Paul Ginsborg, La democrazia che non c’è, Torino, Einaudi, 26.

Dalla presentazione del libro: "Come si fa a proteggere il dono politico più prezioso dei nostri termpi, quello della democrazia? Certamente non con la sua esportazione forzata, né con la difesa miope di un modello rappresentativo già antiquato, né con l’assegnazione del potere politico a una sfera separata, dominata dai politici e dai partiti. No, per proteggere la democrazia bisogna rianimarla e ripopolarla.

Bisogna creare una democrazia all’altezza del momento storico – una democrazia partecipata, di genere, economica e non solo politica, che esce dal ‘palazzo’ ed entra nella cultura della gente. Partendo da un confronto tra Karl Marx e John Stuart Mill, due voci che percorrono l’intero saggio, Ginsborg ci spinge ad immaginare una democrazia diversa, più quotidiana e incisiva".

Il saggio rappresenta un’utile occasione di riflessione teorica anche per chi si occupa di comprendere l’importanza ed il significato dell’affermazione costituzionale del principio di sussidiarietà orizzontale. Se è vero, come lo stesso Ginsborg sembra ritenere, che la tradizionale esclusività del modello rappresentativo rischia di rendere sterile ed inadeguato il paradigma democratico occidentale, allora è altrettanto vero che la proposta, avanzata dal medesimo Autore, circa la necessità ineludibile di ipotizzare nuove forme di connessione tra i canali istituzionali del potere e le istanze dei cittadini attivi e della società civile può trovare proprio nella valorizzazione della sussidiarietà orizzontale un efficace strumento regolativo.