progetto è strutturato. È il punto di incontro e il catalizzatore della partnership tra il mondo della Sanità e dell’Istruzione, per la pianificazione sociale e ambientale. Ogni Ente ha il proprio ruolo ma il fine è quello di lavorare in sinergia. L’articolo del 2008 Being Well-Connected: Starting and Maintaining Successful Partnerships di K. D. Goldman e K. J. Shmalz, ha permesso, infine, una riflessione più profonda, rispetto all’individuazione della tipologia di partnership sperimentata nel progetto Muovinsieme. A posteriori, inoltre, ha fornito anche una valutazione sulla metodologia messa in atto e gli effetti che ha prodotto la partnership sul territorio di appartenenza. Nell’articolo sopraccitato, Goldman e Shmalz propongono una ricerca che analizza le partnership a tutto tondo: l’articolo propone infatti una disamina generale e completa, andando ad analizzare le diverse definizioni di partnership, i principi e le ragioni per attivarle, gli step strutturali per la costruzione di una partnership e le diverse tipologie in base al settore di appartenenza (business, educazione, ambienti religiosi e federali). La centralità del tema della collaborazione strategica e l’attuazione di partnership per la realizzazione di progetti, ad oggi, è indispensabile per portare a termine obiettivi che hanno finalità sociale. Il sistema scolastico non è escluso, la scuola e i progetti che la vedono protagonista prevedono una forte interrelazione con tutte le organizzazioni presenti sul territorio.

Scuola e partnership

La società contemporanea, negli ultimi 30 anni, ha subito grandi trasformazioni e la diffusione delle nuove tecnologie ha permesso nuovi e più efficienti sistemi di comunicazione. La trasformazione del mercato del lavoro, nuovi stili di vita e strutture familiari hanno portato le prospettive dei giovani verso strade diverse, rispetto a quelle dei loro genitori. Una società che subisce trasformazioni radicali ogni giorno non può avere un sistema educativo immobile ed estraneo al cambiamento. Il cambiamento e il progresso devono, però, avvenire attraverso il legame con la società stessa, il sistema scolastico non può salvarsi da solo, ma ha bisogno di costruire una rete di relazioni forti, che gli permetta di rimanere al passo con i tempi. Le partnership possono comprendere organizzazioni differenti: ne è un caso specifico la rete SHE (rete delle scuole che promuovono salute) ovvero una consolidata rete di scuole provenienti da 43 paesi dell’Europea e presente in Piemonte dal 2014. A partire dal 1992 essa è impegnata a rendere la promozione della salute a scuola una parte integrante dello sviluppo delle politiche nei settori dell’istruzione e della sanità europei. Questa rete è caratterizzata dall’alleanza tra il settore educativo e quello dei professionisti della salute, in particolare le Aziende Sanitarie Locali del territorio. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, è di fondamentale importanza la collaborazione intersettoriale tra la sfera della sanità e quella dell’istruzione: varie ricerche dimostrano come questa collaborazione favorisca l’istruzione e, contemporaneamente, porti a dei risultati di salute migliori.

La scuola come bene comune

L’alleanza tra scuola e Azienda Sanitaria Locale non è l’unica tipologia di partnership con cui la scuola può aprirsi al territorio. Negli ultimi anni è emerso il tema di scuola come bene comune. La scuola è prima di tutto un capitale fisico, costituito da spazi utilizzati principalmente da studenti, professori e personale Assistente Tecnico Ausiliario. È importante, oggi, però non soffermarsi soltanto sulla missione formativa che l’ambiente scolastico, in primis, offre, ma è necessario sottolineare anche la capacità che ha come agenzia educativa che opera per il cambiamento. Scommettere sulla scuola in questo senso, e in maniera più aperta possibile, significa aprire le porte scolastiche, per educare la società alla cooperazione, alla produttività e alla sostenibilità. La scuola che diventa bene comune si trasforma, quindi, in luogo d’incontro tra persone di generazioni diverse, provenienti da condizioni sociali differenti e che, quindi, hanno esigenze difformi. Studenti, professori e personale non docente sono solo la punta dell’iceberg, giacché la scuola è formata anche dalle famiglie degli studenti, dal quartiere e dal territorio. I cittadini, quindi, sono i soggetti protagonisti che, attivandosi con la stipulazione di un patto, si prendono cura dei beni comuni, in questo caso le scuole. L’educazione come bene comune è, quindi, un nuovo modo di concepire l’educazione, l’istituzione e l’ambiente scolastico stesso. Un luogo di aggregazione sociale, aperto alla comunità negli orari al di fuori della didattica (il pomeriggio, il sabato, addirittura nei tempi di vacanza), uno spazio dove le famiglie, le associazioni e le organizzazioni del terzo settore potranno organizzare attività della più diversa natura.

Foto di copertina: Ben Wicks su Unsplash