Una proposta del Consiglio d'Europa

La Carta europea della responsabilità  sociale condivisa: l'eredità  europea

L’eredità europea

Come si legge nel documento, I cittadini e le istituzioni europei sono depositari di una tradizione di competenze nel campo della cittadinanza, del welfare state, della “rule of law, delle strategie per la risoluzione pacifica dei conflitti, in pratica di tutto ciò che costituisce parte integrante della nozione moderna di democrazia. Tale eredità deve oggi confrontarsi con una serie di cambiamenti a livello globale che fanno emergere nuove forme di disuguaglianze, nuove povertà, un ruolo esasperato del mercato, elementi che nel loro insieme concorrono a mettere in crisi la coesione sociale. Come si legge nel documento: “faced with these challenges, the gap between politics and citizens, democratic deficits and inadequate forms of regulation, and the prevalence of short-term visions weaken the attachment felt for democratic institutions, increase the risks of violence and threaten social cohesion”.
Davanti a questi cambiamenti, il documento sottolinea l’esigenza di avviare un percorso di approfondimento dei cambiamenti intervenuti al fine di evitare che questi possano tradursi in un indebolimento del sistema dei diritti e della garanzie democratiche, quale patrimonio acquisito dai cittadini europei.

La responsabilità sociale condivisa: una definizione

Il documento distingue due diverse nozioni di responsabilità. Accanto infatti ad una nozione di base si collocano quella di “responsabilità sociale” e quella di “responsabilità sociale condivisa”. La prima è intesa come “the state or ability of individuals and institutions to be accountable for the consequences of their actions or failure to act in the fields of protecting human dignity, the environment and common goods, the fight against poverty and discrimination, and the pursuit of justice and social cohesion, with due regard for diversity and for the relevant moral, social or legal rules or obligations”.
La seconda è invece definite come “the state or ability of individuals and institutions to take action and be accountable for the consequences of such action or failure to act, in the context of mutual commitments entered into by consensus, agreeing on reciprocal rights and obligations in the fields of protecting human dignity, the environment and common goods, the fight against poverty and discrimination, the pursuit of justice and social cohesion, with due regard for diversity”.
Quest’ultima nozione di responsabilità non nega le altre, ma attribuisce loro un significato più ampio, dato dal legame reciproco che si stabilisce tra gli individui.

Visioni e strategie per il futuro

Le sfide che il documento si propone di affrontare hanno a che vedere con il futuro della democrazia e della convivenza civile. Infatti, come si legge “the future of Europe and the preservation of its democratic and social achievements are closely linked to the ability of institutions and citizens to understand the changes taking place and address the uncertainty generated by unprecedented interdependence between individuals, communities and organisations”.
Sul piano delle strategie individuate il documento è alquanto significativo. Si passa infatti dall’analisi delle forme di governance a programmi di apprendimento capaci di proporre l’innovazione sociale, fino all’individuazione degli stakeholders e delle modalità del loro coinvolgimento nei processi decisionali.
Come spesso accade per i documenti di carattere generale, si deve riconoscere loro il merito di disegnare degli scenari, Spetta poi alle istituzioni politiche mettere in campo gli strumenti adeguati alla loro attuazione.