La trasparenza come metafora, quale strumento tra amministrazione condivisa e tutela della privacy.

In questo numero della rivista viene presentato un intervento del presidente emerito di LABSUS Gregorio Arena, dal titolo “La trasparenza nell’amministrazione condivisa”, inserito nel volume di Luca Gori e Giulio Sensi (a cura di) “La trasparenza per gli Enti del Terzo Settore”, Pisa University Press, Pisa, 2022, nel quale viene illustrato il ruolo della trasparenza nell’ambito dell’amministrazione condivisa, con degli accenni specifici al concetto di trasparenza come metafora, al rapporto tra pubblicità e trasparenza medesima ed alle varie sfaccettature che può assumere quest’ultima.

Etimologia del termine trasparenza

L’autore interviene a partire dall’etimologia del termine trasparenza, guidando il lettore nello sviluppo che un termine simile ha avuto nel corso del tempo, soffermandosi sugli aspetti estrinseci ed intrinseci di un concetto del genere, senza tralasciare affatto le implicazioni che potrebbe avere un simile sostantivo nel momento in cui viene rapportato alla buona amministrazione, soprattutto quella condivisa, che non può mai prescindere dai canoni ulteriori della ragionevolezza e della proporzionalità. Da questo punto di vista, infatti, la trasparenza interna e quella esterna alle organizzazioni scontano le inevitabili asimmetrie informative legate all’ambiente, che, gioco forza, influenza i comportamenti virtuosi o meno degli individui, anche perché la Pubblica Amministrazione dovrebbe rappresentare la casa di vetro per tutti i cittadini che prendono parte alla vita e alla cosa pubblica.

L’agorà pubblica dove sviluppare la partecipazione

L’amministrazione, secondo Arena, non può limitarsi unicamente ad un aspetto squisitamente politico, ma deve tenere nella debita considerazione quella necessaria e doverosa agorà pubblica, dove dovrebbe potersi sviluppare la partecipazione e, in ultima istanza, l’agire democratico, grazie al quale i consociati possono prendere parte alla vita civile e sociale. Uno dei problemi fondamentali, peraltro, introdotti da Arena riguarda il controllo sull’esercizio del potere amministrativo, generando una classica dicotomia tra trasparenza e pubblicità, in quanto il rendere pubblici dei dati o delle informazioni, in possesso della Pubblica Amministrazione, non significa necessariamente garantire, sempre e comunque, l’agire trasparente da parte di coloro che gestiscono la res publica.

La necessaria e doverosa contrapposizione tra Piazza e Palazzo

Per Arena, quindi, la trasparenza amministrativa non rappresenta uno scopo, ma un mezzo, al fine di riuscire a raggiungere gli obiettivi finali previsti dai vari modelli di amministrazione attualmente esistenti, il che non può essere affatto dato per scontato, visto che, per anni, la trasparenza stessa ha assunto una valenza prettamente di controllo, rispetto al pubblico operare da parte degli amministrati. Ma la trasparenza significa anche essere in grado di mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per assicurare la conoscibilità, la comprensione, il controllo e la conoscenza, in maniera tale che il cittadino sia in grado di conferire una forma ed un ordine alla realtà che lo circonda e non solo, anche per fare in modo, in ultima istanza, che i consociati siano in grado di poter prendere le migliori scelte possibili rispetto alla gestione della cosa pubblica. In definitiva, quindi, si tratta di approfondire il tema della trasparenza volto a comprendere non tanto la diffidenza esistente tra amministrazione e amministrati, ma ad una loro possibile collaborazione, che potrebbe tradursi nell’amministrazione condivisa, che, per Arena, significa riuscire a garantire che i cittadini possano attivarsi nella cura dei beni comuni, fondata sul principio di sussidiarietà, anche tramite l’instaurazione dei Patti di collaborazione fra, secondo Arena, quelli che si trovano nella Piazza e coloro che sono presenti nel Palazzo.